Home | Le notizie | Lo sport | I canali | Le tue foto | Brindisi Links | E-mail |

.Le news di Brundisium.net
.Lo sport: calcio, basket, volley

.I canali di Brundisium.net:

...· Approfondimenti
...· Appuntamenti
...· Arte
...· Beauty & Wellness
...· Brindisi vista da...
...· Cinema
...· Economia
...· Formazione e Lavoro
...· Frequently Asked Questions
...· Isola di G. Sciarra
...· Le tue foto
...· Libri
...· Musica
...· Personaggi
...· Poesia
...· Pubblica utilità
...· Salute
...· Scompartimento
...· Stelle e Strisce
...· Teatro
...· Università
...· Viaggi
...· Video

Brundisium.net
.Ti dico la mia
.Saluti
.La bacheca del calcio
.Il tabellone del basket
.Il muro del volley
.Baci e carezze
.Alma Mater
.La Chat di Brundisium.net
.Indice del sito
.Invia le tue foto
Brundisium.net
Approfondimenti: Rigassificatore: eposto-denuncia, Errico scrive al Procuratore delle Repubblica



Ultime pagine I canali Ricerca

Approfondimenti » 01/06/2005

Rigassificatore: eposto-denuncia, Errico scrive al Procuratore delle Repubblica

Riportiamo integralmente l'eposto denuncia inoltrato dal Presidente della Provincia Michele Errico al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Brindisi:

AL SIG. PROCURATORE
DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI BRINDISI

Brindisi LNG S.p.A: progetto di British Gas Italia S.p.A. ed ENEL Trade SpA di realizzazione di terminale di rigassificazione di GNL nel porto di Brindisi.

Faccio seguito al rapporto a codesto Procuratore della Repubblica di Brindisi (All.A) da me inviato il 16/7/2004 appena insediato nella carica di Presidente della Provincia di Brindisi per la ricostruzione di un iter amministrativo ancora in corso in cui si rilevavano ipotesi penalmente rilevanti nella istruttoria e definizione della pratica sulla scorta di pareri e determinazioni illegittimamente ed incautamente prodotti.
Intendo con la presente, dopo una breve ricostruzione, informare sugli sviluppi intervenuti in una vicenda che assume i sempre più inquietanti contorni di una prevaricazione dell’interesse privato (dichiarato nazionale) sugli interessi pubblici alla sicurezza e allo sviluppo sostenibile, perpetrata dal Governo (Presidenza del Consiglio e Ministeri delle Attività Produttive e dell’Ambiente), dalla British Gas e dall’ENEL, da locali forze sociali minoritarie e gruppi di pressione in totale spregio delle determinazioni delle Istituzioni Locali.

Breve ricostruzione storica.

Con istanza del 9.11.2001, la British Gas Italia SpA. (ora Brindisi LNG SpA., partecipata al 50% anche da ENEL Trade SpA) ha chiesto al Ministero delle Attività Produttive l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio nell’area Capo Bianco del Porto di Brindisi di un terminale di rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) della capacità di 4 miliardi di metri cubi annui, espandibile fino a 8 miliardi.
L’impianto, per la cui realizzazione ed esercizio è necessario procedere a preliminare attività di dragaggio per l’ormeggio e la manovra delle metaniere e alla realizzazione di una colmata di circa 980.000 m3 con avanzamento della linea di costa su una superficie marina complessiva di 140.000 m2 in un bacino chiuso, il porto esterno di Brindisi, sarebbe composto da :

• un terminale di ricezione, stoccaggio e vaporizzazione di GNL, della capacità di 6 milioni di tonnellate per anno, atto a ricevere il GNL a temperatura di –160,5 °C;
• un nuovo molo dedicato esclusivamente all’attracco di navi metaniere di capacità lorda compresa tra 70.000 e 140.000 metri cubi (la massima mai realizzata), delle quali traffico e permanenza condizionerebbero pesantemente il porto;
• due bracci di collegamento al terminale (più uno per il ritorno dei vapori), lunghi circa 1 km;
• un impianto di stoccaggio, costituito da due serbatoi fuori terra di 160.000 m3 ciascuno con previsione di raddoppio;
• impianti di gestione vapori di boil-off, vaporizzazione, erogazione metano ad alta pressione, per la rete nazionale distante circa 5 km, e media pressione per utenze locali;
• impianti accessori: sistema gas combustibile a bassa pressione, sistema acqua di mare per la vaporizzazione, sistema acqua dolce/acqua potabile, stoccaggio e vaporizzazione azoto liquido, sistema torcia, edifici e servizi, stoccaggio e distribuzione gasolio, etc.

