Stelle e Strisce » 10/01/2006
Questione Morale
Ho sempre pensato che all’indomani di tangentopoli l’Italia aveva la possibilità di fare un grande passo in avanti e diventare una delle più avanzate democrazie.
Con l’elezione di Berlusconi ho capito che il popolo italiano non era ancora pronto a tale passo.
Per decenni di storia italiana, controllare la politica voleva dire controllare direttamente o indirettamente il potere economico, in una realtà dove le principali banche e società erano in mano allo Stato, in forme di vero e proprio monopolio.
Le privatizzazioni, che dovevano non solo portare più soldi nelle casse dello Stato ma anche creare un regime concorrenziale nei vari settori industriali, sono state senza dubbio un successo in molti casi.
Ma in molti altri non hanno ancora raggiunto piena attuazione e questo perchè molto spesso il potere che proviene dalla gestione di questi monopoli è ancora più importante dei profitti che ne possono derivare dalla sua corretta gestione.
Nella situazione pre-tangentopoli inoltre, anche il mondo dell’industria privata era succube del potere politico.
Il volo da Tunisi a Roma di Craxi in piena estate per far approvare la legge Mammi che garantiva il duopolio Rai – Fininvest ( ancora una delle più perverse concentrazioni editoriali al mondo) al suo amico Berlusconi, fa capire come anche l’imprenditoria privata facesse affari solo grazie all’amicizia politica.
Oggi Berlusconi non ha più bisogno di un Craxi per favorire le proprie aziende ed i propri interessi essendo entrato direttamente nella sala dei bottoni.
Continuare sul cammino delle privatizzazioni ed eliminare tutte le forme di monopolio o duopolio, dando più poteri esecutivi all’antitrust, farebbe crescere l’industria privata italiana in maniera corretta e questo sicuramente gioverebbe all’economia ed alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Ma le privatizzazioni non bastano. Quello di cui soffrono le principali democrazie occidentali oggi è il controllo del potere economico su quello politico.
Se è fonte di malversazioni e illeicita la politica che controlla l’economia, lo è ancor più quando è l’economia a controllare la politica (come avviene per esempio negli Stati Uniti) . Non è un segreto che l’industria bellica americana sia tra i maggiori sostenitori della guerra all’Iraq e della politica interventista di Bush.
Come correggere la rotta e migliorare la qualità delle nostre democrazie? Innanzitutto non bisogna aver paura di cambiare il sistema. La democrazia dovrebbe essere sempre in evoluzione, con l’obiettivo di far contare sempre di più il popolo (e non i suoi intermediari, i politici) nelle scelte che lo interessano.
I referendum, ma non solo. Un domani i cittadini potrebbero da casa , grazie ai computer, votare tutte le leggi dello Stato direttamente. La figura del politico come intermediario cesserebbe di esistere.
Se questo è il futuro prepariamo la strada. Occorre ripensare alla divisione dei poteri di Montesquieu, vero capisaldo delle nostre democrazie occidentali ed aggiungere il potere economico agli altri tre poteri. Creare un muro insormontabile tra potere economico e potere politico. Lasciare all’economia ed ai suoi organi creati ad hoc la gestione dell’economia in un regime di libera concorrenza.
Solo cosi si eviterebbero intrallazzi, telefonate tra politici ed imprenditori, duopoli e guerre in Iraq.
Gabriele D'Errico
Denver - Usa
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