Teatro » 22/11/2005
Fedra
Spettacoli in provincia:
Teatro Kennedy Fasano 24-11-2005
Teatro Impero Brindisi 25-11-2005
IDA DI BENEDETTO
FEDRA
Regia di LORENZO SALVETI
Genere: Classico
di Seneca – versione di Edoardo Sanguineti
Questa Fedra, così trascinante e feroce nell'amore impossibile per il suo giovane amante, è un personaggio indomito e appassionato. Un'audacia profondissima affidata alle parole dolorose di Seneca, profondo indagatore della follia. Un inno alla parola, potente ed essenziale che esplode nei versi nitidi e penetranti di Edoardo Sanguineti. La sua versione è un'opera autonoma di poesia contemporanea.
L’amore impossibile per il giovane Ippolito, il figlio di suo marito Teseo, si alimenta e cresce nel petto di Fedra. Le brucia dentro. E come il fuoco che trabocca dal cratere dell’Etna, effonde in un incontenibile angoscioso delirio. “Perché?”, si domanda Fedra. “Perché quel che non deve accadere accade?”. “Può l’impossibile verificarsi?”.
Con parole potenti, crudeli, lucidamente, Seneca analizza questa dolcissima e spietata follia d’amore, studia il “mostro” che è custodito in noi e che si impossessa di noi e ci imbestia, se non impariamo, con la sapienza, a ricondurlo nella giusta sede della sua custodia, nel cieco labirinto del non detto, nel luogo dove il “mistero”, religiosamente, è conservato e mai svelato.
Sanguineti, con fedeltà creativa, “cita” il testo classico in uno spazio concreto che è qui, oggi, in voci e corpi attuali. La sua versione è un’opera autonoma di poesia contemporanea e conferisce a questa anatomia di una passione, l’asciutta modernità di un ragionare serrato eppure incandescente. Il furore di Fedra è anche furioso bisogno di conoscenza, l’irrazionale parossismo della follia è anche atto conoscitivo e razionale.
Ida di Benedetto, già trascinante protagonista di una Medea e di una Clitennestra indimenticabili, affronta il personaggio di Fedra con gli strumenti possenti e affiliatissimi della sua indomita passione di interprete, limpida e consapevole nell’analisi, ma disposta a lasciarsi possedere dal personaggio senza filtri ulteriori.
Lorenzo Salveti punta tutto sulla teatralità spoglia, assoluta, di questo implacabile dibattito di idee, che si nutre solo della parola e dell’energia che la sottende rendendola necessaria, indispensabile. Un allestimento moderno per una“tragedia nuda” che affascinò gli elisabettiani e che ha attraversato i secoli contenendo in nuce l’idea tragica del teatro moderno.
fonte: Teatro Pubblico Pugliese
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