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Isola di G. Sciarra: Rigassificatore e centrali: non si faccia confusione



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Isola di G. Sciarra » 22/05/2005

Rigassificatore e centrali: non si faccia confusione

I Problemi "rigassificatore" e "centrali" vanno affrontati insieme ma la soluzione di uno non può nè deve condizionare l’altro.

Sono vent’anni che ci dibattiamo con le questioni delle centrali. Sono vent’anni che si sopportano soprusi ed imposizioni.
Per vent’anni i soliti noti hanno fatto il bello e cattivo tempo, intrecciando alleanze e connivenze trasversali per condurre in porto i loro affari. E di affari ne hanno fatto tanti. Guadagnando una barca di soldi.
Loro, perché l’economia locale langue proprio per questi affaristi.
Mi sembra ancora di sentirli … attribuire colpa a quelli che dicono sempre no, a causa di questi, a sentir loro, la vita politica e sociale si era come paralizzata: amministrazioni che cadevano se non condividevano.
Il potere che l’Enel ha esercitato piegando la volontà politica locale è stato enorme.
Potere e arroganza, l’arroganza dei forti, l’arroganza di quelli che si sentono al di sopra di tutto e tutti. E noi abbiamo subito per anni, piegando la testa e la spalla fino a metterci in una posizione estremamente pericolosa.
Ora vi sono le condizioni oggettive perché questo andazzo cambi.
La gente ha acquisito piena coscienza del degrado raggiunto e vuole uscirne, le amministrazioni locali (Comune, Provincia e Regione) sono sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda, differenziandosi solo per leggere sfumature.
Vergognosamente c’è voluta la magistratura per ottenere e conoscere, con dati di fatto inoppugnabili, le manchevolezze delle industrie energetiche. Chi affermava che l’orimulsion era pericoloso era preso per mentecatto, quando qualche altro affermava che veniva bruciato carbone russo, con alti contenuti di zolfo arsenico e metalli, era tacciato di terrorismo psicologico. L’arsenico nelle acque e nel sottosuolo, dicevano, è dovuto ai prodotti agricoli!
Potremmo continuare per molto ad elencare le “panzane” che venivano rinfacciate all’Enel e Edipower, ma ci fermiamo qui e ripetiamo sottolineando quanto sia vergognoso il fatto che ci sia voluto un indagine della magistratura per dare dignità di serietà a quelle “panzane”.
Questo dopo venti lunghi anni.
Non ci resta che sperare che in questi venti anni, dopo i morti del petrolchimico, non vi siano morti da collegare all’uso del carbone, dell’orimulsion, al non rispetto del territorio da parte dell’Enel o dell’Edipower.
Certo che chi per lunghi decenni ha pervicacemente, imperturbabilmente, ineffabilmente, menefreghisticamente e colpevolmente ha fatto ciò che più gli pareva comodo, gestendo a proprio piacimento i politicanti del momento e disattendendo tutti gli accordi sottoscritti ora ha una qualche difficoltà nel trattare. Soprattutto perché chi oggi tratta con costoro deve (e sottolineo deve) avere una legittima diffidenza.
Non sono una controparte credibile!
Gli americani per quantificare la credibilità di una persona amano dire: compreresti un’auto usata da costui? Bene rispondendo a questa domanda io dico: categoricamente no, e voi?
E’ ovvio che il rispetto delle norme non può essere oggetto di alcuna trattativa ma è conditio sine qua no per iniziare una qualsiasi trattativa, altrimenti ci si incontrerebbe solo per mercanteggiare, per perdere tempo.
Per lo stesso motivo non si possono inserire nelle odierne trattative ciò che doveva essere già fatto, altrimenti non si vuole fare una convenzione ma una tela di Penelope.
E’ chiaro che le regole da fissare devono riguardare l’intero comparto energetico del territorio (Enel, Edipower, Edipower). Su questi punti non si dovrebbe neanche discutere. Come del resto sulla drastica riduzione del quantitativo di carbone.
La convenzione del 1996 allora parve carente e poco conveniente tant’è che solo grazie all’intervento dell’allora ministro Ronchi furono introdotti elementi migliorativi al testo licenziato dagli enti locali. Oggi facciamo riferimento paradossalmente proprio a quella convenzione, e questo fa capire in che misura sia peggiorata la situazione.
Per non rimpiangere domani situazioni ancora peggiori occorre rimboccarsi le maniche e non cedere neanche di un millimetro.
L’Enel e l’Edipower non hanno titolo a chiedere trattamenti di riguardo. L’unico rispetto si deve ai lavoratori che sinora sono stati sin troppo strumentalizzati.
Quindi il ritorno ai quantitativi di carbone previsti nella convenzione del 1996 è un dato essenziale, dal quale non può prescindere. Per il resto della produzione si deve ricorrere al metano e per stroncare sul nascere un refrain che si sentirà in maniera petulante, è bene chiarire che il metano può essere acquisito dalla rete nazionale e dal metanodotto in costruzione che dalla Grecia farà arrivare in Italia notevoli quantità di gas.
Per cui sarebbe solo strumentale coniugare la metanizzazione delle centrali alla realizzazione del rigassificatore. Cosa che qualcuno sta già facendo.
Quindi non si faccia confusione!
Piuttosto che usare argomenti di turbativa, che si sa essere solo speciosi, ci si sforzi invece per far arrivare al territorio reali benefici come garantire da parte delle compagnie elettriche servizi efficienti e tariffe vantaggiose agli insediamenti del territorio brindisino, o come attivarsi per la realizzazione del teleriscaldamento che porta direttamente nelle case il calore per il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria senza bisogno di avere caldaie, bruciatori, serbatoi per il combustibile e canne fumarie.
Questa che non è una cosa campata in aria ma invece un progetto realizzabilissimo come lo è stato in altre realtà come ad esempio Brescia dove, mediante 400 Km di doppia tubazione sotterranea, il calore immesso in rete e ben il 65% delle abitazioni ne usufruisce.
Ma anche Reggio Emilia è una città all'avanguardia nei sistemi di teleriscaldamento, il quale include il servizio di climatizzazione estiva. E l’Edipower sa di cosa si sta parlando visto che a Tesa l'accordo per il teleriscaldamento prende forma. Sotto il coordinamento del Comune, Tesa ed Edipower stanno mettendo a punto il piano di un intervento che porterà progressivamente aree della città a beneficiare di un sistema di riscaldamento più ecologico ed economico. Si sfrutterà l'acqua calda prodotta dalla centrale elettrica di cui Edipower è proprietaria, immettendola in condotte che andranno a finire negli uffici, negli appartamenti e nei capannoni della città senza dover più ricorrere all’uso di altro combustibile e quindi ad ulteriore inquinamento. Ed il teleriscaldamento non manca neanche a Bologna, Torino, Vincenza, Imola, Castel Bolognese, Cremona, Rimini, Cesena, Sesto San Giovanni, Lodi, Voghera.
Quindi i nostri rappresentanti istituzionali invece di accettare l’invito di recarsi a Barcellona per vedere il rigassificatore che dista dalla città 10-15 Km. la cui costruzione risale agli anni ’70 ed molto più piccolo di quello che si vorrebbe fare a Brindisi, vadano a vedere nelle città che ho appena elencato ciò che si potrebbe fare a Brindisi per migliorare realmente la qualità di vita.

