Teatro » 26/01/2006
"Il Piacere dell'onestà" @ Teatro Impero di Brindisi
Teatro Kennedy Fasano 25-01-2006
Teatro Impero Brindisi 26-01-2006
Teatro Cultura Produzioni
GIUSEPPE PAMBIERI e LIA TANZI
IL PIACERE DELL'ONESTA'
regia di LAMBERTO PUGGELLI
Genere: Classico
di Luigi Pirandello con Antonio Fattorini, Nino Bignamini, Alessandra Raichi, Orazio Stracuzzi
Dopo venticinque anni dall’ultima edizione che fu un trionfo di pubblico e di critica e che vedeva interprete Alberto Lionello, Lamberto Puggelli, torna di nuovo a rivisitare questo testo con un protagonista altrettanto d’eccezione, Giuseppe Pambieri. Marionette grottesche, fantomatiche persone e manichini compaiono e scompaiono, spiano, osservano, indagano. Personaggi di vaudeville si agitano per problemi ridicoli. La rivincita del sentimento è anche e soprattutto la sconfitta della convenzione.
Dopo 25 anni dall’ultima edizione che fu un trionfo di pubblico e di critica e che vedeva interprete Alberto Lionello, Lamberto Puggelli, torna di nuovo a rivisitare “Il piacere dell’onestà” con un protagonista altrettanto d’eccezione, Giuseppe Pambieri.
Il piacere dell’onestà è una delle prime commedie di Pirandello dove è già presente tutto il filone dell’arte pirandelliana che nel teatro trasforma i modi della commedia borghese dell’epoca.
Un palcoscenico vuoto. Lentamente nel buio si accendono globi luminosi. Due grandi specchi spezzati riflettono l'uomo diviso. Appaiono e si dissolvono frammenti di figurazioni novecentesche reali e oniriche, metafisiche, surreali, misteriose. :Marionette grottesche, fantomatiche persone e manichini compaiono e scompaiono, spiano, osservano, indagano. Luci colorate, ribalta d'avanspettacolo.
Personaggi di vaudeville si agitano per problemi ridicoli: un uomo sposato e separato "da una donna indegna" che "deve" far sposare la sua amante rimasta incinta per dare un nome al nascituro (nel 1917 non c'è il divorzio). Si presenta un nobile miserabile che "sposerà per finta una donna; ma sul serio sposa l'onestà". Ma la Forma si riempirà, inevitabilmente, di un contenuto dirompente. E la Vita prevarrà in un apparente "lieto fine" che "non mira a strappare lacrime di commozione, giacché la rivincita del sentimento è anche e soprattutto la sconfitta della convenzione: il protagonista perde sé stesso - e l'autenticità del suo riscatto - nell' attimo stesso in cui Agata gli tende le braccia".
Pirandello parte sempre da un piccolo miserando aneddoto paradossale e grottesco che frequentemente trae dalle sue novelle. Ma, drammatizzandolo, lo immerge in un flusso misterioso e arcano, il grottesco si incrina e mostra la più fonda e nera tragedia, l'apologo didascalico si sostanzia di sangue e carne, la sofferenza umana scuote e disarma le impalcature razionali. E lo spettacolo di tipi buffi che mimano fatterelli sordidi si trasfigura in una rappresentazione dove l'uomo del novecento, l'uomo che si guarda in uno specchio lucido e franto si pone e ci pone le domande ultime.
Teatro Kennedy Fasano 25-01-2006
Teatro Impero Brindisi 26-01-2006
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