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Approfondimenti: Brindisi, tra terra mare ed aria di Miquel Corominas i Ayala



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Approfondimenti » 22/06/2005

Brindisi, tra terra mare ed aria di Miquel Corominas i Ayala

Riscoprire cittá marinare come Brindisi con un glorioso passato vuol dire re-incontrarsi con le origini della nostra civiltá: la cultura mediterranea. Il sistema di relazioni per mare é l’unico sistema fino alla metá del secolo XIX, momento in cui si completa con la ferrovia. Posteriormente apparirá l’automobile e piú tardi l’aereo.

Le cittá costiere con porti naturali, il Pireo, la Valletta, Brindisi, Mahon... giocheranno un ruolo decisivo durante secoli nella formazione di una potente rete di comunicazioni commerciali. Posteriormente la rete si completará con la costruzione di porti piú artificiali in altre cittá: Genova, Barcellona...
Il commercio ed i viaggi, inizialmente, l’industria in seguito, si appoggeranno a questa rete di porti. Con l’apertura del canale di Suez nel 1869 si produrrá un cambio nella scala delle relazioni. Il Mediterraneo ed i suoi porti si convertiranno in un luogo di transito internazionale.

Durante il secolo XIX le cittá portuali si complementeranno con importanti infrastrutture ferroviarie e durante il XXº secolo alcune si completeranno con grandi aereoporti. A livello produttivo, e nella seconda metá del secolo XX, i porti si completeranno con grandi aree per attivitá industriali e logistiche. La cittá di Brindisi ha una importantissima offerta di questo tipo di attrezzature.
Nonostante questa grande dotazione di attrezzature alcune cittá mediterranee, di differenti dimensioni, hanno avuto momenti di stagnazione o crisi. Il caso di Barcellona alla fine degli anni ’70 o il caso attuale di Brindisi ne sono un buon esempio.
Una caratteristica comune di queste cittá é stata l’obsolescenza del primo recinto portuale conseguenza di una bassa utilizzazione dovuta al trasferimento di attivitá a nuovi ambiti di ampliazione del porto. La obsolescenza del porto urbano si irradia al tessuto urbano piú prossimo ed alla cittá nel suo insieme.
La rinnovazione dei porti urbani fornisce alcuni esempi molto significativi:

1. Uno dei pionieri é l’Inner Harbour di Baltimora, negli Stati Uniti. Baltimora fu fondata nel 1729 nella baia di Chesapeake. Il suo porto si dedicava al commercio di tabacco, rame e ferro.
Nel 1959 si realizzó “The Urban Renewal Plan for the Charles Center” per rinnovare l’antico centro della cittá. Nel 1965 si estese il progetto all’area del cosiddetto “Inner Harbour” o porto interno. Nel 1967 si sviluppó la prima fase di 44 ettari, con residenze, attrezzature sociali e culturali, hotels ed uffici.
Nel 1971 si sviluppó la seconda fase con la realizzazione del Campus Universitario ed il rinnovamento del settore est e del WTC (Wold Trade Center).
Tra il 1979 ed il 1981 si costruiscono il “Convention Center”, “Harbour Place” con 18 milioni di visitatori l’anno, l’Acquario e l’Hotel Hyatt.
Nel 2003 si sottopose a revisione il Piano per sistematizzare l’assetto viario e gli spazi liberi.

2. A continuazione ci concenteremo nel porto urbano di Barcellona, in Spagna. Il Piano particolareggiato del “Port Vell” di Barcellona si approvó definitivamente l’11 maggio 1989.
La superficie terrestre era di 55,67 ettario. La superficie edificabile 285.012 metri quadrati. L’edificabilitá media di 0,51m2 costruiti/m2 suolo (che equivale ad una edificabilitá netta di 2,4 m2 costruiti/m2 suolo).
La superficie degli spazi liberi (banchine, parchi, ecc.) é di 43,70 ettari (78,6%).
Il suolo occupabile 11,90 ettari (21,4%).
Gli usi principali sono: ricreativo, commerciale, uffici, alberghiero e culturale: solo 11.750 m2 costruiti sono destinati ad uso residenziale.
Posteriormente si realizzó una piccola modificazione nel Piano per cambiare di localizzazione gli usi alberghieri.
Il Piano si sviluppava a partire di 11 settori, con studio dettagliato per ognuno di essi.

Tra il 1989 ed il 1995 si costruirono:

Il Maremagnum, L’Acquario, l’Imax Port Vell.
Il Museo di Storia di Catalunya, Il Museo Marittimo.
Il World Trade Center, l’Edificio Escar.
Il Real Club Nàutico, il Real Club Marittimo, la Marina Port Vell, La Marina 92.
Il Club Nuoto Atlètic Barceloneta ed il Club Nuoto Barcelona.
La spiaggia di San Sebastian.
Dopo apparve una nuova attivitá: le navi da crociera con 1.200.000 passeggeri previsti per il 2005, in 7 terminals.
Attualmente visitano il porto urbano circa 16.000.000 turisti all’anno.