E’ di queste ore la notizia che la Capitaneria di Porto di Brindisi ha autorizzato la Brindisi LNG ad effettuare i lavori di delimitazione dell’area a mare propedeutici per la colmata, quindi per il rigassificatore.
Il Sindaco Domenico Mennitti con un comunicato del 9 maggio scorso aveva diffidato la LNG ad “intraprendere qualsivoglia attività in considerazione del fatto che non esistono condizioni di legge per legittimare l’intervento”.
L’ordinanza della Capitaneria autorizza l’intervento della LNG facendo riferimento ad atti che sono stati rilasciati non più di un mese dall’Autorità Portuale e da altri enti locali. Quindi le minacce del sindaco per costoro, evidentemente, non valgono niente.
E’ inaccettabile che la volontà di scegliersi un futuro diverso da quello fin qui propinatoci, e che una volta tanto vede l’accordo tra Comune, Provincia e Regione la cui politica al riguardo è largamente condivisa debba infrangersi contro l’arroganza di un potere dettato dall’alto che non tiene conto delle esigenze e volontà dei cittadini ma del proprio tornaconto politico.
Se le minacce del Sindaco, le intemperanze del Presidente della Provincia non basteranno è bene mettere in conto che i cittadini che hanno sfilato a migliaia, per due volte, attraverso le vie della città per protestare civilmente e democraticamente, potrebbero questa volta accarezzare l’idea di qualcosa di eclatante visto e considerato che la civiltà in questa democrazia non trova ascolto.

Giorgio Sciarra


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