Approfondimenti » 13/06/2004
Lele Amoruso: "Attenzione alla curva"
Il fatto: mentre erano in corso i comizi conclusivi dei due schieramenti politici ( centro destra e centro sinistra , rispettivamente a Piazza Cairoli e Piazza Vittoria) un corteo numeroso, compatto e “urlante” di giovani tifosi del Brindisi calcio (noti come i ragazzi della curva sud) ha attraversato i corsi principali dirigendosi all’uno e all’altro comizio.
Gli oratori di turno, sgomenti all’inizio prima di capire la “natura” del corteo, si sono interrotti e poi hanno più o meno preso atto della “manifestazione” e della principale richiesta avanzata riassumibile nello slogan ripetutamente gridato di:” niente calcio, niente voto”.
Il corteo, colorato di bandiere bianco azzurre, tricolori e striscioni vari, ha continuato a muoversi tra le due piazze fino al termine dei comizi stessi, dai palchi dei quali si ribadiva la promessa di: “domenica tutti al campo”.
1) l’accaduto è assolutamente originale e ha rotto la “sacralità” della piazza politica che durante i comizi elettorali trova il momento di maggiore identità e legittimazione;
2) l’azione ha teso simbolicamente a “prendere la piazza” e fare della richiesta posta la ragion d’essere dei giovani, ambosessi, ultras;
3) “prendere la piazza” tende a deligittimare la politica, vista come parziale punto di vista sulle cose sociali;
4) siamo in presenza di quelle nuove “tribù” culturali e sociali in cui si differenzia il corpo sociale contemporaneo, che fanno della “parzialità” del punto di vista la forza della “fede” e nel contempo la modalità dell “esperienza” emotiva e cognitiva;
5) i giovani della curva hanno sperimentato una forma irrituale, e fuori dal “campo” tradizionale, di autorappresentazione che favorisce processi identitari, e perciò stesso, di autonomia e di distacco dal più generale contesto;
6) la parzialità del punto di vista, benché evidente, segnala la forte frammentazione delle varie “istanze” sociali e pone vincoli e ostacoli ad un possibile “discorso unitario” sulle cose del territorio, già fortemente provato da processi di disgregazione e accesa “fuga” nelle microidentità;
7) dal punto di vista dei processi culturali, e sociali, l’accaduto prelude a eventuali radicalizzazioni subculturali con ereditarietà della “rottura” del legame sociale;
8) complessa e ponderata è la “risposta” che la società, nel suo essere fondata su valori e scopi, deve dare sopratutto per non farsi trascinare nella “zona grigia” del cavalcare la tigre o ignorarla;
9) ancora una volta non è il fare che “segnerà” il gol ma è l’interpretazione.
Brindisi, 12 giugno 2004
Emanuele Amoruso
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