Approfondimenti » 12/03/2006
Le colpe di Antonino. Di Luigi Gianfreda
Non ho mai fatto parte della ristretta cerchia di beneficiati di Antonino. Durante il suo primo mandato, ribaltone incluso, il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista rimase l’unico a non essere coinvolto nel governo cittadino. Anche dopo la strepitosa vittoria elettorale del Maggio 2002, a cui pure contribuimmo, rinunciammo ben presto ad onori ed incarichi uscendo dalla maggioranza dopo qualche mese dalle elezioni allorché non vennero mantenuti gli impegni assunti in campo ambientale.
Ho visto una solo volta Antonino dopo la sua liberazione. Mi parlò della sua idea di creare un’associazione che si interessasse dei problemi dei disabili, degli anziani, degli ex detenuti e delle altre categorie a rischio di esclusione sociale. Mi dichiarai disposto a dargli una mano, ora che non era più un potente, ma non ho mai ricevuto richieste di aiuto in tal senso.
Ho avuto modo di leggere delle vicende della Associazione da egli ispirata, “La nostra isola che non c’è”, allorché la nuova Presidente del sodalizio ha consegnato a tutti i Capigruppo consiliari una proposta di protocollo d’intesa con la Amministrazione Comunale di Brindisi per il sostegno finanziario al Centro Socio-Educativo-Occupazionale per diversamente abili operante in Brindisi, alla via S. Margherita.
Dalla lettura della documentazione allegata ho rilevato che quella non era la prima richiesta di aiuto rivolta alla Amministrazione Comunale senza che mai le proposte avessero avuto alcun riscontro. Tra i banchi del Consiglio circolava con insistenza la voce che i motivi del silenzio opposto alle invocazioni di aiuto della Associazione “La nostra isola che non c’è” fossero riconducibili alla circostanza che la carica di Presidente del sodalizio era rivestita da Antonino.
Mi chiedo, al riguardo, se i sentimenti cristiani del perdono e della redenzione alberghino nell’animo di quanti governano oggi la nostra città o se, invece, le colpe dei padri debbano ricadere anche sui figli, sia pure putativi come sono i ragazzi diversamente abili cui il Centro Socio-Educativo-Occupazionale “Peter Pan” offre assistenza.
In generale rilevo come l’attuale Amministrazione Comunale abbia progressivamente smantellato il sistema di welfare realizzato nella nostra città utilizzando, magari non al meglio, alcune leggi fatte dal vecchio governo di centro sinistra quali la L. 285/98 e la L. 328/00.
Così, mentre altrove le aspettative dei ceti più deboli diventano “diritti”, nella città di Brindisi sempre più numerosi sono i soggetti a rischio di esclusione sociale che trovano le porte del Comune inesorabilmente chiuse.
Sarà mia cura svolgere un’azione di pungolo affinché cessi questa “macelleria sociale” di cui si è resa protagonista la Giunta Mennitti, seguendo da vicino l’esito della istanza rivolta al Comune dalla Associazione “La nostra isola che non c’è”, ma anche quelle di altre Associazioni di volontariato che in silenzio hanno saputo creare una rete di protezione sociale senza la quale i conflitti e le emarginazioni presenti nella nostra città avrebbero sicuramente assunto aspetti più drammatici.
Luigi GIANFREDA
Capogruppo PRC – Comune di Brindisi
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