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Stelle e Strisce: Wal-Mart ed i Contadini Cinesi



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Stelle e Strisce » 22/03/2005

Wal-Mart ed i Contadini Cinesi

Gli economisti americani parlano già di un cambiamento radicale con l’avvento di Wal-Mart, come i cinesi sono soliti riferirsi alla rivoluzione del 49’ con un prima e un dopo.
Cambiamenti epocali a parte, la grande catena americana di distribuzione a basso costo sta condizionando non poco il mercato interno ed internazionale.
Le grandi catene di distribuzione, per quanto grandi fossero, non riuscivano certamente a condizionare le scelte delle grandi marche. Avevano sicuramente il potere di decidere se comprare o meno un quantitativo più o meno consistente di un certo prodotto, ma questo dipendeva principalmente dalle richieste del mercato.
Poi è arrivata Wal-Mart.
Wal-Mart cerca il prodotto in giro per il mondo e ne definisce il prezzo acquistandone enormi quantitativi e condizionando così le prospettive di vendita di una azienda.
Il proprietario di un’azienda cinese ha dichiarato di aver venduto un grosso quantitativo di riproduttori DVD sotto il costo di produzione, per riuscire ad avere una chance di vedere il proprio prodotto comparire tra gli scaffali della Wal-Mart.
La Cina riesce sicuramente a battere ogni mercato mondiale nel rapporto qualità/prezzo e da tempo è uno dei più grandi esportatori nel mercato statunitense. Ha sorpassato e stracciato le brillanti economie del sud-est asiatico, le “tigri” che non ruggiscono piu’da qualche anno.
Wal-Mart ovviamente è diventato uno dei più grandi acquirenti. La politica del prezzo più basso in assoluto sta creando però più di qualche problema. La Cina è un mercato ancora troppo giovane, dove uno sbalzo consistente di domanda ed offerta può creare grossi problemi. A questo si aggiunge una difficoltà nel gestire i costi di produzione quando le materie prime, come sta accadendo negli ultimi anni, stanno subendo diverse oscillazioni.
Il prezzo del petrolio, primo fra tutti, ha subito negli ultimi anni un rincaro notevole anche e soprattutto per la richiesta incessante del mercato cinese.
Il prezzo del prodotto finale però è rimasto tale e quale se non addirittura inferiore al passato. Dov’e’ il trucco?
Il trucco è ovviamente da ricercare negli stipendi da fame pagati agli operai.
Con un enorme bacino di contadini disoccupati dal quale attingere, non è difficile per un imprenditore mantenere gli stipendi al limite di sussistenza.
Il contadino cinese osannato durante la rivoluzione culturale maoista degli anni '60 come modello da seguire, come esempio per la borghesia intellettuale, oggi vive ai margini di questo grande e repentino sviluppo, non potendosi permettere neanche una gita in città nel rischio di vedere evaporare tutti i guadagni di un mese in un solo giorno.
Il fisco ovviamente gioca anche la sua parte. Evitando di tassare consistentemente l’economia industriale in crescita e sviluppo, si rifà sui contadini.
Ed il contadino cinese ha due scelte davanti a se: ribellarsi o trasferirsi in città ad imballare DVD.
Di ribellioni nelle campagne pare che ce ne siano state già diverse negli ultimi anni, con diverse vittime.
Tutte le dinastie cinesi in passato sono cadute sotto il peso delle rivoluzioni portate avanti dai contadini ridotti alla fame. Se poi si aggiunge che qui non c’è neanche da cambiare il sistema o la bandiera ma solo di fare piazza pulita delle riforme e dei riformisti degli ultimi venti anni, la possibilità di vedere ricomparire la statua di Mao ad ogni angolo di strada potrebbe essere una possibilità poi neanche tanto remota.

“Noi vendiamo a meno” è la semplice e suggestiva pubblicità che accompagna ogni prodotto a Wal-Mart. Tra gli scaffali la versione aggiornata e rivista del libretto rosso.

Gabriele D'Errico
Denver - Colorado

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