Isola di G. Sciarra » 30/07/2004
Propongo un cambio: rigassificatore e carbone contro ALENIA
Sono cosciente. Mi accingo a fare un ragionamento che ha dei limiti, direi quasi oscurantista, alla Bossi per intenderci. Ma vi sono delle cose che sfuggono alla mia, lo riconosco, limitata comprensione.
Oggetto: l’affaire Alenia, costruzione di parti della fusolierra del Boeing 7E7.
Come è stato ampiamente reso noto si tratta di un investimento di notevole portata, capace di portare occupazione per centinaia di unità e quindi di dare una svolta a qualunque realtà territoriale in crisi. Occasione quanto mai appetibile, soprattutto qui da noi dove il problema occupazionale condiziona scelte politiche e sociali.
C’è da considerare, quindi, il comparto aeronautico come seria prospettiva, non per niente, una vecchia volpe come Marcello Indraccolo ha da tempo prospettato la possibilità di un insediamento di tutto rispetto.
Detto questo, non riesco pertanto a capire il perché Massimo Ferrarese, presidente dell’Associazione Industriali brindisina, e Domenico Mennitti, sindaco di questa città, si preoccupino a volerci convincere che è di primaria importanza che questo investimento si realizzi in Puglia, è secondario che si faccia a Grottaglie, Foggia o Brindisi. Comprendo che la loro visione travalichi i ristretti confini di questo misero territorio, ma sarebbe il caso che non si soffermassero a incomprensibili dissertazioni ma ci spiegassero i motivi per cui si dovrebbero “abbandonare campanilistiche e pregiudiziali argomentazioni”. Perché questa arrendevolezza o magnanimità verso altri territori?
Non esistono dubbi sulla qualità delle nostre infrastrutture, del resto sono state lodate da tutti compresi Ferrarese e Mennitti e, sopratutto da loro, continuano ad essere addidate al fine di sostenere la reale capacità di questo territorio nell’accogliere aziende. Se ciò insieme ad una realtà consolidata nel settore aeronautico costituisce un vantaggio, la situazione economica locale, impone di sfruttarlo. L’investimento in questione ci darebbe una certezza economica per qualche lustro, oltre ad altri vantaggi nell’indotto creando un occupazione specializzata e qualificata.
Quindi l’importante è certamente che si faccia in Puglia, ma a Brindisi, perché abbiamo le condizioni infrastrutturali idonee (aeroporto, strade, porto, finanche un capannone nuovo inutilizzato), perché esiste già da anni una professionalità acquisita, perché ci tocca dopo che ci hanno inquinato e maltrattato. I brindisini non comprenderebbero il perché in questo territorio si possono soltanto ospitare centrali inquinanti, per la cui alimentazione a carbone vengono sacrificate le tradizionali attività portuali, torce al plasma o un altro termovalorizzatore, per non parlare del rigassificatore, che sarà certamente utile farlo ma perché a Brindisi? Mennitti e Ferrarese si adoperino affinché sia realizzato a Bari o a Manfredonia o a Santa Maria di Leuca, tanto l’importante sarà farlo in Puglia.
Non siamo nelle condizioni di essere arrendevoli né magnanimi se, oltre al territorio, anche i nostri politici ed imprenditori hanno altrettanto valide capacità -e sicuramente ne sono in possesso-, questo è il momento di farle valere.
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