Stelle e Strisce » 12/04/2005
Spring Break - Las Vegas 1
Negli Stati Uniti con l’arrivo della primavera c’è un lungo ponte che spesso coincide con la nostra pasqua. Qui viene chiamato Spring Break. Molte scuole chiudono ed i posti di vacanza si riempiono per alcuni giorni.
Capita così anche a me di avere l’opportunità di fare un bella vacanza (tutto spesato) con la mia famiglia americana. Mi viene fatto anche l’onore di scegliere il posto. La scelta ricade su Las Vegas.
Il desiderio di visitare la Sin City ( la città del peccato) è particolarmente forte. Troppi sono stati i racconti raccolti in giro da chi aveva già fatto questa esperienza. Tanti gli articoli letti, i documentari, le interviste. Un unico fattore comune: e’ la citta’ del divertimento, in assoluto.
Il peccato c’e’ nella febbre del gioco che ti assale ad ogni angolo di ogni Casinò (ce ne sono diverse decine). Le slot machine sono posizionate ovunque anche nei supermercati e perfino nell’aeroporto.
Trovare un albergo senza una hall piena di macchinette con le mille lucine e tavoli da gioco verdi aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e’ quasi un’impresa.
Abbiamo dei bambini piccoli al seguito e quindi e’ importante non sottoporli a quell’incessante stimolo. In realta’ avere un albergo senza Casino’ puo’ risultare un’ottima scelta per i piu’ viziosi, anche se il costo per notte e’ molto piu’ alto di un albergo con il Casino.
Ma Las Vegas ha tutto cio’ che serve per potersi divertire. Concerti, spettacoli, teatri. La sua etichettatura le si addice solo in parte. Negli ultimi anni e’ diventata sempre meno citta’ del peccato e sempre piu’ citta dei balocchi.
Per me pero’rimaneva il fascino originale, che ha fatto di questo posto nel mezzo del deserto una grande macchina macina soldi. Pima di diventare la meta’ preferita dei giocatori d’azzardo era il posto dove le carovane dirette verso la costa ovest si fermavano
per fare rifornimento di acqua. Infatti la valle di Las Vegas (in spagnolo “le praterie”) e’ l’unica ricca di sorgenti di acqua nel raggio di diverse centinaia di chilometri.
E’ sorprendente come i primi abitanti di Las Vegas fossero delle comunita’ di mormoni e che nonostante il loro radicale atteggiamento verso ogni forma di vizio, siano stati soverchiati. La legalizzazione del gioco d’azzardo, insieme alla legge sui divorsi facili degli anni 30’ hanno dato a questa citta’ quella peculiarita’ che mantiene ancora oggi.
Prima di partire per Las Vegas ho invitato a cena il mio vicino di casa. Un ragazzo occhialuto di 25 anni che ha l’apparenza di un ingegnere elettronico ma che invece e’ un giocatore d’azzardo professionista. Mi spiega con molta pazienza e precisione i fondamentali del Black Jack. Il Black Jack e’ il gioco da tavolo da cui i Casino’ traggono meno le loro fortune.
Di conseguenza e’ il gioco dove si puo fare qualche soldo. Mi stampa alcuni stratagemmi e mi invita a seguirli scrupolosamente. Mi spiega che attenendosi alle regole, senza strafare e ponendosi dei limiti, sul medio-lungo termine si riesce sempre a vincere. A giudicare dal suo appartamento nel cuore della citta’ e dall’ enorme televisore al plasma, mi sembra che le cose gli vadano abbastanza bene. Dice di aver fatto preparare su misura un programma che si collega ai vari casino online e dalla sua postazione impartisce solo le direzioni generali. Poi il programma gioca per lui e per i suoi 30 clienti.
I suoi soldi sono depositati nei paradisi tropicali perche’ cio’ che fa’ “potrebbe essere legale, ma potrebbe anche non esserlo”. E’ un personaggio molto curioso ed interessante, insieme alla sua ragazza.
Mentre parla mi sembra di rivivere un film e neanche a farlo apposta gli chiedo da dove e’ approdato qui a Denver. Mi dice “ Fargo, North Dakota....ti ricordi il film?”.
Gabriele D'Errico
Denver - Colorado
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