Approfondimenti » 01/11/2007
Nello stemma basta una colonna e parte dell’altra. Di Aldo Indini
Al centro dello stemma della città di Brindisi è sufficiente per conservarne la memoria “una colonna e mezza”, invece che due, visto che una non è più a Brindisi, ma in piazza Santo Oronzo a Lecce, “ ... però bastando para conservase e sta memoriay Blason la columna que esta en piè, y la parte de la otra, que tanbien se conserva...”.
Così si apprende da un documento successivo alla lettera del 6 settembre 1659, con la quale il Viceré di Napoli Conte di Pineranda ordina che siano donati a Lecce i pezzi della colonna caduta a Brindisi il 20 novembre 1528, quali basamento per erigervi la statua di S. Oronzo che ha salvato la città dalla peste, “ giachè i marmi sono sparsi e la città non se ne serve “. In verità dopo 132 anni la colonna caduta è ancora per terra non utilizzata. Arriva l’ordine dall’alto, Brindisi si sveglia, rivendica i suoi diritti, ma come sempre ormai è troppo tardi.
La successiva lettera é quella datata Napoli, 24 ottobre 1659: “ El Conde de Pineranda a los del gobierno della Ciuidad de Brindisi “. Fatto presente che lo stemma della città di Brindisi era composto da due originali colonne il viceré risponde: “... non mi meraviglio che una città tanto antica come Brindisi di cui tanto hanno menzionato le storie, difenda una materia tanto celebre che la città stessa scelse come stemma delle sue armi, ma bastando che si conservasse detta memoria nella colonna che sta in piedi, e parte dell’altra che anche si conserva, ...”.
Questa lettera, in lingua spagnola, è il terzo allegato alla Ratificatio concessionis columnae pro erigenda statua Sancti Horontij. Atto del Notaio Antonio Maria Gervasi, n. 508 in data 15 novembre 1659, foglio n. 363, depositato presso la Sezione Notarile dell’ Archivio di Stato di Lecce, ( atto di concessione della colonna a Lecce a firma del Sindaco di Brindisi Carlo Monticelli Ripa).
Allora perché tenere uno stemma della Città non più corrispondente alla realtà di un monumento smembrato, per il quale è stata vanificata a Brindisi anche l’origine ritenute colonne “Terminali della via Appia”, quando Lecce, invece, ne conserva scolpito sul basamento della colonna, lato anfiteatro, l’originale ed inalterato motivo della sua esistenza: “ Columnam hanc quam Brundusina civitas suam ab Hercule ostentans originem prophano olim ritu in sua erexerant insignia...” ( Questa colonna che la città di Brindisi, che ostenta le sue origini da Ercole, con profano rito già aveva eretto ...).
Geom Aldo Indini
Ex Perito del Traffico del Comune di Brindisi
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