Arte » 04/07/2005
"Floriano Bodini". Di Massimo Guastella
“Con la scomparsa del Maestro Floriano Bodini si registra la conclusione di un altro capitolo della storia dell’arte italiana nel secondo Novecento.
Figura nota e presente nei migliori scenari internazionali, che ha rappresentato la grande tradizione della scultura del nostro Paese. Personalità spiccata, solida come il marmo che trattava e formava, Bodini ha lasciato a Brindisi una lusinghiera testimonianza della sua attività artistica strettamente collegata alla storia remota della nostra civiltà.
Ma è, innanzitutto, con la morte del suo autore che il monumento, ideato a seguito delle celebrazioni del bimillenario della morte di Virgilio del 1981 e completato nell’1985, si consegna alla storia e ai beni culturali della contemporaneità.
Da oggi auspico che la comunità brindisina riservi, orgogliosamente, maggiore e degna attenzione al “monumento a Virgilio” di Floriano Bodini e sappia valorizzarlo quale patrimonio della cultura artistica del nostro tempo, non sempre adeguatamente apprezzata. E chissà se non sia giunto il tempo per ripensarlo laddove lo scultore di Gemonio sperava vederlo collocato: ossia fronte mare sul sito dove era l’edificio dell’ente provinciale turistico! A guardare il mare verso Oriente da dove Virgilio approdò a “Brandizio” per terminare la sua esistenza.
Inoltre viene immediato suggerire che la scomparsa di Floriano Bodini, che nella nostra città ha tracciato un segno così rilevante del suo percorso artistico, potrà essere occasione per riflettere e rilanciare una fruizione didattica del patrimonio monumentale pubblico contemporaneo, al quale si associano la deturpata “maschera” di Amerigo Tot sul teatro comunale, il “Monumento ad Aldo Moro” di Marcello Avenali, i rilievi policromi di Enzo Assenza sulle scuole “G. Cesare” e “G. Crudomonte” e così via, tutti esiti di artisti di fama internazionale le cui opere brindisine appartengono alla collettività”.
Spiace solo che di queste straordinarie testimonianze artistiche e dei loro autori si parli o in doverose circostanze luttuose come questa o in ancor più per sciagurati “restauri” mal interpretati che ancora feriscono la parte culturalmente sensibile e meglio educata di Brindisi.
Massimo Guastella
Da un intervista a Bodini su “ALEPH” n.7 del 1986, p.12 (quando l’opera era conclusa e si doveva decidere della sua collocazione).
“Ho accettato questo incarico, di ricordare il bimillenario di Virgilio, per testimoniare attraverso una grande scultura, il mio legame con i Temi, con i significati epici e quotidiani di questo grande poeta.
Ho immaginato istintivamente la scultura in marmo bianco di Carrara, materia carica delle suggestioni della più grande tradizione classica da Fidia a Moore.
In questo senso ritengo, vitali ed attuali la scelta di simboli, quali l’elmo e la Nike, l’ulivo, il cavallo, l’agnello, a significare il contrasto tra la pace e la guerra, il bene e il male, lo scorrere dei giorni e i drammatici contrasti che continuamente li travagliano.
La collocazione della scultura, ha un senso preciso nel suo rapporto col mare, il mare orientale di Enea, che vide le ultime ore di Virgilio.
Per queste ragioni di significato, i luoghi, a mio giudizio, più indicati sono la piazzetta (già prefabbricato Ente Tur.), (seconda ipotesi) la Piazza dei Giardini”
Tappe importanti della sua biografia.
Nasce a Gemonio in provincia di Varese nel 1933.
Si forma a Milano nel Liceo artistico prima e poi all’Accademia di Brera con Francesco Messina.
Dal 1954 e sino al 1977 insegna figura modellata al liceo artistico di Brera.
La prima mostra personale la tiene nel 1958, alla galleria “Amici delle arti” di Gallarate, presentata dal pittore Giuseppe Guerreschi con cui condivide le esperienze del realismo esistenziale – assieme a Romagnoli, Ceretti, Vaglieri e Banchieri.
Nel 1965 esce a Milano la prima monografia sull’artista curata da Luciano Bianciardi e Duilio Morosini. La sua opera si attesta autorevolmente nel clima della nuova scultura italiana del secondo Novecento, con rassegne nazionale e internazionali riscontrando ampi interessi e consensi della critica. Anche la sua produzione grafica incontra vivo apprezzamento e nel 1973 Enzo Fabiani ne cura il primo catalogo generale dal titolo “Un diario spietato”
Nel 1977 gli è stato conferito dall’Accademia Nazionale di San Luca il Premio Presidente della Repubblica. Nello stesso anno è docente di Tecnologia del marmo a Brera e dall’anno seguente tiene la cattedra di Scultura all’Accademia di Carrara dove assume la carica di direttore sino all’ ‘87. Nel 1979 riceve il Premio Bolaffi. Diviene titolare della cattedra di scultura all’Università di Architettura di Darmstadt.
Nel 1982 gli è allestita una sala personale alla Xl Biennale di Venezia.
Nel giorno della sua scomparsa era prevista l’inaugurazione della mostra “Realismo esistenziale. 1954:1964” proprio nel museo Bodini di Gemonio, sua città natale.
Tappe brindisine:
Nel 1981 in occasione del convegno internazionale di studi di celebrazione per il bimillenario della morte di Virgilio fu affidata a Floriano Bodini la realizzazione di un monumento dedicato alla poesia virgiliana.
L’opera è eseguita nel 1985.
Dal 9 novembre al 5 dicembre 1985, alla galleria il “Tempietto”, si ordina una mostra che presenta disegni e sculture dal titolo “Idee per un monumento a Virgilio per la Città di Brindisi” 1981-1985.
Sono presentati i due bozzetti bronzei.
Nel n° 6, del novembre 1985, la rivista “ALEPH” dedica al monumento di Bodini un articolo, a firma di Maria Pia Pettinau Vescina, sul tema “L’omaggio di Brindisi a Virgilio: il monumento di Floriano Bodini”, contenente notizie sull’iter creativo che condusse alla realizzazione ultima, con affascinanti fotografie dell’opera plastico-marmorea in corso d’attuazione, presso il rinomato laboratorio Nicoli di Carrara.
Nel 1988 la statua è collocata nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II.
I coniugi Beppe e Maria Pia Vescina fanno realizzare allo scultore la medaglia in bronzo, celebrativa dei 25 anni di attività della galleria d’arte moderna il “Tempietto” 1979-2004.
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