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Stelle e Strisce: Città di frontiera



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Stelle e Strisce » 06/12/2005

Città di frontiera

Ci sono tre province in Cina che insieme occupano per estensione 2/3 dell’intero territorio nazionale: il Tibet, il Xinjiang e la Mongolia interna. Il deserto per il Xinjiang, le alture himalayane per il Tibet , la steppa per la Mongolia Interna, sono i limiti naturali che costringono queste province ad essere tra le meno popolose delle province cinesi.
Per lo più abitate da “minoranze etniche” ( cosi definite dagli stessi cinesi le 54 etnie presenti sul territorio che non appartengono all’etnia principale, quella degli Han, che rappresenta oltre il 90% dell’intera popolazione cinese) queste province hanno caratteristiche ben differenti dal resto della Cina.

Il Xinjiang, dove il bellissimo deserto del Gobi fa da padrone, è abitato principalmente dagli Uiguri, una popolazione di origine Turca che pare sia emigrata in questa area del mondo nel 600 d.c. Oscure sono le cause di questa migrazione, ma con loro hanno portato parte di una cultura mediterranea e medio-orientale di cui si riescono ancora a vedere le radici.
Ho visitato il Xinjiang per ben due volte negli anni novanta. La vicinanza con la nostra cultura è impressionante. La maniera in cui preparano la pasta, la focaccia, il pane, in cui coltivano l’uva per produrre vino, sono cosi singolari in un mondo orientale.La popolazione Uigura, con molta probabilità, ha abbracciato l’islam successivamente al loro arrivo nel deserto del Gobi. La ricchezza di materie prime e la fierezza della popolazione, oltre alla vicinanza con Stati a prevalenza musulmana, ha creato un clima di sospetto nel governo cinese e di continua paura che questo enorme e ricco territorio possa un giorno dichiararsi indipendente.

Stessa storia per le altre due province. Il Tibet che per secoli è stato praticamente inespugnabile, pur gravitando nel sistema tributario dell’impero cinese a più riprese, è stato di fatto uno stato indipendente con un sistema teocratico fino all’occupazione dell’esercito di Mao. Oggi la sua autorità politica e spirituale, il Dalai Lama, vive in esilio in un piccolo villaggio in India. La Mongolia Interna, che per natura del territorio e per etnia, dovrebbe essere parte del territorio della repubblica democratica di Mongolia e che invece si ritrova ad essere una provincia cinese, ha dalla sua una storia invidiabile di cui è ancora molto fiera: la costruzione del più grande impero della storia del mondo, l’impero mongolo.

I mongoli hanno difficolta ancora oggi a vivere lontani dalle infinite praterie. Il loro nomadismo, accantonato per necessità secoli fà, è ancora vivo nella loro cultura. Le città che ho avuto la possibilità di visitare sono veramente squallide, mentre i piccoli villagi fatti di yurte ( le tende mongole) nascondono tutto il colore e la vivacità di questa gente. Ancora oggi i giovani mongoli imparano a cavalcare ed ad usare le armi forse ancor prima che a camminare. Il governo cinese conscio del pericolo di una scissione di queste province dal resto della Cina ha sostenuto una vera e propria colonizzazione di queste terre da parte dell’etnia Han. Una continua ed inesorabile colonizzazione da parte di cinesi provenienti dalle più svariate parti della Cina, con la sola certezza di poter trovare un lavoro salariato una volta scesi dal treno.

Questa politica è stata un successo fino ad oggi. Le città principali sembrano sempre più cinesi e sempre meno “diverse” dal resto della Cina. Ma i sentimenti delle popolazioni autoctone sono lontani dall’essere completamente oscurati ed assoggettati.

Anche queste realtà vivono un periodo economico particolarmente vivace, come il resto della Cina. Ma come sempre, se la bolla economica dovesse scoppiare, il mondo si troverebbe a conoscere queste popolazioni più da vicino e non come parte secondaria di un grande impero.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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