Viaggi » 31/12/2004
4 - Dakar 2005 - Alle verifiche di Gabriele D'Errico
ALLE VERIFICHE
E’ questo il momento in cui incomincia a sentirsi la gara.
Gli equipaggi entrano nei loro abitacoli per passare le verifiche. Non si può evitare questa lunga e faticosa trafila. La parte amministrativa si svolge all’interno di un padiglione. Muniti di una carta simile ad un passaporto, passiamo di stand in stand mostrando tutti i documenti del caso e riceviamo il timbro. La collezione completa dei timbri ci permette di ottenere un braccialetto color arancio fosforescente (non diverso da quelli in uso in discoteca) che dovremo tenere su fino alla fine della gara o almeno mostrare ad ogni piè sospinto.
Tutto sembra filare fin troppo liscio e ci sentiamo quasi al traguardo sicuri di aver raccolto tutti i timbri necessari, invece veniamo rispediti indietro per seguire due diverse classi sulla sicurezza in gara.
Dalla prima capisco che c’è una leva montata su ogni macchina in gara che, in caso di estrema necessità, permette all’organizzazione di localizzare il veicolo anche se la conseguenza è quella dell’esclusione immediata dalla competizione.
La seconda sessione è un po’ più complessa e spiega l’utilizzo delle apparecchiature a bordo in dotazione. Stento a capire il significato del tutto e con me il 90% dei partecipanti. L’unica cosa che colgo è il limite invalicabile di 50 km all’ora nei villaggi, pena numerose penalità ed eventuale squalifica.
La parte tecnica si svolge invece all’interno di un grande palazzetto dello sport. Qui i meccanici controllano tutte le parti meccaniche e le necessarie omologazioni. Il controllo è estremamente fiscale e fin troppo attento.
Fortunatamente una azienda di vini spagnola ha deciso di festeggiare offrendo champagne a tutti.
Le nostre cinque macchine sfilano orgogliose. Potremmo essere la parodia di una barzelletta. C’è quella di LU, il cinese, quella di Christian il francese, quella di Andrej il russo, quella di Ignacio lo spagnolo. E poi l’altro spagnolo che è un tenente colonnello della guardia civil.
LU con i suoi adesivi con tutti i quei caratteri strani raccoglie immediatamnte l’attenzione dei giornalisti. Alle loro domande risponde con il pollice alzato ed esclama “ China! Chinese!!” tutto eccitato. Il francese non ha bisogno di pubblicità: il suo co-pilota è un giornalista della televisione francese e ha 3 telecamere montate all’interno della vettura. Il russo vende caviale in giro per il mondo e si diverte a distruggere le macchine ad ogni gara. Marc è il pilota depresso che mi ha raccontato tutta la sua vita qualche sera fa ed Ignacio è il suo co-pilota. Il tenente colonnello assomiglia ad Almodóvar e come lui porta il mascara. La sua co-pilota è una ragazza bionda molto appariscente (anche se non bella) che, quando non gareggia, fa il ragioniere.
Insomma abbastanza per vederli da spettatore in questa pantomima.
Eppure anch’io ho il braccialetto arancione ed anch’io sono ormai parte dello stesso spettacolo. Me ne rendo conto quando mi tocca fare da navigatore dopo le verifiche. Le macchine, dopo aver passato i controlli, hanno un’ora di tempo per attraversare la città, attraverso le vie e le piazze principali e raggiungere cosi un enorme parcheggio alle spalle della Placa d’Espanya in attesa della gara. E’ la prima volta in cui si segue il road book, la bibbia del navigatore, con tutte le sue svolte, gli incroci, le distanze, i semafori.
Il traffico infernale ci costringe a numerose soste. Ma li si capisce che siamo protagonisti. La gente viene a stringerci la mano, fa fotografie, s’informa, vuole sapere chi siamo e cosa facciamo. Ovviamente arriviamo con 23 minuti di ritardo. Ma, complice il fatto che il guidatore, che sarà mio compagno di viaggio nei prossimi 17 giorni è il presidente della Nissan Spagna, o vuoi anche il fatto che è solo una grande kermesse per il pubblico, nessuno dice nulla.
Al ritorno in albergo tutti accusano un male diverso. Chi mal di testa, chi mal di gola, chi dice di avere la febbre, chi una semplice stanchezza accentuata per non essere da meno. Cosi LU tira fuori la scatola magica contenente una serie infinita di medicine cinesi e le distribuisce. L’euforia della novita travolge i neofiti. In men che non si dica, dopo un ungüento qui ed una pillola li’, tutti i mali sembrano svaniti e si ricomincia a parlare di macchine.
Scrivi a Gabriele D’Errico
Per leggere un articolo clicca sul link:
3 - 28 dic. Camminando per la Rambla a Barcellona ...
2 – 27 dic. Finalmente a Barcellona...
1 – 26 dic. Aspettando la Dakar 2005 ...
Guarda tutti gli articoli di VIAGGI ...
|