Brindisi, 08/06/2005

Capobianco è zona archeologica. Interessata la Soprintendenza alle Antichità


Il Consiglio Direttivo di "ItaliaNostra" - Sezione di Brindisi, ha inviato una lettera al Dottor Giuseppe Andreassi, della Soprintendenza alle Antichità, e per conoscenza a Domenico Mennitti, Sindaco di Brindisi, Michele Errico, Presidente della Provincia di Brindisi, a Nichi Vendola, Presidente della Giunta Regionale, al Comando Carabinieri di Brindisi, alla Procura di Brindisi.
Oggetto della missiva la zona di Capo Bianco, Zona di interesse archeologico, recentemente utilizzata dai Lavori di colmata propedeutici alla realizzazione dell'impianto di rigassificazione.

Di seguito ne riportiamo il testo integrale:

In questi giorni, secondo una comunicazione alla stampa dell’azienda interessata, si apprende che sono iniziati i lavori preparatori per la colmata, di ben 25 ettari, a Capo Bianco nello specchio d’acqua antistante le isole Pedagne e la terra ferma.
Come Lei ben sa, quella zona è notoriamente ricca di reperti archeologici.
La ricchezza archeologica dell'area è documentabile attraverso la mappa allegata (da QUILICI - GIGLI) in cui sono evidenziati i rinvenimenti finora verificatisi e che, ovviamente, sono solo quelli di cui si è avuta notizia.
Va aggiunto che Capo Bianco è, appunto, fra l'insediamento monastico di Pedagne - Sant'Andrea e l'area produttiva delle Saline, in cui era approdo per le tartane che dovevano imbarcare sale.
Si invia inoltre, in allegato, riproduzione della Carta Archeologica Sottomarina della Provincia di Brindisi a suo tempo pubblicata nella “Rassegna di archeologia subacquea” edita a Brindisi il 1978 a cura del Museo Archeologico Provinciale. Può facilmente notarsi come proprio nell'area fra Capo Bianco e le Pedagne siano numerosi i rinvenimenti effettuati.
Lo specchio d'acqua antistante Capo Bianco ha notevoli segnalazioni nella letteratura relativa all'archeologia subacquea. Si ha notizia di un relitto di nave a Sud delle isole Pedagne; di fronte a queste, sulla riva, è stato recuperato fasciame.
Un cospicuo numero di anfore sono state recuperate nei pressi dell'isolotto dell'eremita.
Altri recuperi sono stati effettuati a punta Bandiera, circa 500 - 600 m dalla riva.
Tutto ciò è tanto più notevole qualora si consideri che si tratta di recuperi occasionali in assenza di un'attività sistematica di ricerca. I ritrovamenti citati sono segnalati da L. QUILICI - S. QUILICI GIGLI, Repertorio dei beni culturali archeologici della provincia di Brindisi, Brindisi 1975, p.78 con pienezza di rimandi bibliografici. Dalla stessa zona provengono quattro ancore in pietra a tre fori conservate nel museo archeologico provinciale (Vedi Inventari del museo stesso) e anfore vinarie (G. MARZANO, Il museo provinciale Francesco Ribezzo, Fasano 1961, p.20).
Quindi come ben si comprende tali lavori, condotti per altro in maniera incontrollata, pregiudicherebbero definitivamente e irreparabilmente l’area; pertanto si fa formale invito a codesta Soprintendenza alle Antichità affinché sia tutelato tale patrimonio in ossequio alle vigenti leggi.