3. Il terzo caso é il porto urbano di Rotterdam.
All’inizio del secolo XIX i distretti portuali di Rotterdam giá si dedicavano alla costruzione di residenze sovvenzionate per gli abitanti dei distretti vicini la cui rimodellazione urbana si stava realizzando.
Il Piano generale municipale del 1987 proponeva creare nel “Kop van Zuid” un nuovo centro della cittá, localizzato in entrambe le rive del fiume Mosa. Era necessario urbanizzare l’altra riva del fiume di fronte al centro della cittá esistente, per la quale si rendeva necessaria la costuzione di una nuova stazione di Metropolitana ed un nuovo ponte nella cittá.
A partire dal 1987 sono stati elaborati piani che hanno contato con la stretta collaborazione delle distinte autoritá pubbliche e del settore privato.
Nel 1990 il governo centrale designó la zona “progetto fondamentale di rimodellazione urbana”, cosa che costituí un importante stimolo. In questo senso il governo centrale forní risorse addizionali per, ad esempio, costruzione di quartieri residenziali e per il nuovo ponte.


Il progetto definitivo per “Kop van Zuid” di 125 ettari di superficie ed una edificabilitá approssimativa di 0,8 m2 costruiti/m2 suolo prevedeva la costruzione di:
5.300 residenze
400.000 m2 di uffici
30.000 m2 di attrezzature docenti
30.000 m2 di attrezzature ricreative e culturali
35.000 m2 di locali nei quali svolgere un lavoro

Nel 1994 inizió lo sviluppo del Piano con la costruzione delle prime 165 residenze.
“Kop van Kuid” si é trasformata in una zona multifunzionale che ha riscosso unanimi attestati di ammirazione internazionale.

Possiamo soffermarci per qualche istante sul caso di Barcellona di fine anni ’70. Barcellona si trovava durante questi anni in una situazione di grande declino economico: aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, spostamento nei comuni limitrofi delle industrie ubicate nel tessuto industriale della cittá, attrezzature di trasporto ferroviario ed aeroportuale antiquate, scarsezza di autostrade e vie rapide di comunicazione, il porto urbano si incontrava quasi senza uso e chiuso alla cittá.

Alcuni indicatori socioeconomici riflettevano questa realtá: il decremento della popolazione, la cittá che tra il 1960 ed il 1970 era cresciuta di 215.000 abitanti, tra il 1970 ed il 1980 solo aumenta di 11.000 persone e tra il 1981 ed il 1991 perde addirittura 110.000 abitanti; i prezzi dei terreni molto bassi come risultato della scarsa richiesta e la infravalorazione della cittá; la scarsa presenza di attivitá terziarie, sia di uffici che di attivitá commerciali; un trasporto marittimo di passeggeri simbolico e la mancanza totale di turismo nella cittá. Come risultato di tutto ció un generico abbassamento di investimenti economici di ogni tipo nella cittá.
Lo spettacolare cambio nella cittá in questi ultimi 25 anni si é prodotto a partire da una serie di interventi che hanno scatenato un processo globale:

• In primo luogo una forte scommessa urbanistica iniziata sin dal primo momento con i nuovi Municipi democratici destinata a migliorare la qualitá della vita nei quartieri con la costruzione di attrezzature e spazi liberi, molto scarsi in quegli anni, e con una politica volta ad aprire la cittá al mare che si inizió con la trasformazione del Moll de la Fusta (il Fronte del Mare, prosecuzione delle Ramblas) in uno spazio pubblico per la cittadinanza.
• Seconda fase dell’apertura al mare con la creazione del quartiere destinato ad ospitare gli atleti durante le Olimpiati del ’92 vicino al mare rinnovando un vetusto tessuto industriale e di magazzini e scatenando il processo di trasformazione del litorale fino ad allora chiuso al mare.
• Revisione delle infrastrutture della cittá con il completamento dell’anello viario o Ronde (tangenziale), modernizzazione della stazione ferroviaria, nuovo edificio terminal dell’aereoporto (recentemente si é costruita la terza pista, in realtá la seconda, dell’aereoporto).
• Prima trasformazione del porto urbano ad usi civici, commerciali, culturali e ricreativi ed ampliazione del porto a ponente con la creazione della zona di attivitá logistiche (ZAL).
• Trasformazione dell’antica area industriale del Poble Nou in zona di attivitá terziarie e di imprese ad alta tecnologia (Zona 22@) ed ampliazione della Fiera Campionaria (Montjuic II). Trasformazione della zona industriale della Maquinista a Sant’Andreu in area di attivitá residenziali e terziarie.
• Piano degli Hotel della cittá per facilitare la costruzione di questo tipo di stabilimento e costruzione di diversi palazzi di congressi.
• Culminazione della fase di apertura al mare con lo sviluppo dell’area del Forum delle Culture nel settore orientale della cittá.
• Piano Museale della cittá per ordinare e potenziare le attivitá culturali.

