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Brindisi, 193^ Annuale dell'Arma: il discorso del Colonnello Russo



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Brindisi, 05/06/2007

193^ Annuale dell'Arma: il discorso del Colonnello Russo

Di seguito la prolusione del Comandante provinciale dei Carabinieri di Brindisi, Colonnello Eduardo Russo, in occasione del 193° annuale della fondazione dell’arma dei carabinieri.

Signor Prefetto, Autorità, Gentili Signore e Signori
Innanzitutto, mi sia consentito di esprimere un sentimento di intima soddisfazione nel darvi il benvenuto in questa caserma, oggi decorosa ed accogliente, finalmente restituita al suo antico splendore, che da’ dignita’ all’istituzione e, tramite essa, dignita’ allo Stato: ed e’ anche questo un modo per dimostrare il senso dello Stato! quello stato che a me piace immaginare nel senso hegeliano di suprema istituzione etica.
Per la terza volta, da quando ho assunto la carica di Comandante Provinciale dei Carabinieri di Brindisi, ho il privilegio di prendere la parola, in questo giorno solenne che conserva ogni anno un alto significato di momento storico, in quanto fa avanzare di una tappa il cammino ed il progredire dell’arma, nel tempo e nella sua incessante esigenza di evoluzione ancor piu’ acuita in un contesto della civile societa’, statuale e internazionale, caratterizzato da continui ed imprevedibili fermenti.
A nome dei Carabinieri che sono qui presenti e di quelli in attivita’ sul territorio, rivolgo il piu’ grato saluto ed un cordiale ringraziamento a tutti i membri del parlamento, a tutte indistintamente le autorita’ civili, militari e religiose, la cui partecipazione costituisce testimonianza viva e concreta di attenzione e di stima per l’arma dei Carabinieri, oltre che di gradita adesione ad un invito.
Un sentito ringraziamento agli esponenti della magistratura, la cui presenza conferma quanto sia stretto il legame che ci unisce per l’esercizio della funzione di giustizia, che e’ uno dei cardini fondamentali di una societa’ veramente civile.
Un saluto ed un ringraziamento profondamente sentito alle altre forze di polizia che, come noi, operano in prima linea, in condizioni certamente difficili, per la difesa della societa’ contro il crimine.
Con uguale cordialita’, saluto i rappresentanti della stampa e in genere tutti gli addetti al settore dell’informazione, anche televisiva, auspicando che i rapporti con l’arma si mantengano sempre su un piano di leale collaborazione e siano sempre improntati al rispetto della verita’ e delle reciproche esigenze di lavoro.
Desidero inoltre rivolgere un pensiero affettuoso ai commilitoni dell’associazione nazionale carabinieri che con la loro partecipazione danno la testimonianza di un visibile ed inestinguibile vincolo di continuita’.
Per ultimo, ma non per importanza, ringrazio e saluto i cittadini di Brindisi che non mancano di testimoniarci affetto e riconoscenza.

Questo incontro e’ e vuole essere un momento di riflessione per ricordare i tanti Carabinieri che, tenendo fede ai compiti loro affidati, in pace e in guerra, hanno pagato con la vita il loro impegno in favore delle istituzioni e della collettivita’ , per ripensare ai sacrifici sostenuti, alla soddisfazione per il servizio compiuto e, ancora, per conferire ai meritevoli il giusto riconoscimento per quegli “atti speciali”, come recita il regolamento, di cui sono stati protagonisti.
Il mio intimo convincimento – ne abbiamo parlato piu’ volte – e’ che la fiducia e la stima della popolazione sono conquiste dell’operare quotidiano, entrambe indispensabili per costituire un riferimento credibile delle comunita’ locali: e nell’anno teste’ trascorso pensiamo di averle meritate!
L’odierna celebrazione e’ anche un appuntamento che, per tradizione consolidata, trascende i soli contenuti rituali e si pone quale importante occasione per tracciare un bilancio di quanto e’ stato fatto e per esprimere alcune brevi considerazioni:
- Primo: i risultati conseguiti sono la conferma che avete avuto alta la consapevolezza del vostro ruolo, che la motivazione interiore e’ stata pari alla tradizione, che avete saputo corrispondere alle aspettative di quanti confidano nei carabinieri per una societa’ piu’ giusta;
- Secondo: i delitti piu’ gravi – omicidi, estorsioni, rapine – hanno fatto registrare un certo decremento che, posto in relazione ad una situazione generale delicata, dimostra come l’attivita’ di prevenzione e repressione sia stata efficace; - Terzo: degli oltre 600 arrestati, su ordinanza o in flagranza di reato, e 2700 denunciati all’Autorita’ Giudiziaria, il 60% e’ riferito ai responsabili dei reati cosiddetti predatori. il dato, ancorche’ poco significativo rispetto al consistente numero di tali delitti, dimostra che l’attivita’ di contrasto – contrariamente ad una convinzione generalizzata di segno opposto – si sviluppa in modo concreto anche in questo settore;
- Quarto: del gia’ citato numero di arrestati o denunciati ben il 30% e’ costituito da incensurati. se ne deduce, quindi, che il venir meno, in modo sempre piu’ accentuato, del timore di pena rende maggiormente delicato e complesso il nostro impegno.

Nel periodo trascorso, una costante – ma per fortuna non una dominante - e’ stata rappresentata dalla particolare rilevanza assunta dai temi della criminalita’ diffusa e della sicurezza urbana, sia nel dibattito politico – sociale sia nello spazio ad essi dedicati dalla stampa.
La realta’ e’ che l’opinione pubblica, ancora scossa da un passato che stenta ad essere dimenticato, manifesta una sensibilita’ sempre piu’ elevata nel timore che il territorio possa ricadere nel vortice della criminalita’.
Nel merito, credo si possa dire che, sul piano della prevenzione, forte ed impegnata e’ stata la risposta dell’arma e delle altre forze dell’ordine a brindisi, dove piu’ si sono ricercati e sperimentati modelli coordinati di controllo del territorio: posso citare le decine e decine di riunioni del C.P.O.S.P. volute dal signor Prefetto, in citta’ e in provincia, allargate anche ai Sindaci, in cui si sono pianificati specifici interventi per le tante specifiche emergenze.

