Approfondimenti » 04/12/2004

Riflessioni sul 4/12

Ho imparato ad avere troppa stima del Sindacato per disprezzarne il ruolo e troppa considerazione di ogni singolo lavoratore per irriderne una qualsiasi scelta.
Nonostante questo (e forse, proprio per questo) è giusto manifestare censure alle recenti decisioni di alcuni sindacalisti.
A Brindisi il Sindacato fa il suo lavoro per tutelare gli occupati. L’errore di alcuni sindacalisti è semmai quello di dimenticare chi un lavoro non ce l’ha o chi è costretto ad emigrare fuori regione per cercarselo.
Diciamolo a chiare lettere: la manifestazione indetta dai chimici di Cgil, Cisl e Uil aveva come pretesto lo sviluppo di Brindisi ma l’obiettivo era, senza ombra di dubbio, il “Si” al rigassificatore.
Il rapporto delle presenze nei due cortei (1 a 10) esprime eloquentemente il pensiero dei brindisini e quale sia l’idea condivisa sugli insediamenti industriali.
Pretendere il rispetto dell’ambiente è “sempre” moralmente giusto oltre che quanto mai opportuno in un territorio giudicato ad altissimo rischio ambientale.
Un modello di sviluppo che non produce né ricchezza, né occupazione né salvaguardia per l’ambiente è iniquo e criminale. Bisogna combatterlo con tutte le proprie forze quando, se attuato fino alle estreme conseguenze, produce anche l’impossibilità di utilizzare in modo diverso il porto, la più grande risorsa del territorio.
Quella parte dei sindacalisti che ha indetto la “contromanifestazione” ha fatto male a sostenere, fin dall’inizio, il progetto della Brindisi Lng. Una tattica più miope di quella che può sembrare a prima vista.
Non si vuole capire che lo sviluppo industriale fin qui perseguito è come le tangenti: prima o poi si mangia non solo l’economia ma anche la democrazia.
Certo, nessuno è tanto cieco da non vedere che il doppio vincolo “disoccupazione-grossi impianti produttivi esistenti” vieta, a breve termine, di ottenere un nuovo modello di sviluppo.
Ma il principio da perseguire è un altro. La programmazione. La Brindisi che ci dobbiamo affrettare a disegnare.
Per questo quella parte di sindacato che ha voluto contarsi per strada avrebbe fatto meglio a seguire la linea degli ambientalisti e degli enti locali. Avrebbe cosi evitato di “bruciare” una propria proposta di sviluppo con una manifestazione sbagliata nelle forme e nei tempi. Ma perché non l’hanno indetta prima? Forse perché pensavano che la fiamma della protesta anti-rigassificatore fosse definitivamente scemata? Adesso gli illusi si trovano a giocare in difesa.
Benissimo ha fatto, invece, tutta la gente che si è ritrovata in Piazza Crispi. Si è continuato a giocare d’anticipo ed a mantenere nelle proprie mani il pallino della situazione.
Ma non è finita.
Adesso comincia la parte più difficile. E' arrivata, improrogabilmente, l’ora di pensare a Brindisi come il più bel posto in cui lavorare e vivere.
Con l’aiuto di tutti, nessuno escluso.

Oreste Pinto

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