Approfondimenti » 13/11/2002
Il progetto di adozione di un bene culturale
Giovedì 14 novembre, alle ore 18.30, presso la chiesa di Santa Teresa a Brindisi, verrà presentata l'iniziativa del "Progetto di adozione di un bene culturale - La cappella de’ Ferreyra nella chiesa di santa Teresa a Brindisi -". L'iniziativa è curata dai Rotary di Brindisi e Brindisi Valesio, dell'Inner Wheel di Brindisi, del Liceo Artistico Simone ed è patrocinata dall'Archivio di Stato di Brindisi. Sono previsti gli interventi del prof. Giacomo Carito, responsabile dell'ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Brindisi, e del prof. Massimo Guastella, coordinatore del progetto.
Il progetto d'adozione, della cappella gentilizia de Ferreyra, nella seicentesca chiesa dei Teresiani Scalzi di Brindisi, elaborato dagli allievi del corso Beni Culturali del Liceo Artistico "Egardo Simone" di Brindisi, è una proposta di sensibilizzazione culturale orientata verso le giovani generazioni, attraverso il restauro di una o più opere d'arte.
L'obiettivo è quello di effettuare i restauri di una o più tele e arredi sacri, presenti nella cappella de Ferreyra, in loco anziché nel chiuso dei laboratori, in modo che i giovani allievi del liceo "Simone" possano, meglio recepire gli aspetti fondamentali delle opere, del restauro, della chiesa contenitore, della vicenda storica del committente; quel Ludovico de Ferreyra, lisbonese e illustre benefattore, che responsabile del Forte a mare per il re di Spagna si distinse per l'istituzione del "Monte dei Giannizzeri".
L'iniziativa intende, principalmente, partecipare alla collettività le problematiche della conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Conseguentemente si auspica di ottenere da enti pubblici e privati i finanziamenti utili al recupero di ulteriori opere della cappella de' Ferreyra , scelta, dunque, quale esempio pilota d'una nuova strategia sul recupero partecipato del patrimonio culturale del territorio.
L'avvio del progetto d'adozione di un bene culturale si dispone a dimostrare come anche il più piccolo degli interventi di restauro sia fruibile e divulgabile sulla più ampia scala possibile; in modo da includere nelle attività conservative valenze pedagogiche che favoriscano in prospettiva la salvaguardia del patrimonio storico-artistico, il cui destino sarà, bene o male, affidato alle nuove generazioni, una responsabilità che grava su chi oggi è adulto, genitore o docente o esperto o addetti del settore o amministratore che sia.
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