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Stelle e Strisce: L’altra metà dell’Impero



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Stelle e Strisce » 31/03/2006

L’altra metà dell’Impero

La popolazione cinese ha di gran lunga sorpassato il miliardo.
Siamo a circa un miliardo e 300 milioni di abitanti, per lo piu concentrati nella pianura centrale e sulla costa. 800 milioni di questi vivono nelle campagne, il resto popola le città in continuo sviluppo.

Ai tempi di Mao, il contadino era considerato il frutto più elevato della società contro la borghesia cittadina e soprattutto gli intellettuali che avevano un atteggiamento un po’ troppo libertario per un dittatore come Mao. Ma anche la campagna, nonostante la sua posizione privilegiata, ha sofferto una grave crisi alimentare durante il regno di Mao. Si parla di milioni di morti dovuti ad una lunga carestia causata da scelte economiche sbagliate, tra cui la creazione delle comuni popolari, di cui pare Mao Tze Dong sia stato il vero e solo responsabile. Gli anni della rivoluzione culturale ( dal 1956 al 1966) sono stati forse gli anni più bui della storia cinese.

Un nuovo libro ( Mao : The Unknown Story di Jung Chang e Jon Halliday) racconta la storia cinese di quegli anni e del suo leader. Della barbarie e violenza subita dagli oppositori politici o di chi avrebbe potuto anche teoricamente antagonizzare Mao nell’esercizio del suo potere assoluto.
Mentre i contadini cinesi erano costretti a fare la fame, enormi quantita di derrate alimentari prodotte in Cina venivano inviate agli altri Paesi comunisti in particolare all’URSS come moneta di scambio per l’ambizioso programma militare di Mao Tze Dong.
La crisi alimentare toccò livelli cosi elevati che in alcune regioni pare che si consumarono episodi di cannibalismo, per lo più verso cadaveri e soprattutto verso cadaveri di bambini che nascevano morti a causa della malnutrizione. Da qui la storia dei “ bambini bolliti” a cui si riferisce il nostro Presidente del Consiglio. Questi episodi, lontanissimi dal costume cinese, non sono storia provata. Molti di questi episodi furono alimentati se non creati ad hoc dalla propaganda nazionalista dell’epoca di Hong Kong e Taiwan ed il fatto che in molti casi hanno oltre 40 anni, sembra dargli una legittimazione oggi che con molta probabilità non hanno.
Resta comunque il fatto che la dittatura di Mao è stata una delle più brutali e sanguinarie e che ancor oggi il regime comunista cinese (contrariamente alla russia del dopo-Stalin) non ha ancora affrontato con onestà un dibattito serio su quegli anni di estrema sofferenza. La foto di Mao capeggia ancora all’ingresso della città proibita e il suo corpo imbalsamato è oggetto di visita quotidiana da parte di migliaia di turisti cinesi che ancora considerano Mao il padre e salvatore della patria.

Fortunatamente dopo la morte di Mao, la politica economica cambiò radicalmente. Furono abolite le comuni popolari e la Cina si avvio verso una lunga ma costante apertura all’economia di mercato. Il “Socialismo di Mercato”, la formula inventata dal successore di Mao, Deng Xiao Ping, legittimava posizioni economiche libertarie ed al tempo stesso posizioni poltiche meno riformiste.
Gli ultimi vent’anni sono stati per la Cina una vera e propria rivoluzione. I cambiamenti che ho potuto vivere di giorno in giorno sono impressionanti. Ma questo enorme sviluppo ha toccato solo marginalmente le campagne. Il contadino cinese non è ancora proprietario della propria terra ed è quindi soggetto allo strapotere delle mafie politiche ed imprenditoriali locali, che dalla notte al giorno possono impossessarsi della sua terra e della sua casa per far sorgere opere faraoniche prive di qualsiasi ritorno economico per la realtà locale.

Questa situazione sta creando grosse difficoltà al governo cinese. I contadini cinesi che per anni sono stati alla mercè di questa o quella politica, accettando di vedersi privare del frutto del proprio lavoro per una causa che non capivano, oggi più che mai sentono il bisogno di vedersi riconoscere uno status migliore, paragonabile a quello dei cinesi che vivono in città. Il problema và risolto ed al più presto se il governo cinese vuole sopravvivere, prima che la situazione diventi insostenibile.
Basta ricordare che ogni rivoluzione in Cina è incominciata in campagna. I contadini cinesi pare che siano ormai stanchi di “ bollire bambini”.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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