Brindisi vista da... » 13/09/2005

Caro Luigi... di Marco e Gabriele

Cosa vuol dire uomo qualunque? Datemene una definizione...
Forse colui la cui sordità si nasconde bene dietro un'ideologia politica???
Forse colui che non ha letto Marx, Bakunin o Nietsche?
Forse colui che parla senza cognizione di causa?
Forse colui che non si schiera con i comunisti, con i socialisti, i democristiani e via dicendo?
....io credo che l'uomo qualunque è ciascuno di noi, sia chi fa politica con le ideologie sia chi la vorrebbe fare con i fatti, sia chi per governare accusa gli altri di non saperlo fare sia chi invece fa programmi concreti e li porta avanti sino in fondo.
Caro Luigi, scusa la mia ignoranza, ma che cosa vuol dire "Una base culturale di tipo populistico. E tale atteggiamento politico e culturale non è distante da posizioni politiche di destra".
Credi che io sia di destra? credi che questo movimento, solo perchè c'è davanti la parola movimento possa assomigliare a qualcosa tipo il Movimento Sociale Italiano?
Tu dici che la politica vuol dire scegliere. Prendere delle decisioni. Costruire. Porsi dei fini.
Anche l'economia si basa sulle stesse cose: scegliere, prendere decisioni, costruire, porsi dei fini.
Io ho mai detto per caso che il nostro forum sarà estraneo alla cultura o che sarà estraneo alla politica?
Sai quale è il problema?
Che probabilmente abbiamo due modi diversi di intendere la politica e non credo che il tuo sia migliore del mio o viceversa. Partiamo probabilmente da un'impostazione diversa.
Noi faremo politica caro Luigi e probabilmente avremo anche dei modelli di riferimento, modelli socio-economici orientati forse al capitalismo, forse al socialismo, forse al comunismo, ma soprattutto al risultato, all'analisi corretta dei fenomeni, ai principi moderni di economia e organizzazione: leggi Norton, Kaplan, Hammer e compagnia bella al cosiddetto gioco (se così possiamo chiamarlo) dei causa ed effetto.
Tu sei un bravo citatore: Giannini, gli Svedesi..., vuoi che ti citi i nuovi modelli dell'organizzazione del lavoro? Cose di cui in pochi in Italia hanno sentito parlare e ancora in meno applicano.
La cultura non è solo affare dei "politici".
Quando io ho detto: nè di centro, nè di sinistra, nè di destra, l'ho detto solo ed esclusivamente perchè non voglio che questa cosa possa essere strumentalizzata da qualcuno.
Marco Sgura

Ciao Luigi,
Capisco il tuo interesse sincero ma non sono d’accordo su quello che dici a proposito dell’Uomo Qualunque e della necessità di scegliere una parte.
Iniziamo dal problema dell’uomo qualunque.
E’ vero per fare politica bisogna avere certe conoscenze (non per niente sto a studiare in una università di scienze politiche) ma la decisione politica dovrebbe appartenere a tutti. Quindi si ai tecnici che dicano “La legge deve essere scritta così”, “E' meglio fare questo impianto a 500 m” ecc… ma la decisione su ciò che si deve fare o no, soprattutto in certi casi, deve essere delle persone che ne subiranno le conseguenze sulla loro pelle.
Poi per quanto riguarda l’ipotetica preparazione di certe persone rispetto ad altre ti dico che l’istruzione può aiutare, ma è anche vero che se al posto di una testa, pensano 1000 probabilmente un’idea migliore può uscire.
Per quanto riguarda la necessità di scegliere una parte o un’altra.
Bene… da un punto di vista logistico sarebbe un’ottima idea (avremmo già molte più competenze). Ma per quello che riguarda l’indipendenza? Se ci si inizia ad immischiare in associazioni che bene o male rappresentano questo o quel gruppo di interesse, rimaniamo fregati. Tu dici di fare una scelta politica o destra, o sinistra quasi in un ottica novecentesca.
Per fortuna questa epoca è finita, e lo vediamo benissimo ai giorni nostri. Quale differenza ci può essere a livello cittadino tra destra e sinistra? Forse la sinistra aiuta i lavoratori e la destra aiuta gli industriali? Mi sembra una visione non adatta al 2005 e soprattutto a Brindisi.
Inoltre creando un’organizzazione indipendente e fuori dai soliti schemi si possono prendere persone da entrambi gli schieramenti che sarebbero attratte dalle idee e non dal loro rifarsi ad un mitico passato (possa essere questo prima del Muro, o prima del ’39).
Per il resto penso che l’impostazione di Marco è più che giusta e sarebbe già un buon punto di inizio.
Gabriele

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