Isola di G. Sciarra » 06/11/2004
La LNG schiaffeggia i brindisini
Nessuno si è distinto nel fare o nel dire qualcosa di seriamente
apprezzabile per l’ennesima provocazione della LNG Brindisi: l’intenzionecomunque, a brevissimo, di appaltare i lavori per la costruzione del rigassificatore.
Come si intende rispondere a questo insulto?
E’ mai possibile accettare che si possa volutamente ignorare quanto il territorio, ha espresso attraverso le sue istituzioni?
Un vero schiaffo alla città, ai cittadini e ai propri rappresentanti istituzionali.
Che si fa, si scende in piazza?
Vi è interesse a inasprire la conflittualità sociale?
C’è qualcuno che tenta di far passare gli ambientalisti come demonizzatori di professione, beceri artefici della chiusura di questo o quel insediamento industriale. Accuse assurde. Non vedo chi e come si possa aver interesse a ridurre sul lastrico un numero imprecisato di operai e le loro famiglie che
sono parte importante dell’economia del territorio.
Non credo proprio che un’associazione ambientalista o un’istituzione siano la controparte di operai o di sindacati.
Il ruolo di controparte storicamente spetta, se non sbaglio, ai “padroni” ed in questo caso all’Enel, all’Edipower o a chi
rappresenta la proprietà che troppo spesso vuole fare profitti sempre più alti, costi quel che costi.
Insistere con queste infantili e superficiali argomentazioni è grave e ha il solo scopo di fuorviare l’attenzione dal vero
problema, il voler far permanere questo territorio in uno stato di perenne emergenza, accettare insediamenti per risolvere il quotidiano senza essere capaci d’alzare lo sguardo per guardare oltre il proprio naso.
In quest’ottica ritengo sicuramente poco lungimirante il documento espresso dalle associazioni confederali CGIL, CISL, UIL del settore industria, o quella del lavoratore del petrolchimico Pierpaolo Bruno che in un intervento
sul Quotidiano si dice preoccupato di cosa accadrà quando finiranno i lavori di manutenzione straordinaria della Polimeri Europa e quelli per la centrale
di Enipower.
Se avanzata dalle organizzazioni può sembrare una logica
perversa mentre da altri può essere un grido di disperata preoccupazione, vorrei che ambedue rispondessero ad una domanda: ammesso e non concesso che si faccia il rigassificatore per dare una risposta molto momentanea a una
parte della disoccupazione di ritorno e non, cosa saremo costretti ad accettare quando quest’impianto sarà finito?
Se questa è la programmazione del territorio, se questo è lo sviluppo che costoro intendono sostenere, beh, devo dire che oltre ad avere poca fantasia hanno anche scarse capacità
di intravedere soluzioni durature.
Giorgio Sciarra
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