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Teatro: Emanuele Amoruso: Teatro Verdi, cinquant'anni di attività



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Teatro » 08/11/2002

Emanuele Amoruso: Teatro Verdi, cinquant'anni di attività

18 Febbraio 1903: al Verdi spettacolo di cinematografo per una serata di beneficenza.
Inizia l'attività di questo teatro ed è quasi immediato segno delle vicende che hanno portato all'apertura e di quelle che seguiranno per oltre mezzo secolo.
Non apre infatti con uno spettacolo di lirica, destinazione d'uso che sembrava la sua caratterizzazione più certa, e non è, quella del 18 Febbraio la sera della prima...
Bisognerà apettare altri mesi, grazie ad un privato, per poter inaugurare ufficialmente con una stagione lirica questa struttura nata sulla spinta verso la modernità e verso il XX secolo.
Da allora, fino al momento dell'abbattimento, le porte del Verdi si sono aperte per spettacoli, manifestazioni, generi diversi d'intrattenimento, occasioni di vario tipo.
In quasi cinquant'anni di presenza fisica, architettonica, culturale nella città, il teatro è stato lo specchio, fedele, di quanto accadeva, di quali esigenze e gusti variamente gli strati sociali esprimevano e di quali risposte le varie gestioni del teatro stesso erano in grado di offrire, di quanto si trasformava - e ne era consapevole - la società civile in rapporto alle varie e mutanti opportunità ed occasioni.
Delineare i caratteri e gli apetti fondamentali dell'aattività svoltasi nel teatro Verdi diventa quindi un momento di conoscenza della nostra storia.[...]
Sostanzialmente si possono identificare tre grandi periodi di attività del Verdi, scanditi, come altre vicende, dalle due grandi guerre;[...]
Il primo periodo di attività del Verdi (dal 1903 al 1915) si caratterizza, forse, per una maggiore corrispondenza tra spettacoli proposti e funzione del teatro, che doveva mantenere un carattere di "Massimo" nei confronti degli altri politeama che nel frattempo andavano nascendo in città.
Tuttavia immediatamente compaiono i problemi che sempre saranno decisivi per l'intera vita del Verdi: l'utilizzo saltuario del teatro, l'impossibilità di identificarlo con un genere prevalente di spettacolo, la difficoltà di potergli attribuire, come luogo di socializzazione e di fruizione culturale, una funzione progressiva, nell'ambito della evoluzione della società.
Fu subito evidente il disinteresse e la scarsa disponibilità della amministrazione comunale, che sarà una costante per tutta la vita del teatro.[...]
Chi gestì in questo primo periodo l'attività del Verdi, fece in modo da evidenziarne il carattere di teatro "maggiore", con una particolare cura nella scelta degli spettacoli e delle compagnie.[...] La prosa tuttavia non riscuoteva lo stesso favore della lirica,[...], Non mancarono spettacoli di trasformismo,[...], il cinematografo, invece, nonostante fosse la "nuova arte del nuovo secolo" non ebbe spazio.[...] Oltre ai generi di spettacolo tradizionali il Verdi fu utilizzato per spettacoli di beneficenza, feste e veglioni, manifestazioni sportive, conferenze e comizi politici. [...]
Durante il primo conflitto mondiale l'utilizzo prevalente del teatro fu per spettacoli cinematografici: con tale destinazione d'uso era stato concesso al Comitato di Assistenza Civile.
Nell'immediato dopoguerra le sue condizioni di agibilità risultarono compromesse dall'utilizzo improprio degli ultimi anni. Riprese quindi molto lentamente la sua attività, così come lentamente la nazione cercava di riprendere una nuova fase di sviluppo dopo la parentesi bellica. [...] Ma sostanzialmente il teatro continuò ad essere poco utilizzato e non trovò nemmeno in questi anni una sua fisionomia. [...]
Intanto l'avvento del Fascismo cominciò a condizionare l'attività del teatro, imponendo lentamente il suo programma o, per meglio dire, censurando forme, generi e contenuti non in linea con l'ideologia del regime. [...]
Numerose furono nel "ventennio" le manifestazioni legate al fascismo, quali per esempio le "conferenze di cultura fascista", o rappresentazioni di operette e commedie da parte di Balilla e Giovani Italiane, feste, balli, commemorazioni, manifestazioni di pugilato o, semplicemente, adunate del P.N.F.
Ci fu comunque, soprattutto negli anni tra il 1935 e il 1940, un sensibile incremento nell'attività complessiva del Verdi. [...]
Sul finire del secondo periodo della sua attività ci fu per il Verdi una svolta radicale: la concessione per 15 anni ad una società di gestione, l'Anonima Meridionale Imprese Teatrali, e la conseguente trasformazione in "Cinema-teatro" [...]. Il contratto con l'AMIT tra le clausole contrattuali prevedeva per l'impresa l'organizzazione, ogni anno, di almeno 3 spettacoli di prosa, 4 di operetta, 4 di rivista e non meno di 10 spettacoli lirici, oltre ai previsti spettacoli cinematografici. [...]
Il 19 Novembre 1956 la città fu sconvolta da un eccezionale ciclone che, oltre ad altro, portò via parti della copertura del teatro.
Al Verdi iniziava la demolizione dopo oltre 50 anni di presenza nella città.
Sicuramente qualche matrimonio fu favorito dagli incontri mondani e qualche cocente delusione fu sublimata ascoltando Mimì in lacrime.
Fu certamente, per molti, l'occasione per sentirsi, almeno qualche sera, partecipe del più generale mondo del divertimento ma anche delle grandi passioni.
Per questo sicuramente vive ancora, in molti, come nostalgia di un recente passato, come luogo di prime ed uniche iniziazioni ad altri mondi.
Vale comunque la regola, un pò hegeliana, di attribuire, in un periodo storico, i fatti ai protagonisti e viceversa.
Nel Verdi s'è respirato l'odore pesante dei sigari ed il profumo di acque di colonia per 50 anni; e vissuto per 50 anni nel modo accennato.
Dopo 65 anni dalla posa della prima pietra ha visto abbattersi il primo colpo di piccone che non per molti, diversamente da quanto oggi si vuol credere, è stato come un duro colpo subito sulla propria persona. Ciò accresce la nostalgia e forse alimenta il rimpianto di non avere, allora, fatto qualcosa per l'oggi.
Ma la storia è tempo, oltre che memoria, e quella pietra abbattuta è diventata, in altro luogo, di nuovo prima pietra per preparare una nuova sera della prima, più fortunata, si spera, di quell'altra di quasi un secolo addietro.

testo estratto da "Teatro Verdi: Cinquant'anni di attività (1903-1956)" di Emanuele Amoruso
tratto da "La Fabbrica del Teatro" - cent'anni di spettacolo a Brindisi - Volume edito nel 1986 dall'Archivio di Stato di Brindisi.


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