Economia » 02/10/2003
Fuori l’Irpeg, ecco la nuova imposta sulle società: l’Ires
Premessa
Nel 2004 prepariamoci ad una svolta,
perlomeno nella nomenclatura, per quanto riguarda l’imposizione
fiscale a carico delle società.
Accanto alla sia pur giovane ma ormai nota IRAP (si parla
da tempo di una sua possibile abolizione anche per motivi
di presunta incostituzionalità, ma anche nel 2004 graverà
in dichiarazione per imprese e professionisti), dall’anno
prossimo (secondo un progetto di decreto in corso di approvazione)
troveremo una nuova imposta; la vecchia e “amata”
(paradossale per un’imposta) Irpeg chiuderà i
battenti, lasciando il posto alla IRES (molto semplicemente
l’acronimo di Imposta sul REddito delle Società).
Più che una trovata terminologica del Ministro Tremonti,
il nuovo sistema di tassazione delle società escogitato
dal ministero di via 20 settembre, va ben oltre l’abbattimento
dell’aliquota (dal 34% al 33%, peraltro ricorrente manovra
di campagna elettorale) e, in un contesto altamente riformista
del panorama giuridico italiano, presenta un ventaglio di
novità interessanti: soppressione della Dit, nuovo
regime di tassazione dei dividendi e tassazione di gruppo
e ancora, partecipation exemption, thin capitalization, tassazione
per trasparenza, per voler entrare nelle tematiche più
complesse.
Un anno di riforme
Addio all'Irpeg dal 2004 quindi, nasce
l'Ires, con aliquota che passa dal 34% al 33%. È la
principale novità dello schema di Dlgs di riforma della
tassazione dei redditi delle società che ha avuto negli
scorsi giorni il via libera da parte del Consiglio dei Ministri.
Cresce quindi nel Paese questa alea di riformismo che pare
abbia pervaso gli organi istituzionali tra il 2002 ed il 2003:
le colonne portanti del sistema giuridico italiano sono state
dapprima abbattute ed ora via via ricostruite all’insegna
dei principi e delle regole dettate dall’Ue.
Riforma del diritto societario, del diritto fallimentare e
del lavoro, ed ora del diritto tributario, sia per le persone
fisiche che appunto per le società.
Roba da mettersi le mani tra i capelli (o al collo dei ministri
ndr.) per i professionisti che avranno il compito arduo di
tradurre in prassi operativa tutta una serie di nuove norme
.
La nuova imposta sulle società e le altre novità
L'Ires, che sostituirà l'Irpeg,
adegua tutte le regole del prelievo sugli utili prodotti dalle
società alla evoluzione in atto nei Paesi europei ispirata
alla riduzione delle aliquote ed alla semplificazione per
gli operatori economici.
A compensare la perdita di un punto percentuale sull’aliquota
di tassazione, contribuisce sicuramente la scomparsa di alcune
misure agevolate come la Dit e in parte, probabilmente l’eliminazione
del meccanismo del credito d'imposta sui dividendi distribuiti
(e dei relativi canestri A e B, meglio conosciuti forse come
basket).
In questo ultimo caso la novità consiste nella abolizione
dei crediti d’imposta concessi ai soci in occasione
della distribuzione di dividendi da parte di società
(per evitare un evidente fenomeno di doppia imposizione visto
che l’utile è già stato tassato); è
prevista evidentemente una esenzione percentuale sui redditi
da dividendi per attenuare gli effetti negativi della riforma
in capo ai contribuenti persone fisiche.
Quanto alla thin capitalization, si parla di una misura che
punta a osteggiare la sottocapitalizzazione delle società
cioè l’eccessivo indebitamento verso i soci spesso
esasperato per eludere gravami fiscali: dovrebbe essere fissato
in 4 a 1 il rapporto tra i finanziamenti erogati dai soci
rispetto al patrimonio netto contabile oltre il quale scatta
la indeducibilità dal reddito della società
degli interessi su tali finanziamenti.
Prevista, inoltre, per le società di capitali a ristretta
base azionaria la cosiddetta “tassazione per trasparenza”
e cioè la possibilità di optare per la tassazione
del reddito direttamente in capo ai soci (come per le società
di persone).
Prende corpo la “participation exemption”: diventeranno
irrilevanti ai fini fiscali (e quindi non più tassate)
le plusvalenze realizzate sulle cessioni delle partecipazioni
societarie purché non siano mere speculazioni ma vere
e proprie immobilizzazioni finanziarie possedute da almeno
un anno.
Con il Decreto verrà infine introdotta la tassazione
di gruppo cioè applicazione delle aliquote d’imposta
sugli imponibili complessivi delle società facenti
parte di un gruppo.
Conclusioni
Più che una nuova imposta, si
tratta per le società di un restyling del sistema fiscale
che per giudicare proficuo o meno per queste ultime, ci vorrebbero
calcoli tanto complessi da non lasciare spazio a conclusioni
univoche: ad un accurato tax planning il ruolo eventualmente
di trasformare le minacce in opportunità.
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