L’istanza, corredata dal progetto preliminare e da uno studio di impatto ambientale, è stata presentata ai sensi dell’art. 8 L.340 del 24.11.2000, il quale prevede che l’uso o il riutilizzo di siti industriali per la realizzazione di impianti di rigassificazione di GNL è soggetto ad autorizzazione da parte del Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, d’intesa con la Regione interessata.
L’istruttoria si è svolta nelle conferenze di servizi del 16 gennaio e 15 novembre 2002, nel corso delle quali le amministrazioni interessate hanno rilasciato parere favorevole e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha accordato il nulla osta di propria competenza (ai sensi del citato art. 8, L.340/2000). Il Ministero delle attività produttive ha quindi concesso la richiesta autorizzazione con proprio decreto n. 17032 del 21 gennaio 2003, emanato di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio.

L’Amministrazione Provinciale di Brindisi, in particolare, ha partecipato alle conferenze di servizi in questione in persona del Presidente allora in carica, rilasciando pareri illegittimi in quanto espressi senza pronunciamento dell’organo rappresentativo della collettività locale preposto alla programmazione (il Consiglio Provinciale), e senza istruttoria da parte degli uffici provinciali competenti in materia di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Anche l’Amministrazione Comunale di Brindisi ha rilasciato nelle stesse occasioni pareri non supportati da alcun pronunciamento del Consiglio Comunale.
Solo il 5 agosto 2004 il Consiglio Provinciale si è espresso sul progetto con deliberazione n. 32/18 in “atto di indirizzo politico ed amministrativo che attiene alla sfera di programmazione di competenza della Provincia” di “contrarietà alla costruzione ed all’esercizio del terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto da ubicare nel porto di Brindisi” (All. B). Contrarietà, poi deliberata il 9.9.2004 anche dal Consiglio Comunale di Brindisi, determinata anche dalla incompatibilità di tale impianto con il nuovo modello di sviluppo che le amministrazioni locali stanno con decisione perseguendo, titolari esclusive della potestà di programmare lo sviluppo del proprio territorio. Nuovo modello incentrato sulla crescita di comparti economici diversi da quello energetico, cui è oggi asservito il territorio brindisino, sede del massimo polo nazionale con 3 mega centrali termoelettriche (alimentate a carbone e olio combustibile), ed in particolare sulla valorizzazione della infrastruttura porto, già oggi pesantemente condizionata dal traffico di carbone per le centrali, della quale sarebbe definitivamente compromessa la capacità di servizio di un territorio in crescita e di creazione di lavoro e ricchezza sui traffici mediterranei rispetto ai quali Brindisi è in posizione di straordinaria centralità.
Il 16.2.2005 anche il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato all’unanimità mozione con cui, considerato che le delibere all’unanimità dei nuovi Consigli Provinciale e Comunale hanno messo in discussione l’iter amministrativo e procedurale svolto per il rigassificatore, ha impegnato il Presidente della Regione a “riconsiderare, insieme alla Provincia e al Comune di Brindisi le scelte adottate per ridefinire un nuovo sviluppo di un territorio che in maniera forse eccessiva si è fatto carico nel corso degli anni di esigenze industriali e produttive di carattere nazionale a tal punto da diventare area ad alto rischio ambientale”.
Ma intanto decreto del Ministero delle Attività Produttive del 23.12.2004 (All.C) ha approvato il progetto di massima di costruzione del metanodotto che collegherebbe alla rete SNAM Rete Gas il terminale GNL di Brindisi, con dichiarazione di pubblica utilità e riconoscimento di urgenza ed indifferibilità.

Mancanza di Valutazione di impatto ambientale.

