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Approfondimenti: Ordine del giorno per il NO al referendum sull'art.18



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Approfondimenti » 11/06/2003

Ordine del giorno per il NO al referendum sull'art.18

Le scriventi organizzazioni imprenditoriali della provincia di Brindisi, riunitesi nei giorni scorsi, hanno sottoscritto il seguente documento in merito al Referendum sull’estensione dell’art. 18, Legge 300/1970 “Statuto dei diritti dei lavoratori”, alle imprese con meno di 16 dipendenti.
Il presente documento è aperto ai contributi e alla sottoscrizione delle altre organizzazioni imprenditoriali e di singole personalità che ne condividano i contenuti.
"Le sottoscritte Organizzazioni Imprenditoriali della Provincia di Brindisi esprimono la più ferma contrarietà al Referendum ammesso dalla Corte Costituzionale finalizzato all’estensione dell’art. 18 alle imprese con meno di 16 dipendenti. La contrarietà è motivata dalle conseguenze negative che tale estensione produrrebbe al sistema delle piccole imprese italiane e, tramite esso, a tutto l’apparato produttivo del nostro Paese.
Le piccole imprese rappresentano, infatti, l’ossatura del sistema produttivo e, da diversi anni, oramai, l’unico segmento imprenditoriale che, anche in una fase congiunturale non positiva, mantiene ed, anzi, accresce il livello occupazionale, anche ed, in alcune aree, soprattutto nello stesso Mezzogiorno.
Tutto ciò è possibile in quanto esse basano la propria capacità competitiva sulla dinamicità di tutti i fattori della produzione e tra questi, quindi, anche del fattore lavoro. Sottrarre quest’ultimo dalle dinamiche flessibili proprie della piccola impresa, significa mettere le PMI in una condizione di grande difficoltà che le porterebbe a ridurre l’occupazione ed a rifugiarsi nel sommerso, aumentando così la già patologica quota di economia illegale che caratterizza larga parte del Meridione.
Inoltre, il reintegro obbligatorio nel posto di lavoro è una ipotesi che non si adatta alle caratteristiche del rapporto che si instaura tra datore di lavoro e lavoratori in imprese di piccole dimensioni. Si tratta sempre, infatti, anche di un rapporto personale basato sulla quotidianità, la fiducia e la condivisione degli obiettivi dell’impresa e dunque su atteggiamenti fortemente collaborativi.
Ma vi sono motivazioni ancor più generali di quelle sin qui esposte che inducono le organizzazioni firmatarie ad essere assolutamente contrarie all’ipotesi che il referendum persegue. Tali motivazioni partono da una considerazione preliminare: l’art 18 non configura un diritto e tanto meno un principio di civiltà giuridica. Esso non attiene alla dignità dei lavoratori.
L’art. 18 è uno strumento di tutela del posto di lavoro e, più in generale, del diritto al lavoro e vi possono essere strumenti altrettanto o più efficaci per perseguire i medesimi obiettivi. Essere contro l’art. 18 o la sua estensione non significa, quindi, assolutamente essere contro i diritti e le tutele dei lavoratori, può anche significare, come riteniamo, che vi siano oggi modalità e strumenti di tutela più efficaci per i lavoratori e più compatibili con le esigenze delle imprese e con lo sviluppo dell’economia.
L’assetto del sistema produttivo del nostro Paese, come quello di tutti i paesi industrialmente avanzati, si è profondamente modificato nel corso degli ultimi decenni. Appartiene al passato, ormai, il sistema fordista, caratterizzato dalla centralità della grande impresa che stabiliva al suo interno nei confronti dei lavoratori un rapporto fortemente gerarchizzato basato sulla garanzia del posto di lavoro. Progressivamente, man mano che il mercato condizionava sempre più la produzione, la grande impresa si è andata via via disarticolando e riorganizzando sul territorio in sistemi produttivi. Inoltre, per rispondere alle richieste del mercato che mutano sempre più rapidamente, le imprese hanno espresso un bisogno di flessibilità nel rapporto di lavoro, da un lato, e, dall’altro, di un intervento sempre più partecipe dei lavoratori.
In questo quadro, che è il quadro dell’oggi e non quello in cui è stato emanato l’art. 18, non è più pensabile tutelare ogni singolo specifico posto di lavoro, ma è necessario invece tutelare il diritto di tutti i cittadini al lavoro. Ciò si realizza costruendo una nuova rete universale di diritti sociali per il lavoro che sposti la tutela dal singolo posto al mercato del lavoro e che si concretizzi attraverso un mix di sostegni economici e di servizi: servizi all’impiego, servizi di orientamento, etc. e soprattutto di una formazione in grado di favorire l’accesso al lavoro e la costante capacità di adeguare le proprie competenze all’innovazione tecnologica ed ai continui mutamenti che essa determina.
Ecco quindi quali sono le motivazioni delle organizzazioni firmatarie che dicono NO al referendum pur non volendo portare un attacco alle condizioni dei lavoratori, ma anzi volendone accrescere le tutele e le potenzialità coniugando tutto ciò con lo sviluppo. Ciò è anche dimostrato dalla nostra storia di relazioni sindacali che ha sempre teso ad equiparare le condizioni dei lavoratori della piccola impresa a quelle dei lavoratori della grande impresa introducendo tutele e diritti non previsti dalla legge. Tra i risultati di maggior rilievo basta ricordare il diritto di assemblea, la rappresentanza sindacale territoriale per i lavoratori delle piccole imprese di ogni dimensione ed infine il sostegno al reddito costruito attraverso gli Enti Bilaterali.
Forti di questa esperienza le scriventi organizzazioni, non prestandosi ad alcuna strumentalizzazione politica, si schierano decisamente per il NO sul Referendum, promovendo la costituzione del Comitato Provinciale per il NO da allargare alle varie espressioni del tessuto produttivo locale."

Brindisi, 12.05.2003

CONFCOMMERCIO Brindisi – Presidente – Teodoro Malcarne
CNA Brindisi – Presidente – Cosimo Convertino
COLDIRETTI – Presidente – Francesco Guglielmi
Confederazione Italiana Agricoltori – Presidente – Angelo Candita
Unione Provinciale Agricoltori – Presidente - Maria Dialta Dentice di Frasso
ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI – Presidente – Stefano L’Abbate
CONFCOOPERATIVE – Presidente - Marco Pagano


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