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Isola di G. Sciarra: Graziano, le ferie di Errico, la transumanza ed il termina...l



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Isola di G. Sciarra » 22/07/2004

Graziano, le ferie di Errico, la transumanza ed il termina...l

• Per ricordare Graziano
Da qualche giorno a questa parte, chi è transitato da piazza Vittoria, ha potuto osservare come la facciata della sede del Banco di Napoli fosse coperta da scritte e segni, si è arrivati, addirittura, ad imbrattare la storica fontana De Torres.
In questo modo, gli autori, hanno voluto ricordare un loro amico scomparso tragicamente e manifestargli il proprio affetto.
Ma siamo sicuri che Graziano sarà contento di essere stato ricordato in un modo così poco civile? E difficile crederlo.
Non si sarebbe ottenuto un risultato migliore farlo tramite i mass-media o con una messa in suffragio o legando al suo ricordo delle opere di bene, facendo della carità. Modi, ve ne sarebbero tanti, ma ahimè è stato scelto il peggiore.
Purtroppo c’è da annotare che questo deprecabile episodio non pare abbia suscitato l’interesse degli organi d’informazione.

• Chi attende le ferie del Presidente?
Michele Errico alla carica. Senza sosta. I “poteri forti”, nelle cui mire è caduta questa città, attendono con ansia che il Presidente della Provincia se ne vada in ferie … per prendere un po’ di fiato.
Non c’è dubbio che in molti siano stati spiazzati, sorpresi dalla partenza a razzo di Errico, che però non fa altro che mantenere fede a quanto abbondantemente annunciato in campagna elettorale. L’aspetto che, a mio avviso, è fuorviante è quello di far passare queste decisioni come mere scelte ambientali. Ciò è fortemente riduttivo, e non dà l’esatta portata di ciò che, in prospettiva, queste scelte potrebbero comportare.
Chi si può dire certo che la realizzazione di un mega impianto di rigassificazione (soprattutto all’imboccatura del porto), di un termovalorizzatore (esiste già un inceneritore), e di altre cosucce del genere che vorrebbero rifilarci, servano realmente a risolvere il problema occupazionale?
Riflettendo un po’ e ragionando con un minimo di raziocinio questa non dovrebbe apparire come la strada giusta.
Inseguendo le emergenze è molto difficile, se non impossibile, programmare ad ampio respiro, fatto essenziale se s’intendono raggiungere risultati duraturi e non essere assoggettati agli inevitabili ricatti che sono figli dell’emergenza. Anzi quella dell’emergenza sembra essere più che una situazione contingente, una tattica ben precisa.
Errico sta compiendo scelte coraggiose. Scelte che susciteranno senz’altro “colpi di coda”, reazioni inevitabili di chi si sente attaccato negli interessi che sinora ha coltivato del tutto indisturbato. Sarebbe doveroso far sentire, a chi si impegna ad amministrare in modo diverso dal passato, la solidarietà di chi condivide questo percorso, essere vicino per infondere quella forza che occorre per raggiungere risultati importanti: poter vivere finalmente in una realtà diversa. E se veramente vogliamo questo non ci si può esimere dal far sentire la propria “presenza”.

• I propositi del Sindaco Mennitti, dai “transumanti” ribelli al rigassificatore.
Al comune c’è maretta. La scelta della giunta non è stata indolore, anzi ha provocato risentimenti, veleni e polemiche. Del resto non ci voleva l’oracolo per immaginarlo.
Non so se i “transumanti” abbiano sancito dei patti con chicchessia o se la loro presenza in una delle liste del centrodestra li abbia previsti tacitamente, è certo che accettare prima la loro presenza -che non è passata inosservata- e poi invocare il cambiamento è un argomentazione che, in fatto di coerenza, solleva qualche dubbio.
Tenendo fede all’era consumistica nella quale viviamo, i “transumanti” hanno ricoperto il ruolo del candidato usa e getta. Usati per vincere, sicuramente, poiché il loro apporto nel totale è stato pari a circa il 15%: un vero partito in transumanza. Un partito, appunto, e solo con quelli e non con i singoli che il sindaco Mennitti ha affermato, giustamente, di voler trattare. E se i “ribelli” decidessero di dar vita ad un gruppo consiliare autonomo e indipendente come la metteremmo?
Ma è certo che il sindaco Domenico Mennitti, non è un personaggio che manchi di carattere e quindi di determinazione, la sua caratura politica e culturale, la sua storia sta lì a testimoniare che la sua linea non conoscerà ostacoli capaci di impensierirlo più di tanto.
Durante la conferenza stampa che annunciava la neonata giunta, il sindaco ha anche rilasciato delle dichiarazioni riguardo il rigassificatore di Capobianco. Dichiarazioni estremamente chiare e inequivocabili. In una società che si rispetti, dichiarazioni di questo genere, rilasciate dal primo cittadino, unitamente agli importanti atti del Presidente della Provincia, non dovrebbero lasciare spazi a dubbi di sorta sull’avvenire di questo impianto.
Se è permesso rivolgere una richiesta al sindaco vorrei pregarlo, a questo punto, di “invitare” le ditte a sospendere con immediatezza i lavori che stanno eseguendo a Capobianco. Rassicurerebbe così, con un atto concreto, i cittadini e la parlamentare Rosa Stanisci che a tal proposito ha presentato un’interpellanza.
Sa com’è, signor sindaco, si dice verba volant …

• Date un nome al terminal provvisorio e prefabbricato. Operazione ruffiana.
Con un’operazione abbondantemente ruffianesca il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Giannini, ha deciso di far “battezzare” ai brindisini il terminal provvisorio nonché prefabbricato di Costa Morena, il quale pare una copia riveduta e corretta del mitico e poco distante ristorante “le baracche”.
Un modo come un altro per dare importanza a un qualcosa che non ne può avere, e che, per la sua modestia e la sua dichiarata provvisorietà, si auspica lasci il posto a ben altre strutture poiché il porto di Brindisi ha bisogno di ben altro e non di provvisorietà ed improvvisazioni né tanto meno di prese per i fondelli.
Solo una buona operazione di maquillage che ha dei precedenti messi in atto dall’ex sindaco Giovanni Antonino con il teatro “G. Verdi” e dall’Enel che addirittura coinvolse le scolaresche che, povere anime candide, nobilitarono un impianto industriale (la centrale di Cerano) col nome di un personaggio storico che non ci azzeccava per niente: Federico II.
Quindi a tentare questa consultazione popolare sino ad ora sono stati Giovanni Antonino, l’Enel ed ora Luigi Giannini. Non si facciano commenti!
Visto che si vuol dare inizio al gioco, partecipo. Caro presidente, vista l’auspicabile provvisorietà del pre…fabbricato, se lo intesti:
Luigi Giannini, termina … l.
Non le pare che suoni bene presidente?

GIORGIO SCIARRA


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