Fermo ciò, segnalo come la procedura seguita non abbia rispettato la normativa nazionale e comunitaria vigente in tema di valutazione d’impatto ambientale (direttiva 85/337/CEE) e di rischio di incidenti rilevanti (direttiva 96/82/CE), né le disposizioni nazionali in tema di aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Tanto che l’Amministrazione Provinciale di Brindisi ha prodotto il 26.1.2005 denuncia alla Commissione Europea per violazione del diritto comunitario da parte della Repubblica italiana (All. D), ed il 9 febbraio 2005 relativa istanza di autotutela al Ministro delle Attività Produttive, al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e al Presidente della Regione Puglia (All. E).
La realizzazione dell’impianto di rigassificazione in questione genererebbe evidentemente un impatto ambientale importante sia per le oggettive dimensioni dell’intervento, sia per la sua localizzazione in un’area la cui sensibilità ambientale è stata certificata dalle stesse autorità nazionali (che ne hanno sottoposto l’intera estensione alla speciale disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale e dei siti inquinati da bonificare).
Tuttavia, né l’impianto unitariamente considerato, né le singole opere di cui si compone, sono state sottoposte ad una procedura di VIA. E a maggior ragione in un territorio dall’ambiente così provato non può essere sufficiente ad escludere la VIA la semplice avvenuta previsione della colmata in un piano territoriale approvato nel 1975.
Anche le disposizioni comunitarie in tema di reti transeuropee dell’energia (artt. 5 e 9, decisione n. 1229/2003/CE), che prevedono rapide procedure di autorizzazione, ribadiscono la necessità dell’integrale rispetto della disciplina comunitaria di tutela dell’ambiente con VIA preventiva alla decisione di esecuzione del progetto.
Confermando la richiesta di revoca del decreto n. 17032 del 21 gennaio 2003, con in più richiesta di immediata sospensione della sua efficacia, ho ancora chiesto l’espletamento di una regolare Valutazione di Impatto Ambientale al Ministro delle Attività Produttive e al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per l’ultima volta lo scorso 9 marzo 2005 in adesione a sollecitazione a Provincia e Comune di Brindisi di ufficiale richiesta di VIA da parte del Ministro dell’Ambiente, il 6 marzo 2005 in pubblico incontro alla presenza di Parlamentari e dell’Assessore Regionale all’Ambiente (All. F). Senza sortire alcun risultato.

Area ad elevato rischio di crisi ambientale. Rischio di incidente rilevante.

Ai fini della dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale, l’area di Brindisi è stata oggetto, su richiesta del Ministero dell’ambiente, di un approfondito studio da parte dell’ENEA riguardante anche il rischio industriale e l’attuazione della normativa “Seveso”, con l’individuazione degli “inviluppi” delle aree di danno potenziale per incendi ed esplosioni e per rilasci tossici a partire dai numerosi impianti classificati secondo la c.d. direttiva “Seveso” (All.G). Ebbene, la realizzazione del terminale di rigassificazione, impianto a rischio di incidente rilevante, interferisce quanto meno con gli inviluppi degli impianti a rischio della confinante area del petrolchimico, nonché con il molo carbonifero di Costa Morena e con il costruendo confinante deposito di combustibili della Marina Militare Italiana. Dalla presenza delle industrie “a rischio” consegue tra l’altro grande movimentazione di sostanze pericolose via strada ferrovia e nave, ulteriore fonte di rischio amplificata nella zona portuale per le interferenze tra flussi di traffico navale non omogenei (passeggeri, merci, prodotti e materie prime per il polo industriale ed energetico) e non dotati di infrastrutture dedicate in via esclusiva.
Pertanto, il Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi (D.P.R. 23 aprile 1998, adottato in conseguenza della dichiarazione del territorio della Provincia di Brindisi “area ad elevato rischio di crisi ambientale”) ha individuato una serie di interventi, ivi comprese delocalizzazioni di attività a rischio in altre aree, tutti diretti ad una sostanziale riduzione delle fonti di rischio presenti nell’area.
Nonostante tali precise indicazioni, in macroscopico contrasto con le esigenze e le finalità di riduzione dei fattori di complessivo impatto ambientale nell’area a rischio, e in particolare dei fattori di rischio di incidente rilevante, la localizzazione proposta è stata autorizzata e addirittura gli adempimenti in tema di rischio che dovevano essere necessariamente svolti prima della costruzione dell’impianto sono stati sorprendentemente rinviati al momento della sua messa in esercizio, a fonte di rischio già irreversibilmente realizzata e aggiustamenti possibili limitatissimi.

