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Approfondimenti: San Teodoro nell’iconografia bizantina



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Approfondimenti » 31/08/2004

San Teodoro nell’iconografia bizantina


E’ questo il tema principale della mostra collettiva di arte bizantina che la Comunità Ellenica di Brindisi propone nell’ambito dei solenni festeggiamenti dei Santi Patroni.
Dal 30 agosto al 5 settembre, presso il Complesso Santa Chiara, i visitatori potranno ammirare ogni sera, dalle ore 18 alle ore 22, delle icone realizzate da iconografi contemporanei che vivono e lavorano nel Salento, coordinati dalla maestra e restauratrice Vasileia Bachtsè . Alla mostra partecipa, inoltre, il prof. Costantinos Xenopoulos , maestro iconografo, ed un gruppo di suoi allievi greci.
La mostra sarà inaugurata lunedì 30 agosto alle ore 20, con la presenza del presidente della Comunità Ellenica di Brindisi, Ioannis Davilis. Introdurrà gli artisti la professoressa Isabella Bernardini, docente di neogreco presso l’Università degli Studi di Lecce ed esponente della Comunità Ellenica di Brindisi.

I partecipanti alla Mostra di Arte Bizantina della scuola Iconografica del Maestro greco XENOPOULOS CONSTANTINOS sono:

- Maestro XENOPOULOS CONSTANTINOS
- GHEKA IOANNA
- KISSIOTI MARIA
- MATIAKH CRISTINA
- BAIRAMIDOU KIRIAKì
- SISSIOU ELENI
- SIDIROPOULOS GEORGIOS
- GALEONE P. GIUSEPPE
- MAGGI SUOR PATRIZIA
- MAGGI SUOR MARIA LETIZIA
- DE BENEDICTIS ANTONIO
- ALEMANNO MARIA LUCIA
- TORRE GIOVANNA
- BACHTSE VASILEIA
- MAYER KATHARINA
- VERONICA ROMAGNOLI

La Tecnica utilizzata:
Le icone sono una forma di teologia visiva delle Sacre Scritture, per questo si dice che non sono dipinte, ma scritte.
La realizzazione di una Icona accompagnata dalla Preghiera e della meditazione e un iconografo deve rispettare la Tradizione. Per questo il massimo dell' originalità di un Iconografo è la fedeltà alla Tradizione.
La base dell'Icona è una tavola di legno (Abete, Tiglio, Betulla ecc..), su cui viene stesa una tela (ricorda il Mandilion, la Prima Icona, il telo di lino sul quale Cristo impresse il suo volto, vedi la Storia) che in seguito viene ricoperta da diversi strati (7/8) di Levkas, una mistura di Gesso di Bologna o Alabastro e colla di pesce o di coniglio.
Questo fondo deve essere perfettamente levigato e curato perchè e la vera base della Pittura. Quando la tavola è asciutta e levigata viene inciso il disegno con un ago.
Sotto la composizione di un'icona c'è una precisa geometria di forme pure: cerchi, quadrati e diagonali. Queste forme sono intrecciate in un insieme armonioso: è il linguaggio della geometria sacra. In seguito la Tavola viene dorata (Fondi, Aureole ecc). Le tecniche di doratura sono due, la prima, la doratura ad olio o a missione è la più semplice, la seconda invece, la duratura ad acqua e più costosa e difficile ma da migliori risultati.
In questa seconda tecnica la tavola viene preparata ad accogliere, nei punti desiderati le foglie d'oro con un particolare composto, il Bolo Armeno o Bolus, questa tecnica permette la lucidatura dell' oro con la punta d'agata. Infatti l'oro nelle Icone, simboleggia la luce divina, e per questo, nelle Icone Bizantine di solito il fondo è dorato. Poi si inizia la pittura vera e propria, eseguita utilizzando la tempera all'uovo. I pigmenti usati sono naturali (vegetali, minerali e organici), preparati con una soluzione di tuorlo d'uovo, mista ad aceto (per conservali meglio)e acqua benedetta. I colori più scuri vengono stesi per primi e schiariti. Per prime vengono dipinte le vesti e poi si passa all'incarnato.
Per ultimi vengono fatti i tratti bianchi, che schiariscono e danno volume. A questo punto si rifinisce l'Icone. In alcune Icone vengono realizzati sulle vesti dei tratteggi d'oro, che possono essere realizzati con oro in polvere oppure con foglia d'oro con la tecnica dell'Assist.
Al termine l'iconografo scrive, in lingue della Liturgia orientale , in genere in greco, Slavo Ecclesiastico ecc. pone le iscrizioni, cioè il nome del personaggio o della scena raffigurata, quindi l'icona è pronta per essere verniciata, in modo da fissare e proteggere la pittura.
La vernice, l'"olifa" è fatta di olio di lino cotto resine e sali minerali; questa vernice tende ad annerire col tempo, conferendo il caratteristico colore scuro alle icone antiche.


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