Approfondimenti » 25/08/2005
A proposito di un nuovo modello di sviluppo. Di Ida Santoro
La questione rigassificatore a Brindisi ha finalmente risvegliato gli animi assopiti di questa città, ridato fiducia ai delusi, unito le diverse parti politiche (momento forse irripetibile nella storia locale), aperto il discorso su nuovi modelli di sviluppo.
Eppure sulla stampa sarebbe utile chiarire più spesso qual è l’idea di un nuovo modello di sviluppo, per essere più credibili e convincenti nei confronti di chi ha ancora dubbi e poca fiducia in un futuro qui.
E’ corretto avere progetti a lungo termine, ma è giusto anche dare qualche segnale in più su quello che potrebbe costituire un possibile cambiamento.
Brindisi è una città martoriata dall’industria che in cambio di offerta di lavoro si è portata via una bella fetta di occasioni per turisti e residenti. La costa a sud è ormai “intoccabile” e impossibile ad ogni sguardo, mentre la costa a nord pure , per motivi differenti.
Tutte le amministrazioni che si sono succedute in questa città ingovernabile hanno assolutamente trascurato il territorio costiero, che pure appartiene a Brindisi fino alla zona di Apani e potrebbe rappresentare fonte di attrattiva turistica. Tutto il litorale a nord si caratterizza come zona anarchica e di frontiera: spazzatura di ogni tipo, ruderi, abusivismo selvaggio (esistono villaggi interi con tanto di strade al loro interno).
Almeno i lidi servono a tenere pulite le spiagge, ma i tratti liberi sono sporchi o poco raggiungibili.
La questione peggiore è invece quella di Apani nella zona appartenente all’Oasi protetta di Torre Guaceto che, nonostante la presenza del Consorzio nato per la sua tutela, è ancora una zona poco curata e sporca. La pulizia è affidata alla buona volontà di pochi che portano via la plastica restituita dal mare e la spazzatura lasciata dai “bagnanti della domenica”.
Nella stessa zona, inoltre, insieme al vento di levante ed acqua torbida più volte è comparsa una strana schiuma gialla e densa sulla riva, probabilmente a causa della presenza di uno scarico non a norma poco distante dall’Oasi.
Non so quali siano i problemi di gestione delle coste, ma è evidente che quelle appartenenti ad altri comuni sono più pulite e vengono valorizzate mentre quelle di Brindisi, nello stato di abbandono in cui si trovano, non inducono nemmeno i residenti a rispettarle, né sono in grado di trattenere il possibile turista (tra l’altro non esistono strutture ricettive differenziate come campeggi attrezzati o bed&breakfast).
E considerando che anche noi cittadini abbiamo delle responsabilità, allora vuol dire che abbiamo ancora bisogno che qualcuno ci insegni il rispetto delle norme più elementari del vivere civile.
Ida Santoro
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