Approfondimenti » 19/08/2004
Gianluca Nigro sulla questione Regina Pacis
Apprendiamo dalla stampa la decisione della curia leccese di non rinnovare per l'anno 2005 la convenzione per la gestione del CPT Regina Pacis di S. Foca.
La decisione, apparentemente, arriva dopo le ultime forme di protesta riguardanti la struttura gestita dall'uomo di fiducia dell'Arcivescovo Ruppi, don Cesare Lodeserto, inquisito per reati vari riguardanti illeciti amministrativi e violenza.
In realtà la decisione, espressa alla stampa direttamente da Ruppi, mostra l'inadeguatezza della ricetta del contenimento degli arrivi di migranti, attraverso l'istituzione dei CPT, evidenziando così, i paradossi di ogni forma di approccio "democratico" alle deportazioni di massa nella gestione del fenomeno della migrazione.
Nel corso degli anni si è tentato di confondere le idee facendo credere all'opinione pubblica che quello di S.Foca fosse un centro di accoglienza. Niente di più lontano dalla realtà.
Il Regina Pacis è sempre stato un Centro di Permanenza Temporanea finalizzato solo ed esclusivamente all'espulsione delle persone "ospitate". Mai nessuna organizzazione ha potuto avere accesso libero per svolgere attività di informazione dei diritti delle persone che li sono state Trattenute coattivamente.
Quel centro, oltre ad essere stato più volte inquisito, rappresenta un'anomalia anche perché è l'unica struttura facente capo al Vaticano che gestisce una "galera etnica".
Riteniamo la decisione di non rinnovare la convenzione anche frutto delle battaglie condotte dalla società civile organizzata, che negli anni ha costruito un movimento di opinione teso a spiegare e informare l'opinione pubblica sulla realtà dei cpt. Le ultime manifestazioni in Puglia hanno visto la partecipazione di pezzi importanti del mondo cattolico, della grande maggioranza del mondo del volontariato, del ceto politico moderato e non; le maggiori e più credibili organizzazioni umanitarie come Amnesty International, Medici Senza Frontiere e ICS si sono espresse in modo chiaro ed inequivocabile sulla poca democraticità dei CPT.
Il vero problema, a nostro avviso, è l'assenza di volontà, da parte delle istituzioni, di gestire razionalmente il fenomeno delle migrazioni. Da qui nascono tutti i problemi legati anche all'esistenza e all'inefficacia dei CPT a realizzare gli scopi per i quali sono stati istituiti.
La vicenda della nave Cap Anamur e i decessi avvenuti con gli ultimi sbarchi, hanno mostrato come la vita e la morte delle persone sia in mano solo ed esclusivamente a certa propaganda politica, funzionale a logiche che poco hanno a che fare con la gestione reale del fenomeno degli arrivi di migranti, quanto molto sono legate agli umori politici del momento.
La trasformazione del Regina Pacis dovrebbe indurre anche gli altri enti gestori a prendere posizione contro l’istituzione dei CPT e a convincere le istituzioni tutte ad abbandonare la logica securitaria assunta, in modo paradossalmente bipartisan, dal ceto politico. Le migliaia di cadaveri presenti nei fondali del mediterraneo gridano giustizia e riscatto.
Non vi sono, al momento, ricette definite ed efficaci per affrontare il problema. Certamente è fin troppo evidente che le politiche nazionali ed europee sono totalmente inefficaci e producono solo clandestinità e cadaveri: due prodotti poco degni di un sistema democratico e rispettoso dei diritti umani.
E’ necessario ripensare alla base i pilastri su cui si fondano le attuali politiche sull’immigrazione. Attivare canali di ingresso più accessibili e garantire effettivamente il diritto d’asilo sono due necessità impellenti che non possono essere rinviate a data da destinarsi. Sotto questo profilo l’Italia non ha ancora raggiunto nemmeno gli standard europei, pur avendo il numero di ingressi tra i più bassi d’Europa. Infatti, il paese dei navigatori dei poeti e degli emigranti non ha una legge organica sul diritto d’asilo, parametro ritenuto essenziale per i nuovi paesi che richiedono l’ingresso in Europa.
All'Arcivescovo Ruppi e a don Cesare Lodeserto chiediamo: se ora affermate di voler dedicare le energie all’accoglienza perché non ammettete che fino ad ora il Regina Pacis è stato un carcere per Detenzione Amministrativa? Dire la verità è pur sempre un precetto cristiano.
Gianluca NIGRO
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