Approfondimenti » 24/12/2005
Messaggio del Vescovo di Oria nel Natale 2005
Il Natale non è il compleanno di Gesù Bambino, ma è un avvenimento grande che, se ben compreso, deve portare ad una svolta decisiva la nostra vita.
Il Natale di Gesù è una cosa seria, perché il dolce e inerme Bambino che ammiriamo o veneriamo nella mangiatoia dei nostri presepi, sempre belli e sempre commoventi, è il Dio che viene a cercare me, a cercare te, a cercare ogni uomo smarrito. Chissà cosa succederebbe se Dio non ci cercasse più.
Non provasse più alcun interesse verso di noi. Si nascondesse a noi? Con il Natale Dio viene tra noi e ci svela il suo vero volto, ci rivela in pienezza il suo cuore e il suo disegno di salvezza. A ben riflettere, la culla di Betlemme è il punto d'incontro di due cammini, è la meta di un itinerario, quello di Dio verso l'uomo, e quello dei pastori, dei Magi e di ciascuno di noi verso Dio, verso quel Bambino che è Dio, per avere una risposta piena alla domanda di senso della nostra vita.
L'uomo, qualsiasi uomo, lo voglia o no, è nella condizione itinerante, si presenta come «uomo in cammino».
E mettersi in cammino significa avvertire una mancanza e insieme portare nel cuore una fondata fiducia che qualcosa o qualcuno abbia la possibilità di riempire il vuoto che ci portiamo dentro e di rispondere alla nostra inquietudine esistenziale.
Il mondo che ha smarrito la fede, crede agli oroscopi, che perciò non mancano mai nelle pagine dei giornali e delle riviste; crede ai gesti scaramantici, alla pubblicità, alle miracolose cure di bellezza; crede alle roboanti promesse elettorali, alle catechesi ideologiche o commerciali che ogni giorno ci vengono inflitte dalla televisione.
Crede a tutto, appunto. Perciò, la distinzione più adeguata tra gli uomini del nostro tempo parrebbe essere non tanto tra credenti e non credenti, quanto piuttosto tra credenti e creduloni. Torniamo a Cristo con un cuore disponibile e ripetiamogli con piena convinzione: «Signore Gesù, tu solo hai parole di vita eterna».
Ritorniamo finalmente a Lui: convertiamoci finalmente da una vita lontana, risaniamo situazioni rotte e corrotte; menti e cuori non siano più distratti o peggio assorbiti dall'effimero e dal consumismo. Dio viene realmente anche oggi e vuole rifare il suo Natale in noi e tra di noi. Natale, perciò, non è il compleanno di Gesù Bambino, ma la sua vera nascita. Per rinnovare questa nascita ha bisogno di qualcuno che, come Maria, lo accetti, gli dica sì.
Allora, quando senti il desiderio di essere migliore, accetta, è Lui che vuol nascere in te.
Tutte le volte che senti il desiderio di amare, di perdonare, di dire la verità, di fare pace, accetta, apri, è Lui che bussa alla tua porta. Tutte le volte che vuoi rompere con ogni compromesso col male per vivere in grazia di Dio, fallo davvero. E' il tuo e il suo Natale.
E' questo il Natale che auguro con gioia ai fedeli della diocesi di Oria ed a voi lettori.
+Michele Castoro Vescovo di Oria
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