Tuttavia, e’ pur vero che diffuse forme delinquenziali continuano a minare con sfrontata virulenza il tessuto sociale, generando ansie e comprensibili timori nella piu’ elementare quotidianita’ del vivere sociale. Micro e macrocriminalita’ , quindi, da inquadrare come manifestazioni di uno stesso fenomeno degenerativo, semmai formalmente differenziate per l’estensione della sofferenza indotta e per la sofisticazione delle tecniche impiegate, ma comunque riconducibili al comune denominatore di “delinquenza” e, come tale, inquinante e destabilizzante.
Il quadro di situazione, pertanto, impone l’attivazione permanente delle migliori risorse, per dare corpo ad una risposta ferma e unitaria da parte delle istituzioni e della collettivita’ .
L’auspicata inversione di tendenza, puo’ infatti conseguire, come tutti desideriamo, soltanto da un’ armonica convergenza degli sforzi.
Da un lato, e’ necessario che la societa’ nel suo insieme elabori ed applichi adeguate norme di comportamento, che recidano alla base gli ancoraggi sociali dei fenomeni criminali.
Dall’altro lato, le forze di polizia, nel convinto clima di leale e sincera disponibilita’ alla collaborazione, devono perseverare nella ricerca di appropriate procedure che esaltino l’efficacia dell’azione, nel rispetto delle peculiari caratteristiche ordinative ed organizzative, riferimenti ormai storici per la stessa popolazione, oltre che per gli appartenenti alle singole istituzioni.

L’arma, privilegiando decisamente l’aderenza al territorio, da tempo persegue l’obiettivo di uno snellimento funzionale e logistico della struttura, semplificando e accelerando il flusso delle comunicazioni e, soprattutto, recuperando consistenti risorse alla quotidiana azione di prevenzione e repressione.
il centro di gravita’ di tutti gli sforzi ordinativi rimangono le stazioni: ad esse sono destinate le migliori risorse disponibili per consentire non solo l’attivita’ informativa e di prevenzione esterna, ma un servizio continuativo.
Posso affermare, con l’orgoglio di Comandante, che tutte le stazioni della provincia operano in modo ottimale e, a San Vito dei Normanni, come e’ gia’ stato preannunciato dal Comandante Interregionale “Ogaden” nel corso di una sua recente visita, presto sara’ istituita la Compagnia.
Tuttavia, la funzionalita’ della struttura, necessariamente articolata e complessa per rispondere ad una minaccia eterogenea e diffusa, non puo’ prescindere dalla qualita’ delle risorse umane.
L’uomo carabiniere - e da qualche tempo anche la donna carabiniere - naturale vivificatore di ogni piu’ automatizzata organizzazione, deve insostituibilmente assolvere al ruolo centrale di sensibile recettore delle istanze e di attento elaboratore di dati e notizie, cui far conseguire un aderente selezione di priorita’ di interventi e, quindi, la scelta degli strumenti e delle procedure piu’ idonee, da sottoporre poi a costante monitoraggio di controllo.
A chi ci chiede di incrementare gli organici, pur nel rispetto delle legittime istanze e aspettative, rispondo che l’arma, tradizionalmente, impiega al meglio il proprio personale evitando con severa attenzione ogni spreco.
Spesso, impegni operativi urgenti impongono di manovrare le risorse per fronteggiare in determinate aree situazioni precarie per l’ordine e la sicurezza pubblica, sguarnendone altre.
Gli ordinamenti richiedono una continua messa a punto, in una visione globale delle esigenze di sicurezza, tenendo alla stabilita’ dei dispositivi sul territorio per penetrare nel cuore dei problemi, senza peraltro rinunciare alla flessibilita’ operativa richiesta dall’ incalzante succedersi degli eventi.

L’abbattimento, tuttora in corso, del sistema illegale, deve pero’ necessariamente essere accompagnato dall’edificazione di un nuovo sistema con basi di cultura civica e di generalizzato senso di rispetto della legalita’. Ed e’ di tutta evidenza che tale opera di edificazione non puo’ essere della giustizia penale, che deve restare nel suo ambito fisiologico.
Nel contemplare le ingiustizie sociali e le mestizie culturali dei tempi avari che viviamo: l’ insicurezza, il cinismo e la precarieta’ , mentre nel wolfiano falo’ delle vanita’ ardono a fuoco lento ideali, valori e, soprattutto, speranze, mi piace condividere cio’ che il nostro ministro dell’ interno, On. Giuliano Amato, sostiene in un suo recente saggio , e cioe’ che e’ importante che si cerchi effettivamente di cambiare il mondo, ma alla fine, quello che conta ancor di piu’ , e’ che, comunque vada, non si smetta mai di credere che questo cambiamento sia possibile.

Nella società moderna c’è un’ansia crescente di riferimenti certi, che supera i confini degli stati e persino le distinzioni etniche e religiose. voi ufficiali, marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri, che avete la fortuna di essere portatori di valori e forme che hanno resistito all’usura del tempo, siatene sempre degni e gelosi custodi.
Con questa esortazione, che e’ anche l’augurio del vostro Comandante, vi invito a gridare idealmente con me:
VIVA L’ARMA DEI CARABINIERI
VIVA L’ITALIA
VIVA BRINDISI


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