Approfondimenti » 14/04/2007

Questione morale, orale o corale?. Di Pino De Luca

La questione morale riaffiora dalle parole di qualche inutile sostenitore di una inutile sinistra,e la sua eco si spegne rapidissimamente, soverchiata dalla caterva di informazioni che affolla l’empireo mediatico.
La questione morale riaffiora nelle parole di chi ha una Carica Istituzionale Elettiva e diventa punto di accumulazione di una canéa di interventi, trasformandola molto rapidamente in una questione orale e producendo immediatamente una questione corale.

E cosa canta il coro? La stessa medesima canzone da oltre venti secoli: Crucifige!!! Crucifige!!!, e quando si chiede di scegliere tra Cristo e Barabba, immutata è la risposta. Certo ci sono anche gli Apostoli del Sollevatore, ma come Pietro studiano il rinnegare una, due, tre volte. Che succede a Brindisi?

Semplice: le inchieste della magistratura arrivano ai processi, il Principale Imputato non ci sta a fare la figura del “mostro” e spiega con dovizia di particolari aprendo a numerose chiamate in correità più o meno dimostrate o dimostrabili.
Cosparge una parte del mondo economico politico e imprenditoriale di palate melmose per ragioni che solo lui conosce. In verità aveva già anticipato nei suoi libri molte cose che vengono ora dette nei processi, almeno nella struttura fattuale. Certo i libri li leggono in pochi, giornali e televisioni li guardano in molti. E quindi si scopre il caso.
Il Presidente della Provincia che del Principale Imputato è stato sempre fiero avversario, coglie l’occasione per prendersi qualche dotta e colta soddisfazione.
Si scatena l’Ira dei Buoni!!! Gli Immacolati che hanno i Cavalieri di Punta nel Presidente di Confindustria (Senior e Junior) richiamano il cospargitore di evangelico “memento mori” al ruolo politico e istituzionale, rammentando forse il loro determinante contributo: “Sei stato eletto per favorire imprese e sviluppo, adesso basta con le campagne di moralizzazione”.

Bravi!!! Bravissimi, la Antonino Story è stato un brutto capitolo della storia di Brindisi, si facciano i processi, si condannino i colpevoli e si chiuda la vicenda. Brindisi ha bisogno di sviluppo e di impresa per progredire.

Già, l’impresa, ormai il centro dei discorsi di ogni moda.
L’impresa è la soluzione di ogni male, è l’origine del fulgido avvenire. Certo c’è impresa e impresa.
Se parliamo di imprese capaci di valorizzare le risorse e le vocazione di un territorio, che accrescono l’identità sociale e culturale di una popolazione, che producono e distribuiscono ricchezza, queste sono imprese che possono fregiarsi di questa nobile denominazione.
Se invece adombriamo il ricordo di coloro che hanno avvelenato il sottosuolo, distrutto il mare e la costa, appestato acqua e aria, realizzando patrimoni reinvestiti e moltiplicati nel contrabbando delle sigarette, che hanno lucrato sulla carenza di misure di sicurezza sul lavoro, che hanno sfruttato il tempo e la vita di migliaia di persone e che, per fare questo loro bel mestiere, hanno pagato le campagne elettorali per eleggere chi le favoriva o favorisce, queste non sono imprese, si chiamano associazioni criminali delle quali la parte politica è solo la più putrida delle escrescenze. La più putrida e infame perché fa pagare a tutti gli arricchimenti di pochi.

E allora non è fuori luogo il pessimismo della ragione, esso ha ampia giustificazione ma non può stravolgere il nostro essere di oggi e la prospettiva del domani. Al pessimismo della ragione si accompagni un ampio, amplissimo ottimismo della volontà. Finiti i processi e calato il sipario su un passato inglorioso, ognuno faccia la sua parte per relegare in un angolo chi ha vissuto nella truffa e nell’imbroglio convinto della sua furbizia.

Non posso far mancare al Senatore Curto una piccola considerazione: ha ragione Senatore, quel ribaltone che fece il centrosinistra assumendo il “peggiore di tutti” grida vendetta. Urla vendetta!!! Ho avuto il piacere di conoscerLa e, da sponda politica opposta, di stimarLa e però devo dirLe che il Suo intervento è davvero ingeneroso.
La Sua parta politica dovrebbe ringraziare quegli sciagurati che organizzarono il ribaltone diventando la cuccia del “Supersindaco” dei marziani.
Stento a credere che Antonino, nel centrodestra, sarebbe diventato un novello Francesco d’Assisi, ed è stato traviato dal centrosinistra; e Lei ci crede?

Pino De Luca