Gli indicatori recenti sono stati: importante incremento della domanda di superficie residenziale nella cittá che si riflette nell’importante aumento dei prezzi dei terreni; nuovo mercato immobiliare per attivitá impresariali, terziarie e di alta tecnologia; un’offerta alberghiera che é duplicata tra il 1990 (118 hotels con 10.265 stanze) e 2003 (232 hotels con 20.852 stanze) ed ha comportato una altissima attrazione di presenze per motivi di turismo civico-culturale con 3,8 milioni di turisti all’anno ed un incremento dei 3,8 milioni di pernottamenti nel 1990 a 9,1 milioni nel 2003; la cittá si é convertita nel primo porto di navi da crociere del Mediterraneo con 629 scali e piú di un milione di passeggeri quando solo fino a dieci anni fa non ce n’era nessuno.

Nonostante ció la cittá non dorme ed in questo momento si stanno realizzando i seguenti interventi: nuva area portuale urbana con attivitá alberghiere e terziarie con una nuova bocca di uscita al mare e la separazione del traffico passeggeri e merci del porto; nuova terminal dell’Aereoporto con la costruzione della terza pista; nuova linea ferroviaria di Alta Velocitá e nuova stazione ferroviaria nella Sagrera; ampliamento della zona di attivitá logistiche del porto (ZAL); ampliamento del recinto fieristico di Montjuic II; trasformazione delle aree industriali della marina (Zona Franca) e di Sant Andreu in aree residenziali.

4. L’ultimo caso é il porto di Mahon nell’isola di Minorca in Spagna. Mahon é il maggior porto naturale del mediterraneo. Misura 5,2 km di lunghezza, 271 ettari di superficie terrestre e 313 ettari di acque protette, con 15 mt di pescaggio.
La lunghezza delle banchine é di 4,97 km e dispone di 950 approdi, 2.792 m2 costruiti in edifici di rappresentanza ufficiali e 1.611 m2 costruiti come edifici commerciali.
Nell’anno 2003 sono transitati 166.113 passeggeri di linee regolari e 83.207 passeggeri su navi da crociera (107 scali).
Il rinnovamento del porto di Mahon si realizzó a partire di un progetto di urbanizzazione di circa 16mt di sezione: marciapiede con alberatura di 4mt, parcheggio e due corsie di circolazione di 8mt ed un viale adiacente lo specchio d’acqua di 4mt attrezzato per i servizi alle imbarcazioni.
In concomitanza con l’auge delle imbarcazioni sportive tutta l’attivitá frontale si trasformó con l’apparizione di numerose attivitá commerciali cosí come di bar e ristoranti.
Ultimamente si é incorporato il traffico di imbarcazioni da crociera, inesistente fino a dieci anni fa.

Brindisi ci ricorda molto la Barcellona degli anni ’70: porto urbano poco utilizzato, chiuso in molti tratti; poca attivitá della cittá vicino il porto, ritmo lento nell’attivitá urbana, edifici vuoti, mancanza di attivitá terziarie, mancanza di attivitá turistica, bassa attivitá commerciale, ecc.
Per fortuna la cittá dispone di un insieme di fattori altamente positivi che possono aiutare a cambiare la tendenza attuale:

- Un porto urbano straordinario e belissimo che debe essere uno degli elementi di supporto della modernizzazione della cittá.
- Una cittá con una dimensione sufficiente e con possibilitá di trasformazione per la poca pressione attuale da parte dei promotori immobiliari.
- Dispone di una importante zona industiale capace di ospitare nuove attivitá e nuove imprese.
- Dispone di importanti infrastrutture di trasporto: porto ed aereoporto ed una sufficiente rete viaria di superstrade.

Come elementi da considerare breve e medio termine:

- Necessitá di una riforma urbanistica nell’area del porto introducendo spazi liberi cittadini ed attivitá convenzionali (residenza, commercio, servizi, ecc.).
- Estendere la risforma ad alcuni punti strategici della cittá.
- Riordinare il sistema viario e dei parcheggi attorno al centro storico ed alla stazione.
- Migliorare la stazione ferroviaria e l’area adiacente.
- Potenziare le attivitá portuali ed industriali.
- Introdurre attivitá terziarie nuove: uffici, commerci.
- Introdurre nuova attivitá docente e culturale.
- Potenziare Brindisi come meta turistica: la nautica sportiva, crociere, e l’offerta alberghiera.
- Diffondere i valori locali come l’eccezionale qualitá della cucina pugliese ed I prodotti marittimi e regionali.

Altre cittá di caratteristiche simili e di dimensioni molto minori come Mahon hanno realizzato cambiamenti importanti a partire dalla trasformazione del Porto per cui I cambiamenti a Brindisi sono appena iniziati ed in poco tempo vedranno I suoi frutti.

Miquel Corominas i Ayala
Dottor architetto

Professore titolare del Dipartimento di urbanistica ed ordinamento del territorio

Scuola tecnica superiore di architettura di Barcellona

Universitá politecnica di Catalunya


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