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Isola di G. Sciarra: Matteoli: l'impotenza ministeriale e le consapevoli contraddizioni



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Isola di G. Sciarra » 10/06/2005

Matteoli: l'impotenza ministeriale e le consapevoli contraddizioni

Il Ministro all’Ambiente Alvaro Matteoli per ben due volte, nelle sue precedenti visite a Brindisi, aveva assicurato che di fronte all’istanze del territorio non si poteva far finta di niente e avrebbe riaperto il fascicolo relativo al rigassificatore.
Cose dette sempre davanti ad un folto pubblico.
Ora il ministro dice che l’iter autorizzativo è completo e il governo non può ritirare i permessi firmati, salvo fatti nuovi che non si capisce quali possano essere, a meno che non sottintenda ad una sorta di rivoluzione popolare.
Ma l’iter autorizzativo è corretto?
E’ fortemente opinabile, non comprendendo come si possano firmare autorizzazioni di sorta in assenza di un progetto definitivo e senza che sia mai stata effettuata una Valutazione di Impatto Ambientale cosa, per altro, che è prevista per legge anche per le sciocchezze, figuriamoci per un impianto catalogato “a rischio di incidente rilevante”.
Ma su queste cose il ministro ha evidentemente delegato i suoi poteri.
Altra cosa su cui Matteoli ha glissato è sulla consapevolezza della responsabilità che il Governo si sta assumendo con il suo “tener duro”, e cioè quella di acuire il malessere e il conflitto sociale. Cosa altrettanto evidente è che anche su questo aspetto si sta ampiamente sottovalutando i rischi che si stanno correndo.
Ma lasciamo Matteoli alla sua impotenza ministeriale e alle sue consapevoli contraddizioni.
Ora sarebbe opportuno ponderare bene su ciò che sta accadendo.
Chi ricorda ciò che è successo nel passato – per farsi una cultura è sufficiente rileggere le cronache del tempo- si rende conto che si sta rivivendo la stessa identica farsa e non si capisce perché i risultati dovrebbero essere diversi da quelli che incombono sul nostro presente.
La centrale di Cerano fu costruita nonostante forti dissensi popolari.
Cosa avvenne? Per la crisi del petrolchimico vi fu il solito ricatto occupazionale. Si usò la disperazione della gente, orchestrata abilmente tra proteste e conflitti, facendo passare per il toccasana di ogni male ciò che, invece, non ha lenito in alcun modo i disagi e non ha contribuito minimamente all’economia del territorio.
Ora si vuole perpetuare tale messinscena per favorire un impianto ad alto “tasso” di speculazione, con risibili ricadute occupazionali e con gravi problematiche legate alla disoccupazione di ritorno.
Infatti il grande affare è la costruzione, dopo saranno solo fastidi e guai.
L’aspetto che lascia fortemente perplessi è che di fronte ad altri investimenti, ad esempio nel polo aeronautico, la pressione che si esercita è tiepida eppure in quel caso i vantaggi occupazionali sarebbero sicuramente più interessanti: infatti a fronte di investimenti più contenuti, si parla di ben 400 occupati al posto dei 40 previsti dal rigassificatore. Quindi secondo logica il forte impegno sindacale messo in campo dovrebbe essere rivolto più verso quell’investimento che privilegia maggiormente l’occupazione.
Bisogna infine riflettere sul possibile scenario che si prefigurerebbe se gli interessi di una società privata (LNG) dovessero prevalere di fronte alle decisioni della politica, delle istituzioni (Comune, Provincia e Regione), di alcuni sindacati e della società civile, che sinora ha raccolto i consensi ufficiali sia del Comune che della Provincia di Lecce.
L’attacco virulento al territorio troverebbe rinnovate energie per imporre la logica che sino ad ora ha prodotto i risultati che viviamo con tristezza: una città svuotata culturalmente e intellettualmente, senza prospettive, buona solo da pattumiera.
E’ questo che vogliono i cittadini e i lavoratori di Brindisi?

GIORGIO SCIARRA


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