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Isola di G. Sciarra: I due partiti: quello del no e quello del si



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Isola di G. Sciarra » 13/12/2005

I due partiti: quello del no e quello del si

Si può tranquillamente affermare che la vicenda della TAV in Val di Susa e quella del rigassificatore a Brindisi hanno alcuni aspetti simili.
Sarebbe bene fare una riflessione sui fattori comuni a queste vicende che lo sono, poi, anche negli accadimenti di Scanzano Ionico e in tutte quelle realtà ignote ai più perché non si è riusciti a coinvolgere i mass media; in qualunque posto, insomma, dove si è preteso, con decisioni spesso opinabili, sicuramente soggettivi e sempre dispotici, di imporre scelte non condivise dai territori propinandole come assolutamente necessarie, giustificandosi con la “ragion di stato” ed è proprio nascondendosi dietro questo inderogabile principio che si sono commessi grandiosi errori.

Non ci vorrebbe molto a fornire un elenco tristemente fosco, si potrebbe cominciare con quello di qualche decennio fa che lo stesso Ciampi definì frutto di “arroganza intellettuale”, anche quello, necessario e indispensabile per il cosiddetto progresso. Opera che causò molte centinaia di morti; ma evitiamo inutili e tristi elencazioni.

Rispetto a ciò che è stato fatto nel passato (ad esempio le tante cattedrali che oltre ad essere nel deserto lo hanno invece provocato e acuito), oggi c’è una maggiore e più diffusa coscienza e conoscenza che porta ovviamente a non accettare supinamente tutto ciò che si vuol fare nel territorio, anche se ciò viene frequentemente liquidato col “non si può dire sempre no”. Ma, onestamente, questa frase fatta ha fondamenti ragionevoli? Se prendiamo la nostra realtà vorrei tanto che mi si dicesse una sola cosa che non si è fatta per la vittoria del cosiddetto partito del NO.
Uno dei più grandi stabilimenti petrolchimici, tre centrali elettriche con l’aumento vertiginoso della movimentazione di carbone sino a raggiungere gli otto milioni di tonnellate (e non finisce lì), un inceneritore.
Non mi pare proprio che questi risultati possano addebitarsi al povero partito del no ma, casomai, al partito del SI, del sì a tutti i costi, del sì sbragato. Oggi ci troviamo una realtà che dopo aver compromesso ambiente e salute, tradito i sogni di una salda economia, non offre neanche la misera certezza del posto di lavoro.

Il potere tende inevitabilmente ad imporre ciò che ha deciso in camera caritatis, altrimenti che potere sarebbe? Va da sé che questo tipo di potere non tiene in alcun conto dei motivi principali per cui è divenuto tale cioè difendere i valori basilari della democrazia. Purtroppo questa aberrazione del potere non è sinonimo di questo o quello schieramento politico, purtroppo non è solo colpa della destra o della sinistra ma dei giochi trasversali che nulla hanno a che vedere con la Politica, al massimo può cambiare solo il modo di imporre.
La TAV della Val di Susa è un esempio recente (giusto per non parlare del nostro caso) dove il ministro Lunardi, dopo lo sgombro forzato del presidio, rincara la dose e assicura che chi protesta si metta il cuore in pace: la TAV si farà, punto e basta. Dall’altra sponda politica l’on. Bersani, nella trasmissione televisiva “Ballarò”, dopo aver criticato le azioni del governo, svela, che fu proprio lui l’autore degli accordi per tale opera.

Allora, come cantava il povero Giorgio Gaber, dov’è la differenza? Solo nel modo di come farti chinare la testa? Ai cittadini che non condividono queste scelte cosa gli rimane da fare? Non sono stati interpellati né tanto meno sono stati ascoltati. Non è questo forse la maniera per far esacerbare gli animi, per rinforzare quelle deleterie fronde estremiste?

Giorgio Sciarra


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