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Stelle e Strisce: Chicago #1



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Stelle e Strisce » 08/07/2006

Chicago #1

Finalmente torno a viaggiare. L’occasione non è delle più ghiotte, ma promette almeno una varietà di eventi e situazioni che potrebbero risultare interessanti.
Un matrimonio in famiglia, con tutto il corollario, non è esattamente eccitante, almeno per il sottoscritto. Ultimamente rifuggo dalle situazioni familiari, ancor più se si tratta di eventi “grandiosi” come un matrimonio.
Ma Seth, il cugino di mia moglie, è un tipo simpatico e pieno di soldi, che non bada a spese quando si tratta di divertimento.

Ha passato gli ultimi due anni a Londra, dove faceva acquisizioni di grosse proprietà immobiliari la mattina, mentre la sera la passava nei club più esclusivi come il “White China” che vi assicuro non è un locale mistico.
Ho avuto il piacere di fargli visita e di ricevere un trattamento da VIP in molti locali, proprio in quella Londra dove ho fatto letteralmente la fame in uno dei miei primissimi viaggi all’estero.

Il matrimonio si concentra nel week-end con i quarti di finale dei mondiali in piena ripresa televisa. A proposito, chi avrebbe mai pensato che gli americani cominciassero a scoprire il calcio e soprattutto a capirlo?
Sono in tanti, e questo fa molto piacere soprattutto ad un immigrato come me che almeno viene associato al calcio oltre che alla pizza ed alla pasta asciutta.
La famiglia di mia moglie decide di passare l’intera settimana in una località balneare sulla costa del lago Michigan. Adduco motivi di lavoro e li raggiungo solo la sera di mercoledi.
Effettivamente il lago più che un lago sembra un mare , o come dicono gli americani un oceano. Un lago altamente inquinato fino a pochi anni fa e che oggi sembra sia stato ripulito da tutte le scorie. Una giornata al lago con una ristretta cerchia di familiari e nipoti può anche starci.

La mattina di venerdi ordino tassativamente una partenza all’alba, c’è la partita dell’Italia e bisogna arrivare fino a Chicago ( 4 ore di macchina).
La prima periferia di Chicago mi colpisce per la monocromaticità. Nero e il colore delle case, nero è il colore della gente che abita in quelle case. La popolazione di colore è sicuramente almeno dieci volte quella di Denver, e in molti di questi quartieri non si vede neanche un bianco camminare per strada.

Varie rocambolesche deviazioni ed un traffico molto veloce e nervoso come quello di una città attiva, con una architettura formidabile, tra palazzi fine 800 e nuove costruzioni che si integrano perfettamente.
Nel 1871, Chicago fu letteralmente distrutta da un enorme incendio, ma fortunatamente erano gli anni della grande espansione, quindi la ricostruzione fu rapida e grandiosa. E’stata la citta del primo grattacielo, la città della costruzione più alta ( la Sears tower) , ma anche la citta di Al Capone e del proibizionismo.

Raggiungiamo finalmente l’albergo nel centro città.
Fortunatamente c’è un ristorante-bar italiano all’entrata dell’albergo con due schermi ultrapiatti che dominano i quattro angoli della sala. Porto le valigie in camera e mi dileguo. Chi vuole sa dove trovarmi.
Ordino una pizza e una birra. Il cameriere mi chiede se voglio pizza italiana o pizza di Chicago.
Lo guardo con aria truce, per poi scopire che la pizza di Chicago è in realtà una specialità che forse potremmo anche non chiamare pizza, ma che tutto sommato non è poi cosi male.

Comunque preferisco non sbagliare a pochi minuti dal fischio iniziale della partita ed ordino una margherita.
Vengo raggiunto da alcuni familiari che sono interessati alla partita. Mi tocca spiegare regole base, come il fuorigioco, tra una interruzione ed un’altra.
Ma fortunatamente l’Italia vince ed anche bene e quindi non ho nulla di cui lamentarmi.

Gabriele D'Errico
Chicago - Usa

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