Approfondimenti » 18/10/2002

Paolo Taurisano: appello per Victor e Arben

Viktor e Arben Lekli sino ad oggi hanno reso un servizio all'intera città di Brindisi dirigendo il traffico con molta professionalità per tante ore al giorno e da più di dieci anni, al sottovia del canale Patri, in quella via a senso unico alternato e dalla scarsa visibilità tra i due sensi di marcia; un "Grazie" a Viktor ed Arben la città di Brindisi lo ha già detto, lo dice ogni giorno con un cenno di capo o con un colpo di clacson di ogni cittadino che percorre quella strada, lo ha detto l'amministrazione comunale con una "targa ricordo" donata ai due fratelli, lo hanno fatto tanti altri con premi e riconoscimenti.
"Grazie" è quello di cui fino ad oggi Arben e Viktor si sono voluti accontentare… ma oggi quel "grazie" non può più bastargli perché come uno scherzo di cattivo gusto all'orizzonte si intravede per loro un "foglio di via".
La loro spada di Damocle è rappresentata oggi dalla "nuova" legge per la regolazione dei flussi migratori, legge n° 189/2002 meglio conosciuta come legge Bossi-Fini. Non è questa la sede per dichiarare e argomentare la mia repulsione per questa legge, quindi mi limito al caso dei due fratelli Lekli.
Il loro permesso di soggiorno scade a Dicembre e se entro tale data i due fratelli non avranno trovato un lavoro dovranno tornare in Albania. La legge è legge (uguale per tutti?) e come tutto ciò che si arroga il diritto dell'obbettività non entra nel personale e i due fratelli Lekli oggi hanno un'unica speranza: che la città di Brindisi restituisca loro il servizio reso.
Come? Dandogli un lavoro!
Forse qualcuno lo ricorderà ma chi vi scrive ha fatto parte della giunta comunale se pur per poco tempo, non abbastanza per far parte "dell'Almanacco Comunale", cercando in qualche modo di far prendere a cuore all'amministrazione comunale il caso dei "fratelli semaforo" (prendo a prestito il titolo di un cortometraggio che si è occupato dell'argomento del regista brindisino Simone Salvemini) mi sono state addotte delle motivazioni "abbastanza" plausibili sull'impossibilità di poter assumere Arben e Victor attraverso qualsiasi servizio erogato dal comune. Il dubbio che le assunzioni siano un'ottima campagna elettorale e che purtroppo i fratelli Lekli in Italia non abbiano diritto di voto l'ho voluto scacciare dai miei pensieri perché forse non sarebbe utile al fine.
Oggi l'unica possibilità che mi è rimasta per la loro causa è un appello che oggi vorrei lanciare e che chiunque potesse raccoglierlo vorrei che lo facesse perché Viktor e Arben meritano un riconoscimento concreto, quindi dimenticate pure il nome di chi vi invita oggi ad aiutarli ma chiunque, imprenditori piccoli, medi o grandi, agricoltori o artigiani, liberi professionionisti o industriali se è nelle vostre possibilità aiutare Arben e Viktor, fatelo non solo per umanità ma anche per riconoscenza. La loro voglia di lavorare è nei fatti.

Paolo Taurisano