Approfondimenti » 20/10/2005
"Stanno tentando di smantellare l’industria aeronautica brindisina". Di F. Scalera
Prendendo spunto dalla lettera aperta dei lavoratori delle Officine Aeronavali di Brindisi, mi corre l’obbligo di fare alcune riflessioni e considerazioni, che spero trovino interrogativi e conseguenti azioni nelle sedi Istituzionali e di rappresentanza politica del nostro territorio.
Ciò che accade in O.A.N. di Brindisi, in particolare il rischio di trasferimento delle attività e del sito in altre sedi, nonostante si sono ottenute garanzie anche attraverso l’ultimo accordo di gruppo, confermando la strategicità del sito brindisino come “turbo prop”, è emblematico ma, purtroppo, non isolato.
Infatti, è nota a tutti la vicenda non ancora conclusa della Vertenza AVIO spa, che rischia di coinvolgere 800 famiglie con 12 mesi di CIGS, compromettendo il futuro dello stabilimento e l’intero settore della “motoristica aeronautica” pugliese tutto ciò è determinato della sciagurata assenza del Governo di una adeguata politica Industriale in un settore strategico per la Difesa e l’Industria nel nostro Paese, che nulla o poco a fatto quando FIAT AVIO è stata ceduta alla finanziaria Carlyle.
Emblematica è la storia sugli accordi per le fregate tra Marina Militare Italiana e Francese , che ha visto un nostro Ministro (Scajola) arrivare all’appuntamento senza , avere i finanziamenti necessari a concludere l’accordo, qualcuno voleva sedersi a tavola senza avere i soldi per pagare il conto, dimenticanza dicono. Siamo in attesa, in queste ore, di notizie che diano ossigeno a questa vertenza per poi avere la possibilità di affrontare la questione in termini industriali, strategici e di assetti societari.
Inoltre, Agusta che pure sembra non avere problemi di carico di lavoro, visto l’andamento del mercato elicotteristico e la posizione di prestigio assunta a livello mondiale, pone anch’essa alcune interrogativi sugli andamenti delle attività produttive dati all’esterno (fuori casa). Infatti, non ci spieghiamo per quale strano “gioco” attività che erano assegnate ad imprese locali che con il loro contributo avevano consolidato e qualificato il ruolo dello stabilimento AGUSTA quale centro di eccellenza delle strutture, vanno altrove.
Infatti, sta accadendo che queste lavorazioni esterne, si stanno assegnando ad aziende napoletane, laziali, varesine, quando va bene, o altrimenti in sedi fuori nazione e senza off-set, cioè senza nessuno scambio commerciale.
Non basta, alcune società che hanno acquisito il lavoro, come la DEMA di Pozzuoli, che pur non avendo un’officina ha la commessa dell’AB412 per poi subappaltare la stessa ad altre società, in alcuni casi sacrificando le aziende dell’indotto locale che rischiano di chiudere battenti.
Infine, la speranza di trovare opportunità, sia pur minime, sull’investimento di Grottaglie per la costruzione dei tronchi di fusoliera ed impennaggi del 787, rischiano se non si aprono gli occhi di prendere il volo in altri lidi, come ad esempio la TAI Turca.
Visti questi segnali, che io considero preoccupanti, ho la necessità di denunciare le azioni che stanno tentando di smantellare l’industria aeronautica brindisina.
Se i nuovi progetti di sviluppo industriale in Puglia devono passare attraverso il tentativo di smantellare l’industria aeronautica brindisina, chiedo che tutto venga discusso, con il massimo di trasparenza e responsabilità, con i soggetti demandati ad assumere le adeguate decisioni compresa Finmeccanica e la Regione Puglia per evitare che una realtà con possibilità di sviluppo venga svenduta.
Io chiedo alle Istituzioni (Regione, Provincia e Comune), di far propria questa preoccupazione ed intervenire con l’energia necessaria nei riguardi della Finmeccanica, del Governo e delle società interessate,-
Francesco SCALERA
Segretario FIM-CISL Brindisi
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