Personaggi » 20/05/2002
Il “cittadino Randino”
Abbiamo
incontrato il “cittadino Randino” che da circa 10 anni distribuisce
le sue graffianti vignette nel corso dei consigli comunali e
degli appuntamenti politici cittadini.
Il 72enne Cosimo Randino è solito porgere i suoi celebri fotomontaggi
formato A4 ad amici e compagni, ma anche ai destinatari diretti
della sua satira: amministratori, politici e potenti in genere.
Delle sue “Randinate” ne ha fatto pure un libro, edito da l’”Eco
di Brindisi” che ha riscosso pochi anni or sono un discreto
successo editoriale in città.
Randino, come sempre, è stato felice di parlare con noi del
suo passato.
Quanto ti ha penalizzato la tua militanza
politica?
Molto. Io vengo da una famiglia cattolica.
Nel 1949 aderii al PCI, all’allora sezione “Prampolini” al Casale.
Questa mia scelta mi costò il posto di lavoro. Venni licenziato
dall’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, pare, per volere di
personaggi legati ad Italo Giulio Caiati, allora plenipotenziario
della DC a Brindisi e in Puglia. Erano anni difficili, di caccia
alle streghe e di feroce propaganda anticomunista.
Hai subito altre ingiustizie?
Certo. Qualche anno più tardi, anche mia
madre, che faceva la bidella al Liceo Scientifico di Brindisi,
fu licenziata per “scarso rendimento” dopo 5 anni di servizio.
Ma non finisce qui. All’inizio degli anni 60 ero stato quasi
assunto dall’allora Montecatini. Avevo anche superato le visite
mediche. Ma un’informativa su di me dove si specificava la mia
attività di dirigente comunista si frappose fatalmente tra me
ed il posto di lavoro in fabbrica.
Come reagisti a questa nuova ritorsione?
Emigrai in Svizzera, lasciai a Brindisi
2 figli. Mi trasferii a Berna e nel paese elvetico continuai
la mia opera di proselitismo per il partito, organizzando gli
emigranti italiani. In quel periodo scrissi anche alcuni articoli
per l’Unità con lo pseudonimo di Mino.
Nella vita oltre ai torti avrai avuto
anche grandi soddisfazioni…
Certo. Ad esempio l’ARCI-UISP. Fui io a
fondarla in via Porta Lecce. Divenne un importante laboratorio
culturale della città per tanti giovani di diverse estrazioni
culturali, sociali e politiche. Era un autentico centro di vita
democratica. E il partito?
Era per me spesso anche la mia casa, il
tetto che avevo sulla testa. Di notte spesso ero costretto a
dormire nelle sezioni della Provincia dove mi recavo e per questo
ho avuto anche seri problemi di salute.
A Brindisi la sezione "Togliatti" era una fucina inesauribile
di iniziative politiche. Di quella sezione sono stato anche
segretario. Poi sino ai primi anni 90 sono stato segretario
della sezione “Moranino” al Paradiso. Sono stato pure dirigente
sindacale dello SPI-CGIL.
Oggi, pur non facendo politica attiva, mi riconosco ancora nei
DS.
Che cosa rimproveri ai politici di ieri,
di oggi e di tutti i partiti?
Mi infastidisce il culto della personalità.
Soprattutto quando oggetto di tale culto sono uomini che una
personalità per davvero non ce l’hanno!
In quest’ultima battuta emerge, ancora
una volta, l’animo del ribelle, del personaggio che, anche per
ragioni di continuità e coerenza, ha deciso di cimentarsi negli
anni della pensione con la satira verso i potenti, tutti.
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