Brindisi, 26/10/2010
Rigassificatore, Associazioni: "Nomisma: difesa d’ufficio contraddittoria"
In un servizio apparso sulla stampa locale, vengono ampiamente riproposti alcuni passaggi della relazione Nomisma come se questa fosse una sorta di scrittura sacra e non invece la relazione di una società privata che offre consulenze di parte, naturalmente dietro compenso.
Detta relazione, commissionata ovviamente dalla Brindisi Lng, risulta, a ben guardare fumosa e non convincente nell’indicazione dei pretesi vantaggi ma precisa e netta nella parte – chissà perché dalla lng non evidenziata – nella quale si afferma «il terminal di rigassificazione, pur rappresentando un investimento rilevante nel sistema locale, non produce, nella fase operativa, dei cambiamenti strutturali nell’economia brindisina».
Vale a dire che, secondo Nomisma, non vi saranno apprezzabili ricadute positive nell’economia locale.
Alla luce di ciò sembra francamente fuorviante la serie di dati snocciolati sulla presunta occupazione. Posto che l’impianto non occuperà che una cinquantina di addetti, i numeri degli occupati per la cantierizzazione e nel presunto indotto sembrano seguire la logica della parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Per convincersene basta verificare quanto venne scritto sul tabellone posto all’ingresso del cantiere tuttora sottoposto ad un sequestro penale che potrebbe sfociare in una confisca.
Risulta poi priva di qualsiasi ragionevole fondamento la generica affermazione secondo la quale crescerebbe il bisogno di gas per cui andrebbero differenziate le fonti di approvvigionamento. La verità è un'altra e cioè che se qualcosa sta crescendo sul versante dell’energia, in Italia e nel mondo, sono le domande concernenti la produzione di energia rivenienti da fonti rinnovabili mentre il ricorso alle fonti di energia fossile segna il passo o è in molti casi in continuo arretramento.
Del tutto priva di riscontro nei fatti si appalesa poi l’affermazione secondo la quale gli incidenti dei rigassificatori si sarebbero verificati solo nella fase di liquefazione: ma come, ci sono tecnici che non si prendono il banale fastidio di consultare i dati che dimostrano come gravi incidenti si sono verificati in varie parti del mondo nelle fasi successive di gassificazione? Ed ancora come si può avere l’ardire di affermare che l’impianto «sarà un’opportunità di sviluppo» per un porto «in flessione» quando i dati dell’esperienza e il comune buon senso dimostrano esattamente il contrario?
In questa riproposizione di spot pubblicitari non poteva mancare il tentativo di assimilare il porto di Brindisi con quello di Barcellona ma chiunque abbia un minimo di conoscenza delle due realtà si renderà conto che si tratta di due porti con caratteristiche diverse: il porto della città catalana ha due ingressi uno per il porto industriale ed uno per quello turistico, Brindisi al contrario ha un solo ingresso e se si blocca quello possiamo abbandonare ogni velleità di sviluppo portuale.
La società inglese, forte delle note - quanto improprie - promesse di alto livello, non vuol tenere conto dell’aspetto più importante della questione: la contrarietà di un territorio espressa in tutti i modi sia istituzionalmente che come volontà popolare. E neppure vuol prendere in considerazione il grave processo penale in corso a carico di alcuni propri massimi dirigenti accusati di pesanti reati di corruzione che hanno caratterizzato l’iter procedurale autorizzativo.
C’è inoltre da ricordare che il parere positivo della Commissione ministeriale VIA è stato formalizzato in decreto impugnato dinanzi al giudice amministrativo dalla Regione Puglia, dall’Amministrazioni locali ed infine anche, in modo contraddittorio e strumentale dalla stessa società costruttrice che aveva in un primo momento esaltato tale responso.
E soprattutto tenga presente la Lng e quanti ne sostengono il progetto che c’è una cittadinanza ed un forte movimento di opinione che in sintonia con le amministrazioni locali, si opporranno con ogni determinazioni alla realizzazione di un impianto che cancellerebbe di colpo ogni speranza ed ogni progetto di un futuro migliore. Quel movimento e quella cittadinanza che in questi anni sono diventati un “difensore civico collettivo” e che oggi registrano, col sequestro disposto dalla Procura della Repubblica a carico del petrolchimico, un'altra conferma della fondatezza dei loro allarmi e delle loro segnalazioni.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.
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