August 17, 2025

In questi giorni i cittadini di Brindisi stanno ricevendo delle lettere particolarmente sgradite perché relative al pagamento delle aliquote TARI.
L a TARI di per se è uno strumento corretto e dovuto ma quando, come nel nostro caso, il livello è talmente alto da raggiungere quote da Guinnes dei primati, l’irritazione, anzi la rabbia, della popolazione è assolutamente comprensibile. Il giudizio politico sull’amministrazione che ha portato la nostra città ad avere due picchi, uno nel costo (il più alto d’Italia), l’altro nel servizio (il più scadente d’Italia) , non può che essere negativo. Una volta individuate le cause di tale situazione, è necessario avere in mente idee chiare su come risolvere il problema, sia a breve che a medio lungo termine oltre che evidentemente scegliere di non rivotare i protagonisti di questa ennesimo triste provvedimento che oggi ha portato i cittadini a impoverirsi ancora di più.
Le cause sono evidenti, come scritto nel documento “ VERBALE DELLE DELIBERAZIONI DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO” relative all’approvazione delle aliquote TARI del 2016.
Ebbene nella premessa della delibera in oggetto (Delibera N°10) una voce riporta:
“VERIFICATO che la tariffa è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti riferite in particolare agli investimenti per le opere ed i relativi ammortamenti e da una quota rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità degli oneri di gestione.”
Appare chiaro che al di là dei coefficienti applicati alle varie fattispecie, la tassa dipende dal costo.
E chi ha stabilito il costo del servizio? E quali sono le componenti di questo costo?
Certamente il costo del personale, il costo dei mezzi, il costo del conferimento in discarica, il costo del carburante per i mezzi (che cresce se la discarica più vicina non è fruibile e bisogna girare il Salento per trovarne una disponibile). Se poi questi rifiuti devono partire per destinazioni estere va da se che la tassa debba salire a prezzi stratosferici. Nessun controllo c’è stato su questi servizi, perché nessun controllo poteva esserci, in quanto il sindaco (che chiaramente influenzava negativamente anche i suoi sottoposti), non ha avuto altro interesse se non quello speculativo e personale.
La maggior parte, se non la totalità dei servizi è esternalizzata. A nostro avviso sarebbe necessario ricondurre sotto un’unica gestione a controllo pubblico (Comunale ).
Una nuova sociètà con statuto aperto a prestazione anche per terzi, siano essi pubblici o privati, contenente i servizi di raccolta rifiuti, spazzamento strade, manutenzione del verde pubblico, controllo parcheggi e relative sanzioni, riscossione tributi, servizio mensa, etc. Garantirebbe nuove opportunità di lavoro a tutte quelle fasce di lavoratori oggi a rischio licenziamento.
Per porre un rimedio a breve è necessario trovare fondi, siano essi interni al bilancio Comunale o provenienti da crediti della tassa rifiuti con aziende locali (Enel per esempio che deve al comune di Brindisi 2,4 milioni di euro ) al fine di ridurre immediatamente le rate TARI ai brindisini. Ma per risolvere il problema in maniera duratura, garantendo anche stabilità lavorativa a tutti gli operatori del settore conferimento rifiuti (parliamo dei dipendenti della Nubile ) è necessario applicare modifiche strutturali.
La raccolta differenziata è una rivoluzione culturale alla quale il cittadino si stava lentamente abituando. Tutto però è crollato quando si è scoperto che la differenziata veniva poi buttata in un compattatore unico. Chiaramente i brindisini si sono sentiti presi in giro, quando poi hanno visto il prezzo da pagare sono andati su tutte le furie.
Il problema è però risolvibile. Esistono sul mercato alcuni sistemi che trattano il rifiuto indifferenziato o parzialmente indifferenziato, o differenziato.
Ad esempio il sistema THOR o il sistema Arrow Bio sono tra questi.
Questi procedimenti consentono, ad ogni modo, di recuperare gran parte dei materiali riciclabili come i metalli ferrosi e non ferrosi, la plastica (HDPE, PET e pellicola) e il vetro. Permettono inoltre di produrre fertilizzanti e Biogas che è una fonte di energia alternativa pulita, utilizzabile per il trasporto o per la produzione di energia elettrica o termica.
Un sistema utilizza la polverizzazione dei rifiuti l’altro l’acqua.
L’impatto ambientale è zero. C’è una totale assenza di residui e la completa autosufficienza energetica del sistema grazie alla produzione di biogas. Addirittura il gas in eccesso può alimentare mezzi di locomozione cittadina (Bus) o essere utilizzato per riscaldare le scuole.
I due sistemi offrono vantaggi simili ma hanno delle differenze di processo e gestione. In ogni caso garantirebbero posti di lavoro permanenti. Una attenta analisi di fattibilità dovrebbe dire se l’impianto deve realizzato da privati ( le aziende stesse) con un contratto a lungo termine per il conferimento o acquistato dal Comune. L’acquisto del bene o servizio sarà, ovviamente, oggetto di bando di gara.
Così facendo i costi sarebbero sotto controllo, non ci sarebbero conferimenti a discariche o costi di spostamenti mezzi non previsti con un netto risparmio da girare alla cittadinanza in termini di riduzione della TARI.

 

COMUNICATO STAMPA SIMONA PINO D’ASTORE

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