Approfondimenti » 05/11/2003
"Zone Pedonali " di Paolo Taurisano
Mercoledì 20 agosto 2003 un intervento di Paolo Cacciari, assessore all’ambiente del comune di Venezia, sulle pagine del quotidiano “Liberazione”, invitava tutti i Comuni e le Amministrazioni locali ad aderire il 22 settembre scorso alla giornata europea senza le auto nonostante il taglio effettuato dal ministro Matteoli di ogni contributo ai Comuni che decidono di aderirvi; Brindisi perse quella occasione per mostrare la sua faccia ambientalista e naturalmente non se ne fece nulla. Un invito mancato che ha dato più forza alla sordità espressa da questo Governo nei confronti delle questioni ambientali.
In realtà la giornata sarebbe stato uno spunto per poter parlare e approfondire le prospettive di una politica più attenta alle questioni ambientali che potrebbe avere un ritorno da un punto di vista culturale e turistico, spunto che però oggi ci danno alcuni commercianti del centro riunitisi in un comitato contro la chiusura dei corsi, del capoluogo brindisino, al traffico.
Non metto in dubbio la crisi che questi commercianti stanno subendo da diversi anni ma credo che la causa trovata, la chiusura dei corsi, sia molto lontano dall’essere reale, a mio avviso sono ben altre le cause e soprattutto molteplici e la chiusura dei corsi se mai volessimo farla rientrare tra le cause starebbe sicuramente in fondo alla classifica, con un incidenza causale neanche prossima allo zero!
Si può tentare una analisi delle cause di una innegabile crisi attraversata dal centro storico e dalla città ma sicuramente ciò servirebbe più per un libro in più tomi per appassionati, non certo per un intervento che ha solo la volontà di far nascere una discussione che centri il problema e non di dare giudizi. E’ comunque innegabile una crisi finanziaria in atto in Italia e soprattutto a Brindisi, dovuta tra le altre cose alla chiusura delle chimere rappresentate dai mega-impianti industriali, alla morte concreta del porto sfruttato da chi nelle transizioni del carbone ha puntato tutto (anche gli abitanti della città), il cambio delle rotte e dei mezzi per chi deve raggiungere la Turchia, leggi di mercato spietate che non tengono in conto nessuno!
Nel contesto cittadino l’unica soluzione percorribile è un percorso che persegua il bene dell’intera città, una situazione che giovi a tutti i suoi cittadini, una strada che scavi nelle radici culturali e che ci aiuti a vivere e convivere con il meglio della nostra città, cominciare ad usufruire della storia e della cultura e abbandonare lo sfruttamento del territorio, un percorso di ristrutturazione cognitiva che ci dia la forza di risollevarci dal pantano della sopravvivenza in cui oggi ci ritroviamo.
In realtà le aree pedonali in qualsiasi città sono il cuore del commercio che è semplicemente la cornice e il coadiuvante della storia, della cultura che hanno come risultato il turismo della città stessa, alcuni Comuni della provincia come Ostuni e Cisternino hanno in qualche modo raggiunto questo risultato anche se stanno rischiando, se non hanno la capacità di amministrarlo bene, che questo patrimonio goda della fortuna del momento e che come una moda rischi di svanire per poi riapparire episodicamente.
Riprendendo un altro spunto dall’intervento di Paolo Cacciari dove dà un ulteriore suggerimento che ha la facciata di un gioco ma che nasconde grandissime prospettive, vorrei cominciare a pensare alle alternative per il territorio, Vi suggerisco un giochino estivo- scrive Paolo Cacciari- da sottoporre al vostro assessore al traffico. Chiedetegli qual è la città più bella: quasi sicuramente vi risponderà Venezia. Quindi sovrapponete il perimetro della città lagunare alla pianta della vostra città: ne viene fuori la più grande area pedonale mai concepita: circa 650 ettari dove vivono felicemente 50 mila persone senza usare mezzi privati di locomozione meccanici.
Paolo Taurisano
Giovani Comunisti
Brindisi
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