August 25, 2025

Ammetto di essere “confuso” da questa improvvisa frenesia che ha pervaso Enel, Regione e lo stesso Comune di Torchiarolo di voler quanto prima applicare i filtri ai camini domestici.
Già ieri, durante l’udienza degli appellanti (Regione ed ARPA) alla sentenza con la quale il TAR Lecce obbligava alla realizzazione della VAS (Valutazione Ambientale Strategica), la Regione ha espresso la volontà di finanziare la posa in opera dei filtri sui camini domestici di Torchiarolo; tale dichiarazione sottende il riconoscimento che i 40.000 € stanziati sono ben poca cosa rispetto all’investimento globale.
Eppure il Comune, tacciato di immobilismo e con minacce di azioni legali, ha effettuato la gara relativa all’acquisto, posa in opera e manutenzione dei “filtri”, alla quale, per le notizie che mi sono state fornite, non vi è stata alcuna ditta partecipante!! (da internet l’Ufficio Tecnico ha rilevato che vi è una sola azienda austriaca a realizzare i filtri)
Fatto salvo che la VAS è strumento di garanzia per tutti i Cittadini di Torchiarolo e che il Comune non ha mai “alzato barricate” contro nessuno ma ha solo richiesto una legittima, razionale e congrua integrazione scientifica agli studi che, con grande professionalità e serietà, ha condotto il Dipartimento ARPA di Brindisi, fa specie che alla sentenza del TAR Lecce, si sia opposta la Regione ed ancor più l’ARPA.

 
L’ARPA non è per caso un Ente pubblico strumentale a servizio della “prevenzione” e “protezione” dell’Ambiente e dei Cittadini? Ed i Cittadini di Torchiarolo non hanno gli stessi diritti alla “prevenzione” e “protezione” dei restanti pugliesi?
Ed allora considerato che la VAS è lo strumento utile alla verifica della richiamata “prevenzione” e “protezione”, per quale motivo ARPA , con il proprio Direttore Prof. Assennato, si oppone ad effettuare l’integrazione richiesta al Piano di Risanamento e, quindi, alla VAS?
Incomprensibile!! Così come è incomprensibile che la Regione, nella propria comparsa davanti agli “ermellini” sostenga la posizione di Enel Produzione Spa alla costituzione in giudizio!

 
In fondo e per giusta causa, la costituzione di ARPA ha comportato la presentazione, in allegato, di tutta la documentazione prodotta da ARPA fra cui anche la relazione tecnica del DAP di Brindisi dal titolo “ Misure di OC, EC e levoglucosano su particolato fine presso i comuni di Torchiarolo(BR) e Lecce – Località S.M. a Cerrate- risultati del monitoraggio”; alla pag. 18 di tale studio è riportata la tabella dalla quale si evince che la somma dei componenti, sicuramente derivanti dalla combustione della biomassa fresca, è pari a 7,76% del totale del PM10 registrato nella centralina mobile!

 
Guarda caso tale tabella non è stata inserita nel Piano di Risanamento per Torchiarolo che, invece, riporta in maniera del tutto apodittica (pag. 91) una presunta influenza dei camini alle concentrazioni di Torchiarolo di “circa il 92%”! Anche tale dato sparisce nelle comparse della Regione al TAR ed al Consiglio di Stato!!

 
Apparrebbe che i dati rivenienti dalla centralina di Torchiarolo (Don Minzoni) sono, per la Regione, come in uno stato “plastico”, li modelli come vuoi e se ne hai bisogno li utilizzi come vuoi!

 

La personale confusione si incrementa allorquando leggo che ENEL intende finanziare la posa in opera dei 522 filtri negli altrettanti camini domestici di Torchiarolo; fatto questo molto positivo ma incongruente con la stessa posizione dell’ENEL che riporta documentazione dalla quale riconosce che il proprio contributo al PM10 di Torchiarolo è solo dello 0,67% !
Per un così irrisorio “contributo” ENEL si accolla oltre un milione di euro di spesa, smentendo se stessa; appare come se ci fosse un’ammissione di responsabilità ma, non intendo entrare nel merito.
Resta il fatto che mentre ENEL dichiara un “contributo” del 0,67 % (motivandolo), la bozza del “Piano di risanamento” per Torchiarolo di ARPA e Regione, riporta un contributo della centrale di Cerano variabile fra il 10-20%.

 
Insomma a chi dobbiamo credere?
Per tale motivo il Comune ha chiesto, con “osservazioni” alla “Bozza di Piano”, che si facesse la VAS, si ampliasse ai territori limitrofi, comprendendo anche Brindisi e la centrale di Cerano e si fornisse chiarezza, con integrazioni tecnico-scientifiche, su quanto incide realmente sulla costituzione del PM10: il traffico, la combustione della biomassa fresca, la centrale di Cerano, ecc.
Tutte considerazioni e richieste che vanno nell’unico verso della salvaguardia ambientale e della salute dei Cittadini di Torchiarolo!

 

Senza fare “barricate”, ma neppure calandosi le brache, ritengo che sia utile e necessaria la presenza dei Cittadini di Torchiarolo e dei territori limitrofi nella procedura di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) della centrale di Cerano che il Ministero dell’Ambiente ha riaperto.
Fra l’altro il “Piano di Risanamento” di Torchiarolo non riporta alcun riferimento ai dati riportati nell’AIA di Enel Produzione (Decreto 253 del 08/06/2012) che al Cap. 4.5.2 e per espressa dichiarazione del produttore, riporta che le “emissioni non convogliate” originano allo scarico del carbone (Costa Morena) “un’emissione diffusa” di 29 mg/mc/giorno ed allo stoccaggio nel carbonile “si origina un’emissione diffusa di 145 mg/mc/g”) per un totale di 174 mg/mc/g.
E’ una dichiarazione del produttore (ENEL) e quindi è di parte e, se pur considerata valida, basta moltiplicare per 17-18 anni di funzionamento della centrale per verificare quanto “particolato sottile” (PM 10) è stato immesso in atmosfera ed è ricaduto sui campi e sulle abitazioni, anche di Torchiarolo.

 

Ben venga, quindi, questa frenesia all’installazione dei filtri nei camini ma, per un fatto di rispetto della dignità dei Cittadini di Torchiarolo, è necessario che si diano risposte certe in merito a quanto è stato prodotto sulla salute e sul territorio da parte del PM10 e dalle varie fonti che lo generano.
Per tale motivo è necessaria la procedura di VAS che, ribadisco, è garanzia di approfondimento scientifico e garanzia di individuazione delle cause e che, presumibilmente e per tali ragioni, molti non vogliono.

 
prof. dott. Francesco Magno

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