Personaggi » 30/06/2002
Cosimo Catanzaro, meglio conosciuto come Banzai
Cosimo Catanzaro,
meglio conosciuto come Banzai. Indubbiamente un personaggio storico
della tifoseria brindisina, conosciuto in tutta la città per il grande,
proverbiale amore per la sua squadra, quel Brindisi che segue sin
da bambino, dagli anni felici della serie B.
Un ultras accanito, ma allo stadio e fuori, una persona semplice ed
educata, un ragazzo corretto e leale.
Cosimo deve il suo soprannome ad una particolare bandiera che era
solito sventolare sugli spalti del comunale di via Brin. Un vessillo
con gli stessi motivi di quello nipponico della seconda guerra mondiale:
un sole con innumerevoli raggi, ma con i colori bianco-azzurri.
Ora, dopo l’oblio dei campionati minori "Banzai" è tornato allo stadio.
Su di lui si erano diffuse varie leggende metropolitane.
Una di queste lo voleva a Torino, a capo dei "Drughi" della Juventus,
altro suo grande amore. Ma ora è di nuovo in curva, a dare il suo
contributo in termini di tifo al ritorno del Brindisi tra i professionisti.
Banzai ha accettato di farsi fotografare e di rispondere alle domande
di Brundisium.net.
Tutti chiedono di te. Sei finalmente rientrato
a Brindisi?
Si sono a Brindisi ed abito al centro della città.
Prima ero a Cellino San Marco.
Da quanto tempo sei rientrato sugli spalti
del Franco Fanuzzi?
Dalla prima giornata del campionato in corso.
Ma non nelle vesti di capoultras, ma di semplice tifoso. Sono in mezzo
ai ragazzi della curva e collaboro con Dario Guadalupi , l’attuale
capo-ultras.
Quale partita del passato ricordi meglio?
Ricordo Brindisi-Casertana in c/1, e tornando
più indietro la storica vittoria della nostra squadra con il Genoa
per 3-1 in serie B. Si, perché ho ormai 38 anni e già ai tempi della
cadetteria andavo allo stadio, pur essendo allora un bambino di dieci
anni.
Il tuo giocatore preferito della storia biancoazzurra.
Oggi mi piace tanto Castillo. Un tempo i miei
preferiti erano La Palma, Sensibile, Boccolini. Aldo Sensibile sulla
fascia era troppo forte.
Parliamo dei tempi più recenti della C/1.
Allora spadroneggiava l’accoppiata Bergamaschi-Campilongo…
Bergamaschi mi è rimasto nel cuore, assieme a
Giorgio Tomba. Ma con Tomba non avevo lo stesso rapporto che poi ho
avuto con Bergamaschi. Colgo l’occasione per salutare Bergamaschi
e per augurargli di uscire da questo momento difficile che sta attraversando
a causa delle sue note disavventure giudiziarie. Lui è un bravo ragazzo
e non merita di stare li dove si trova.
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