Personaggi » 18/02/2005
Fabio Miggiano intervistato da Paolo Lonati
Un viaggio alla ricerca di nuove sensazioni proprio per riuscire a relazionarsi con nuovi popoli, credenze e religioni.
È con queste aspirazioni che Fabio Miggiano, ventunenne brindisino e studente di sociologia del turismo alla IULM di Milano, ha deciso di intraprendere un viaggio – progetto alla scoperta del continente che rappresenta la culla della civiltà: l’Africa.
È tornato dopo sei mesi di vita nel continente nero attraversando Marocco, Mauritania, Senegal, Mali, Burkina Faso, Ghana, Togo, Benin, Niger, Chad, Sudan, Ethiopia, Kenya, Tanzania, Malawy, Zambia, Zimbabwe, Botswana, Namibia con meta finale stabilita a Città del Capo, in Sud Africa, da dove poi, dopo aver percorso 31000 chilometri, è ritornato con un comodo aereo a Milano.
Il viaggio è nato due anni fa, quando Fabio appena iniziata la carriera accademica pensava già alla tesi. Così la sua passione per i viaggi e per la sua Africa, come egli la definisce, l’hanno portato alla ricerca di finanziamenti per intraprendere il suo itinerario e per farlo ha costruito un sito: www.africaontheroad.it.
“Il sito è nato per acquisire credibilità nei confronti di tutte quelle aziende che avevo contattato – dice Fabio Miggiano. Alla fine sono riuscito a concretizzare il mio sogno e il 1° settembre 2004 sono partito da Gibilterra alla volta del continente africano”.
Molte le insidie e le difficoltà trovate in Africa e anche ardua è stata la tipologia di viaggio. “Ho deciso di non intraprendere il viaggio del turista medio con aereo e hotel lussuosi – prosegue Miggiano -, ma di vivere da africano. Mi sono dunque spostato con i loro mezzi: autobus, autostop, camion, imbarcazioni tipiche e ho mangiato come loro e con loro. Con me avevo solo la macchina fotografica, una videocamera, uno zaino contenente il necessario e soprattutto tanta volontà e curiosità”.
L’interesse che ha scaturito il moderno pioniere brindisino ha attirato l’attenzione di tutta la stampa nazionale. Infatti, la registrazione di 66 ore di filmati in terra d’Africa saranno montati dalla Rai e mandati in onda nel giro di un paio d’anni.
Un progetto ambizioso che non unisce solo il dovere di realizzarsi professionalmente. “Ho indubbiamente unito l’utile al dilettevole. La scelta di questo viaggio – progetto per acquisire informazioni e sensazioni per la stesura della mia futura tesi si è unito alla mia grande passione per queste popolazioni”.
Purtroppo però qualche intoppo nel viaggio c’è stato. “Sin dall’inizio è stato molto arduo – dice ancora Fabio Miggiano. Infatti, ho aspettato cinque giorni un passaggio per raggiungere la Mauritania ed ero appena all’avvio della mia avventura. Poi nel percorso che avevo in mente è stata cancellata la tappa del Sudan perché il governo sudanese non mi ha concesso il visto perché lo stato africano ha problemi di guerra civile, così ho dovuto prendere un aereo e sorvolare una delle tappe del mio viaggio”.
Il viaggio di Fabio Miggiano è terminato il 13 febbraio, quando ha fatto ritorno a nella sua Brindisi, passando anche il natale lontano dai suoi cari. “E’ stato indubbiamente un natale diverso dal solito. Ma molto più toccante ed emozionante. Infatti, sono stato ad Arusha, in Tanzania, unico ospite bianco, mzungu come dicono in swahili, di una casa d’accoglienza per bambini infetti dal virus dell’HIV. Nonostante quello che si possa pensare: è stata una festa. I bambini pur con un massimo di due anni di vita ancora da vivere, avevano una carica ed un entusiasmo enorme ed a malincuore ho lasciato quei visi sorridenti”.
Nell’itinerario anche tante piacevoli sorprese: “Sono stato particolarmente attratto dall’Africa magica, verso il Niger, la Nigeria e il Ghana, dove sono stato testimone di riti Wodoo e messe magiche, un credo importante per queste popolazioni. Poi mi ha fatto enorme piacere parlare l’italiano. Proprio così – prosegue Miggiano – perché in Etiopia molti anziani ricordano la nostra lingua per via della colonizzazione di questo paese. Ma in assoluto l’esperienza più emozionante è stata quella con i leoni. Ero in Zimbabwe ed ho partecipato al Lion Walk. Ovvero l’unico posto al mondo dove si può organizzare un safari a piedi. Accompagnato da guide, ho partecipato ad una passeggiata al fianco di leoni con la possibilità di accarezzarli, avendo solo un bastoncino di legno a difesa. Esperienza unica”.
Per lui i viaggi non sono finiti. “L’esperienza è stata positiva – conclude Fabio -, ma ora torno nuovamente sui libri. Successivamente ancora in viaggio alla scoperta di nuove terre, persone ed emozioni perché dobbiamo aprire gli occhi al nostro mondo”.
di Paolo Lonati
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