• Ad oggi non si conoscono i progetti definitivo ed esecutivo dell’impianto;
• è noto un parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici all’Autorità Portuale del 27.10.2004 che conclude: “Pertanto, si ravvisa la necessità che sia definita la progettazione relativa all’intervento infrastrutturale nella sua completa articolazione così da rendere piena consapevolezza dei contenuti tecnici ed ambientali e delle interazioni con l’ambito portuale e con il territorio dell’intera opera in sede di acquisizione dei pareri delle Amministrazioni competenti ai sensi della legislazione vigente. Ciò preliminarmente all’avvio di qualsiasi tipo di intervento” (All. H);
• non risultano essere stati redatti il piano di emergenza esterno, il piano di emergenza portuale e il rapporto integrato di sicurezza portuale obbligatori per legge, e raccomandati dal Consiglio Superiore del Lavori Pubblici all’Autorità portuale di Brindisi;
• non siamo a conoscenza dell’autorizzazione all’immersione in mare di materiali prescritta dall’art.35 del D.Lgs.152 dell’11.5.1999 con la sola esclusione dei manufatti soggetti alla valutazione di impatto ambientale;

ma il 3 Maggio 2005 la Provincia ha ricevuto dalla Brindisi LNG la notifica che l’art.6 del D.Lgs.334/99 sul controllo dei pericoli di incidente rilevante impone 180 giorni prima della costruzione di stabilimenti in cui siano presenti sostanze pericolose, nella fattispecie 140.806 tonnellate per 320.000 m3 di GNL, classificato come “estremamente infiammabile”.
La Brindisi LNG ha apposto nell’area interessata cartello di inizio lavori in data 21.4.2005, presumibilmente in relazione all’autorizzazione n.13/I/2005 del 13.5.2005 della Capitaneria di Porto di Brindisi (All. I) relativa a lavori di posa in opera a mare di una barriera che mitighi la dispersione di sedimenti durante la gittata. Sul cartello è irritualmente posta l’indicazione “Numero massimo previsto di lavoratori: 900”.
Infine dirigenti della società dichiarano alla stampa che la gittata sarà completata entro l’anno con immediato impiego di manodopera.

Sito inquinato di interesse nazionale da bonificare.

Peraltro, l’area portuale di Brindisi è compresa anche nell’ambito della perimetrazione dei siti inquinati di interesse nazionale da bonificare, individuati ai sensi dell’art. 17, d.lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 e della legge 9 dicembre 1998, n. 426. Le aree pertinenti sono state delimitate con decreto ministeriale 10 gennaio 2000 e inserite in un apposito “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale”, approvato con decreto ministeriale n. 468 del 18.9.2001. Competenza del Ministero dell’Ambiente perchè sito di interesse nazionale, la preventiva bonifica del sito si sta purtroppo riducendo ad un semplice allontanamento degli effetti dell’inquinamento anziché alla individuazione e rimozione delle fonti dello stesso.
Nel 2004 in diverse conferenze di servizi il Ministero ha preso atto della messa in sicurezza di emergenza (attraverso la semplice asportazione di sedimenti marini) dei fondali che verrebbero interessati dalla colmata e ha approvato i piani di caratterizzazione dell’arenile, su cui pure l’Amministrazione Provinciale di Brindisi ha espresso prescrizioni che sinora non sono state tenute in alcun conto.
Contro quelle conferenze di servizi pendono ricorsi al TAR da parte della Provincia di Brindisi, convinta appunto della necessità di interventi di bonifica che eliminino le fonti di inquinamento e gli effetti inquinanti già determinati nelle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee) e non di messe in sicurezza di emergenza che con la semplice asportazione di qualche metro cubo di materiale tendono riduttivamente a rimuovere le vie di migrazione dell’inquinamento. Le effettive cause di inquinamento vanno cioè rimosse definitivamente e non ricoperte con una colmata da cui prima o poi riemergerebbero come lo sporco nascosto sotto il tappeto.
Dirigente dell’ARPA DAP di Brindisi ha addirittura presenziato alle attività di caratterizzazione dell’arenile a cura della Brindisi LNG a fine dicembre 2004 prima ancora che il relativo piano venisse formalmente approvato in sede di conferenza di servizi decisoria del 29.12.2004; il tutto pochi giorni dopo che il Sindaco di Brindisi, durante la conferenza di servizi istruttoria del 16.12.2004, stigmatizzasse pubblicamente che esponente della Brindisi LNG e non dell’ARPA (!) consegnasse al Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente documenti ARPA relativi al piano di caratterizzazione che non potevano essere nelle sue mani.
L’11 maggio 2005 si è tenuta presso il Ministero dell’Ambiente l’ennesima conferenza di servizi in cui la posizione del Ministero sembra essere stata da un lato il non accoglimento dei risultati di quella caratterizzazione dell’arenile svolta prima dell’approvazione del piano (e dunque la necessità di ripetizione), ma anche il non accoglimento delle prescrizioni formulate dalla Provincia di Brindisi per una caratterizzazione approfondita delle matrici ambientali (delle acque di falda per esempio) che il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente non ritiene possa essere imposta all’azienda ma piuttosto eseguita eventualmente a carico del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale! Tanto nella ufficialità di una falda inquinata in tutto il petrolchimico brindisino, a maggior ragione dunque a valle dello stesso. Avere esatta conoscenza dell’inquinamento esistente e delle sue cause – prima che un privato realizzi il proprio impianto - sarà dunque onere pubblico!

