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Isola di G. Sciarra: "A pensar male si fa peccato". Di Giorgio Sciarra



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Isola di G. Sciarra » 15/10/2005

"A pensar male si fa peccato". Di Giorgio Sciarra

E’ certo, c’è qualcuno che tifa affinché tra il Presidente della Provincia, Michele Errico, e il Sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti, si rompa definitivamente il dialogo.

Se si è particolarmente ingenui ci si chiede il perché, ma seguendo il famoso pensiero di un altrettanto famoso uomo politico della prima repubblica si può affermare che a pensar male si fa peccato ma s’indovina. Per chi non lo sapesse questo pensiero appartiene al sempre verde Giulio Andreotti. Basta rispondere ad una riflessione: quando hanno lottato insieme hanno dato parecchio fastidio ai cosiddetti poteri forti, gli stessi non possono trovare che giovamento e facile giuoco da istituzioni divise.

Nessuno può pretendere che tra i due, così profondamente diversi per tradizioni culturali e socio-politiche vi possa essere una completa e perenne identità di vedute, ma su una cosa non credo che ci siano dubbi: la loro voglia di cambiare Brindisi e di cambiarla in meglio, anche se probabilmente per ragioni diverse. Ambedue hanno enunciato progetti che se realizzati darebbero un volto nuovo al territorio. Progetti difficili che richiedono tempo, capacità e alleanze sinergiche non indifferenti. Nessuno, neanche il più stupido, può pensare che basti un colpo di bacchetta magica per cambiare il tanto deprecabile andazzo. Perché questo percorso possa iniziare occorre la capacità di vedere le cose culturalmente diversa, altrimenti staremo sempre con la solita minestrina riscaldata. Infatti, questi progetti che prefigurano uno sviluppo con scenari completamente diversi da quello attuale - e si indichino come si vuole, con nomi più o meno seducenti -, sono agli antipodi dello sviluppo sin qui perseguito. Ciò non vuol dire che si debba fare tabula rasa dell’esistente. Sarebbe oltre che stupido, controproducente, ma ciò che esiste non deve intralciare il cammino che la collettività intende percorrere.

Mennitti e Errico hanno preso un impegno d’onore con i propri concittadini, nessuno dei due, presumo, è stato obbligato a concorrere per rappresentarli istituzionalmente, penso e ne sono convinto che lo abbiano fatto per spirito sociale. Proprio per questo, l’impegno assume un valore diverso, più profondo, più vincolante. Le aspettative che hanno fatto nascere con i loro progetti e la loro voglia di riscattare questa città sono tante e non si possono deludere. Non possono più venire meno, sarebbe peggio, molto peggio. Sarebbe come uccidere definitivamente le speranze dei cittadini, assumendosi per questo una gravissima responsabilità.

Oggi è sul tappeto ancora la solita questione energetica, che nel passato ha fatto tante vittime illustri (politici). Quanti sindaci, quante amministrazioni hanno dovuto capitolare di fronte al sistema di potere messo su dal gigante energetico: l’Enel e i suoi supporter.

Oggi non si può discutere di nuovo sviluppo se non si attuano due condizioni: la prima è che non si possono accettare impianti industriali che ricopino la vecchia logica (rigassificatore, termovalorizzatore, torce al plasma ecc.), la seconda è la riduzione drastica del carbone per portarlo ai limiti previsti dalla convenzione del 1996, e di questa far valere i punti più qualificanti.

Non può esistere alcuna città d’acqua, se si persegue un porto del carbone. Non può esistere nessun dialogo culturale e mercantile con le altre sponde del mediterraneo o con i paesi dell’est europeo (corridoio 8) se non siamo capaci di difendere il nostro territorio. E’ ovvio che per realizzare un qualsiasi progetto occorre che la Regione e lo Stato aprano il portafogli: che Vendola concretizzi le sue belle parole, che Prodi, dopo le inopportune esternazioni tarantine, sia indotto a inserire nel suo programma delle leggi speciali a favore di quelle zone, come la nostra, che essendo state riconosciute aree ad elevato rischio ambientale, attraversano forti crisi occupazionali. Dalle belle parole ai fatti.

Comunque di tutto c’è bisogno in questo momento, tranne che di una divisione tra le forze che ci possono far uscire dal “tunnel”, non si possono nè si devono affrontare le necessità, di cui questo territorio abbonda, creando i presupposti per altre emergenze.

Tutta la città invita Errico e Mennitti a continuare a lavorare insieme per il bene della città e del suo territorio, contrariamente farebbero il gioco di chi vuol continuare ad affossarla.
I gufi sono appostati davanti ai palazzi della Provincia e del Comune e aspettano di celebrare la loro vittoria. Scacciateli!

Giorgio Sciarra


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