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Viaggi: 3 - Dakar 2005 - Camminando per la Rambla (Barc) di G.D'Errico



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Viaggi » 28/12/2004

3 - Dakar 2005 - Camminando per la Rambla (Barc) di G.D'Errico


Gabriele D'Errico e Lu, il pilota cinese della Nissan, in giro per Barcellona, in attesa della partenza della Dakar 2005 ci raccontano...

CAMMINANDO PER LA RAMBLA

Sono riuscito a convincere LU a sfuggire alle maglie dell’organizzazione Nissan ed a dedicare una giornata al turismo per le strade di questa splendida, ma insolitamente fredda Barcellona.
Questa mattina di buon ora la sveglia automatica suona dopo una notte passata a rantolare nel letto vittima di un indigestione. Ieri una cena in albergo con gli altri piloti spagnoli del team Nissan. Passo la serata ad ascoltare tutta la storia di un pilota spagnolo che pare fosse una piccola celebrità solo qualche anno fa e che poi invece è finito nel dimenticatoio entrando in una profonda depressione, da cui finalmente è venuto fuori grazie a questa nuova opportunità.
Mentre lui parla guardo il volto emaciato della moglie che imbocca il figlio di un anno e mezzo e che pare aver sofferto più di lui dell’intera vicenda.
Cenare alle 9:00 di sera secondo i canoni spagnoli può anche andar bene se dopo ci si dirige in qualche locale a smaltire. Passare dalla tavola al letto vuol dire bersi un alka seltzer alle 3 e stare a guardare la CNN fino alle 4 con il brutale conteggio delle vittime dello tsunami che pare non finire mai.
Con la guida di Barcellona già divorata nella tasca e la mappa della città avevo già fatto un piano ideale. In Placa d’Espanya avevo deciso che avremmo preso un bus turistico, di quelli che fanno il giro di tutta la città toccando tutti i punti principali e passando per i monumenti più interessanti.
La voce suadente della guida ripete in catalano prima ed in inglese poi una breve spiegazione di cosa ci apprestiamo a vedere. Mi rifiuto categoricamente di fare un’ennesima traduzione in aggiunta per LU, consigliandogli maldestramente di provare a trovare una guida in cinese. LU capisce l’antifona e non insiste oltre.
La Placa d’Espanya ha una bellissima arena nascosta purtroppo da un enorme striscione pubblicitario della Nissan per la Dakar.
LU è molto contento di vedere la sua macchina così ben in evidenza sul cartellone, a me invece dispiace un po’ non poter vedere quel rosso vivo tipico della mattonatura delle arene da corrida.
Provo a andare nella parte scoperta dell’autobus ma il freddo pungente mi costringe alla ritirata al piano coperto.
Dopo un lungo giro scendiamo nell’altra grande piazza, Placa de Catalunya da cui parte La Rambla, il lungo viale cittadino che porta fino al mare.
A sinistra di questo lungo viale il Barri Gotic, il quartiere più vecchio con l’imponente cattedrale. LU ed io ci perdiamo nei vicoletti laterali ed entriamo nella chiesa dall’entrata posteriore dove c’è un chiostro meraviglioso, con al centro una gabbia piena di oche bianchissime starnazzanti .
Pare che servissero a fare da guardia: una prima forma di antifurto.
Anche nella cattedrale di Barcellona LU fa una piccola preghiera e poi si rinfranca l’animo donando un dollaro all’uscita ad uno dei tanti mendicanti. “ Uno si, per farmi star bene.....” dice.
Ci dirigiamo dall’altra parte della Rambla il quartiere che più di ogni altro era tra le nostre priorità il Barri Xino, il quartiere orientale.
Il nome almeno induce a pensare ad una presenza massiccia di cinesi ma tutto ciò che riusciamo a vedere sono negozi e ristoranti arabi ed indiani. Intanto la fame ci attanaglia. Io propongo un gustoso kebab, ma l’idea viene subito bocciata senza appello da LU......troverà un ristorante cinese costi quel che costi.
Finiamo così per ritornare sulla Rambla e finalmente dopo qualche passo lo sento gridare “ Denglong!! Denglong!!” ossia le caratteristiche lanterne rosse che ormai caratterizzano ogni attività cinese in tutto il mondo.
Il locale non sembra affatto invitante. Le tovaglie hanno vistosi buchi in tutta la loro superficie. Il Laoban (il padrone del locale) con un lungo riporto di capelli fermato dal gel, ha l’aria di chi è ad un passo dalla bancarotta. Davanti al nostro ordine ha già battuto il conto, aprendo nervosamente la cassa.
Limito la mia fame ad un riso alla cantonese con la scusa dell’indigestione notturna.
Finiamo il giro che ci porta con la linea roca ( rossa—prima era quella azul—azzurra) alle strutture di Gaudi, il Picasso dell’architettura. La Sagrada Familia, una delle opere prime del grande maestro è ancora in costruzione dopo oltre cento anni. Un po’ basandosi sui disegni lasciati da Gaudi stesso un po’ dalle interpretazioni oniriche degli architetti che si sono succeduti e che hanno preteso di essere in contatto mediatico con il grande maestro, la costruzione procede al passo di donazioni.
Finiamo il giro con un fugace passaggio davanti allo stadio dove gioca il Barcellona ed un ritorno alla Placa di partenza.

Gabriele D’Errico

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