Il Decreto sulla Competitività.

Di fronte ad Amministrazioni Locali fermamente determinate contro ciò che impedirebbe lo sviluppo voluto e consumerebbe definitivamente l’infrastruttura naturale del porto, il Governo ha inserito nel Decreto sulla Competitività (art.5 comma 10) già convertito in Legge dal Parlamento la nomina di un Commissario che possa superare l’inerzia o i ritardi degli enti preposti al rilascio di ulteriori autorizzazioni e permessi necessari alla realizzazione di rigassificatori già autorizzati.

Premesso che le Amministrazioni locali brindisine sono tutt’altro che inerti o ritardatarie di fronte alle istanze della Brindisi LNG, l’attuale pendenza a Brindisi di progetto di rigassificatore autorizzato e ancora da realizzare ci fa temere interpretazioni della nuova norma che possano di fatto sospendere l’autonoma potestà delle istituzioni locali di programmare e dare corso allo sviluppo voluto sul proprio territorio, che con 3 mega centrali termoelettriche gravemente inquinanti ha già dato tantissimo al superiore interesse della Nazione.

Ultimi sviluppi.

Gli ultimissimi giorni sono virtuali, solo sui giornali: accordi per assegnazione di lavori, assunzioni, improbabili indotti siglati con la Brindisi LNG e ATI aggiudicataria dei lavori da Associazione Industriali e alcuni sindacati, quelle forze sociali minoritarie che per interessi di parte hanno fatto sistematica azione di pressione a favore della controparte con continua contestazione e delegittimazione delle istituzioni; notizie di un ripensamento del Governo in occasione del Consiglio dei Ministri del 27.5 (con conseguente improvvido invito del Sindaco del 30.5 a firmare le convenzioni con le società elettriche sulla base di tale presunto nuovo orientamento), notizie opposte di nuovo appoggio che il Presidente del Consiglio avrebbe sancito il 30.5 al progetto della British Gas, al quale non si sa più quanto sia interessata l’ENEL, preoccupata del fatto che a Brindisi la propria già ingombrante presenza non sarà più considerata da nessuno al netto del rigassificatore, meno che mai in occasione della firma di nuova convenzione con gli Enti Locali; infine le locandine in città con annunci di centinaia di posti di lavoro, il gioco scorretto di una società che per un business da miliardi di euro cerca la sponda nelle ferite più profonde di una comunità colpita dalla disoccupazione, dalla crisi economica, dal fallimento di uno sviluppo fondato sulla cantierizzazione di grandi impianti impattanti che altrove nessuno vuole.

Ritengo che il concentrarsi nella vicenda di fretta, approssimazione, imprudenza, semplificazioni di itinera, interessi economici giganteschi, decreti ad hoc, annunci, sia meritevole dell’approfondimento dell’Autorità Giudiziaria per eventuali atti urgenti a tutela della comunità.

Distinti saluti.

Michele Errico
Presidente della Provincia di Brindisi


Ultime pagine I canali Ricerca

Rassegna stampa
Brundisium Tv
Sfondi per il desktop
Fiamma - La sala giochi
Brindisi Links


Chi siamo | Contattaci | Credits | Note per gli utenti | Indice del sito | | Brundisium.net in home page