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Stelle e Strisce: Social Security



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Stelle e Strisce » 23/08/2005

Social Security

Quando sono arrivato in America ho dovuto richiedere all’ufficio competente il numero della Previdenza Sociale.
Si tratta di un numero composto da nove cifre che mi permette di aprire un conto in banca, di pagare le tasse e di versare i contributi per la pensione.
E’ qualcosa di più di un codice fiscale.
Questo numero è cosi personale che va tenuto segreto onde evitare che qualcun’altro possa impossessarsene ed aprire linee di credito a tuo nome.
Con i 65 anni, dopo svariati anni di lavoro, si raggiunge la tanto agognata pensione e la forse ancora più desiderata, copertura sanitaria.
Pochi giorni fa ho ricevuto una lettera da parte della Social Security. Mi invitava a non divulgare il mio numero di previdenza e mi ricordava i crediti lavorativi finora ottenuti (che ovviamente non raggiungono neanche il livello minimo di copertura per il momento).
Nella lettera di apertura firmata da un commissario governativo si ricordava inoltre che la “ la Social Security non è solo un programma pensionistico, è anche un programma di protezione contro gli infortuni o in caso di morte accidentale, proteggendo la mia famiglia con un assegno mensile (come dicevo non avendo abbastanza crediti, per adesso non mi posso permettere il lusso di diventare disabile o di morire).
“ Ma la Social Security- continua la lettera- che è oggi la fonte principale di sostentamento per la maggior parte della popolazione anziana, non può essere considerata l’unica fonte di reddito.
Bisogna avere altri tipi di investimento per vivere una vita confortevole anche durante l’eta post-lavorativa.” Di seguito una serie di idee dove investire i propri soldi: sempre ammesso che se ne guadagnino a sufficienza per sviluppare ulteriori programmi pensionistici.
La lettera va avanti dicendo che “oggi ci sono in America 36 milioni di cittadini che hanno passato il fatidico 65esimo compleanno. La loro pensione è pagata con le tasse dei cittadini che lavorano. Tra 12 anni la Social Security sborsera più soldi in pensioni di quelli che prendera dai cittadini attivi. Nel 2041 il numero di cittadini americani in età da pensione si sara duplicato. Le casse della Social Security saranno vuote. Per questo bisogna cambiare il sistema al piu’ presto”
Segue la firma del commissario.
Il tono apocalittico evidenzia uno dei temi politici più contrastati del momento. Bush e molti esponenti del suo partito vorrebbero privatizzare la Social Security ( un pò come privatizzare l’INPS), non per inetta gestione ma per l’impossibilità di ottemperare alle promesse fatte senza un forte interesse da parte del governo americano.
Attualmente non sono le casse della Social Security ad essere vuote. Sono le casse dello Stato americano.
Al di là della guerra di cifre, da quando è entrato George W. Bush alla Casa Bianca si è passati da un surplus di 200 miliardi di dollari ad un deficit di 350 miliardi. Cifre difficili anche da mettere sulla carta.
Gran parte di questi soldi stanno continuamente finanziando le varie guerre e i vari programmi di protezione “globale”, quindi l’industria già florida delle armi e della difesa.
Se già si ponesse fine a questo inutile sperpero di denaro pubblico credo che tutti i cittadini americani potrebbero vivere in serenità la propria vecchiaia.
Ma ammesso anche che il problema sia davvero irrisolvibile, come più di qualcuno pare credere, chi può garantire che un sistema privato ottempererà alle promesse fatte 40 anni prima?
Se io avessi versato, come molti americani hanno fatto, i miei soldi nella Enron nella speranza di vedere trasformati i miei risparmi in un vitalizio....beh oggi forse dovrei tornare a lavorare ad 80 anni.
Provateglielo a spiegare a Bush e a quelli che la pensano come lui!

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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