Approfondimenti » 27/10/2002
Paolo Taurisano sulle dimissioni del Sindaco Antonino
Ha sicuramente fatto scalpore (forse puntava proprio a questo) la volontà (vera?) del sindaco, Giovanni Antonino, di volersi dimettere all'indomani della visita del presidente Ciampi a Brindisi.
Conoscendo la dinamicità e velocità del "pensiero Antonino" non si può certo pensare che le sue motivazioni corrispondano necessariamente alla realtà, anzi sorge spontaneo più di un dubbio.
Un tipico atteggiamento adolescenziale, quando i genitori sono vicini a scoprire qualcosa che si è voluti tener nascosto, per esempio le prime sigarette, il non andare per un giorno a scuola, è quello della difesa contrattaccando sul piano della fiducia…"allora vuol dire che voi non vi fidate di me"…"ecco lo sapevo non avete nessuna fiducia in me"…e via dicendo.
Adolescente il sindaco Giovanni Antonino non lo è più ormai da molto tempo quindi ci si aspetterebbe da lui un atteggiamento più responsabile.
Sicuramente ha ragione il sindaco quando denuncia che intorno al palazzo di città si sia creato un clima di sospetto, ma è di fronte a certe situazioni che dovrebbe uscire l'uomo che al di sopra di ogni sospetto dimostra "in barca a vela contro vento" di saper vincere la gara, un avviso di garanzia serve appunto a garantire la possibilità di dimostrarsi innocenti.
Il sindaco Giovanni Antonino alla fine lascia comunque una porta aperta e chiede (implora) la fiducia della città di Brindisi. Sicuramente signor Sindaco non ha la mia di fiducia né quella di tutto l'elettorato di Rifondazione ma è una fiducia che lei ha tradito, reputo un uomo innocente fin tanto che non sia provata la sua colpevolezza, reputo un uomo onesto un uomo che si sa sottoporre a giudizio qualunque esso sia, quindi in realtà, io come tutta Rifondazione non la invitiamo a dimettersi per il clima di sospetto creatosi semmai lo chiederemmo per le scelte politiche che lei ha assunto in contrapposizione agli accordi elettorali avuti con Rifondazione.
Potrebbe sembrare fuori luogo questo mio ragionamento ma i sospetti, che a tutti sono leciti e non mi arrogo il diritto di auto-proclamarli legittimi, che alcune scelte, naturalmente mi riferisco alle centrali a rischio ambientale di "nuova generazione", siano state prese forse per incapacità amministrativa. Quindi scelte dalla soluzione di comodo che in piena crisi economica in cui oggi Brindisi si trova, distolgono dalla volontà (faticosa) di creare uno sviluppo alternativo per la città che non porterebbe ad immediati riscontri tra la popolazione, necessari visti i tempi elettorali dettati dalle provinciali. Quindi sarebbe semmai auspicabile che un primo cittadino si dimettesse per questo, lasciando spazio a più intraprendenza.
Ma un altro è il (mio) sospetto maggiore, senza naturalmente anch'esso qualificarlo in alcun modo legittimo, non sono un avvocato di Previti, cioè che dietro alcune scelte, mi riferisco sempre alle centrali di cui sopra, ci sia un imposizione oscura e che tali scelte siano state effettuate da un sistema di controllo della città che va al di là degli interessi della città stessa.
Allora può apparire che l'attuale situazione della città di Brindisi non sia molto diversa dalla Napoli anni'60 descritta da Francesco Rosi nel film "le mani sulla città" o da quella di molti comuni nella Sicilia anni '80.
Uno scenario simile è sempre accompagnato da una cultura diffusa nella popolazione e le ultime elezioni in qualche modo ce lo insegnano, non si vota per una linea politica ma per il singolo "personaggio" che mi potrebbe sistemare qualche mio problema…quante volte ho sentito in campagna elettorale "chiamo papà a chi mi dà da mangiare"…questo comporta il crollo totale della collettività per gli interessi dei singoli.
Una cultura se radicata è la cosa più difficile da modificare ma la città di Brindisi ha questa sola possibilità per uscire dal baratro dell'immobilità in un cul de sac che ci condanna alla staticità perpetua, quindi al di là che un sindaco sia corrotto o incapace la popolazione deve agire da collettività scegliendo le sorti di questa città prendendo coscienza delle sue potenzialità politiche di poter spostare le decisioni degli amministratori.
Quindi riprendiamoci la nostra coscienza riappropriandoci della nostra città con un forte partecipazione dal basso, vero sale della democrazia.
Paolo Taurisano
Giovani Comunisti Brindisi
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