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Approfondimenti: Legambiente: petizione alla comunità europea



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Approfondimenti » 10/12/2001

Legambiente: petizione alla comunità europea

La centrale termoelettrica di Brindisi Nord, ubicata a nord di Brindisi, entrata in funzione con le sue quattro sezioni di 320 Mw ciascuna (totale 1280) dal 1969 al 1977 è l’insediamento più obsoleto, esercito a carbone a basso tenore di zolfo.
Con la Convenzione stipulata nel 1996 tra il Comune e la Provincia di Brindisi e l’Enel, si conveniva quanto segue:
dal 2001 al 2004 i quattro gruppi devono essere alimentati metano;
nel 2044 la chiusura della Centrale.
Ciò non è avvenuto.
Siano alla fine dell'anno 2001 e la centrale continua ad essere alimentata a carbone.
Dopo la Convenzione del 1996 si sono succeduti decreti, conferenze di servizi tra vari Ministeri, con il solo scopo di mantenere ancora in esercizio la centrale.
L’ultima conferenza di servizi tra i Ministeri della Sanità, Ambiente ed Industria proroga l’esercizio a carbone sino al 31.12.2002. Non è l’unica proroga, perché da anni si ricorre a questo strumento per tenere in esercizio la centrale.
Il Comitato Tecnico, previsto dalla Convenzione del 1996, per vigilare sulla corretta applicazione della stessa, si è dimesso dopo aver denunciato una serie di violazioni: mancanza di dati attendibili sulla compatibilità ambientale e sugli impianti, mancata verifica tecnica sulle emissioni, smaltimento di rifiuti e gessi in contrasto con le disposizioni di legge, una serie di termini temporali non rispettati, tra i quali il completamento delle opere di ambientalizzazione.
Il Comitato, costatata la sua incapacità ad incidere sulla conduzione della produzione della Centrale di Brindisi Nord e di Brindisi Sud, si è dimesso.
Nel frattempo aumentano i morti di tumori nel Brindisino. Nel 2000 i decessi per tumore sono stati 908 contro gli 864 del 1999, gli 851 del 1998, gli 849 del 1997.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia per Brindisi un aumento del 48% di tumori in più della media regionale.
Legambiente Brindisi chiede, appellandosi alle Carte Internazionali e alla Costituzione Italiana che sanciscono il diritto alla salute e la vita, che venga rispettato quanto pattuito con la Convenzione del 1996.


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