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Isola di G. Sciarra: La distanza politico culturale tra Boccia e Vendola



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Isola di G. Sciarra » 05/08/2006

La distanza politico culturale tra Boccia e Vendola

Le dichiarazioni rese sulla questione del rigassificatore di Brindisi prima da Francesco Boccia, e nei giorni successivi da Nichi Vendola, sono indicative della distanza politico-culturale tra i due personaggi e della concezione che questi hanno del rapporto con i cittadini.
Non nascondo che come “utente” o come “beneficiario” degli effetti che la politica, interpretata liberamente da taluni, può provocare sul territorio, non posso che sentirmi preoccupato per i concetti espressi da Boccia recentemente innalzato tra i consiglieri del governo. Egli mi sembra particolarmente e, purtroppo unicamente, preoccupato di evitare presunte figuracce al Paese affermando che “occorre che le istituzioni di ogni grado devono lavorare affinché il governo possa dare seguito all’impegno assunto con British Gas. Occorre dimostrare che l’Italia è un paese credibile”.
Auspico, invece, che ci si sforzi di dimostrare la credibilità dell’Italia non tanto nel soddisfare una pretesa - da sempre contestata e avversata – di una società straniera, conseguenza di una della tante “pacche sulla spalla” che Berlusconi si scambiava con i suoi colleghi europei, quanto nel non deludere quella popolazione che attraverso pronunciamenti democratici e popolari oltre che istituzionali, ha detto no ad una demenziale localizzazione dell’impianto di rigassificazione nel porto di Brindisi.
Localizzazione ottima per gli interessi economici dell’azienda ma letale per quelli della città.
E’ appena il caso di ricordare a Boccia, e a coloro che la pensano come lui che, la credibilità e la dignità, l’Italia se la gioca quando si fa trattare da paese di terzo mondo, da colonia per gli scopi altrui consentendo che per impianti di questo genere, contrariamente a quello che avviene altrove ed a ciò che prevede la normativa europea, si sia prodotto il solo studio di impatto ambientale invece della prevista valutazione di impatto ambientale che qualcuno, non avendo le idee molto chiare, mette sullo stesso piano se non, addirittura, considerare più approfondito il primo, cosa che ovviamente così non è.
Ed è bene che Boccia si rammenti che sono in corso delle indagini della magistratura proprio su quest’aspetto e che da sempre sono stati presentati esposti alla procura sulla presunta non liceità dell’iter autorizzativo; Boccia farebbe bene ad attivarsi, dunque, per far sì che, una volta tanto, sia la politica ad arrivare prima della magistratura rendendo giustizia ad una collettività già provata.
La recente riunione convocata presso il Ministero delle Attività Produttive con le istituzioni locali è, auspicabilmente, il primo passo verso una soluzione della controversia. Il primo passo di un cammino che si spera non sia lungo ma sul quale, comunque, bisogna vigilare con attenzione poiché le pressioni esercitate a tutti i livelli sono poderose ed è facilmente immaginabile di cosa può essere capace un colosso industriale ed economico come la British Gas, anche quando gioca fuori casa; e lo fa, anche, agitando lo spauracchio di un indennizzo miliardario.
Ma l’Italia, ammesso e non concesso che possa essere condannata a tale risarcimento, deve decidere se pagare questo ipotetico indennizzo o la certa onerosa sanzione che le infliggerà l’Unione Europea per non aver sottoposto a VIA l’impianto di rigassificazione.
E dedicando una considerazione alla LNG che stando alle sue ultime dichiarazioni, dice nella sostanza che non se ne può fregare di meno di tutto quello che sta accadendo, resta un aspetto incomprensibile: come può un’azienda insistere con tale imposizione pur sapendo di essere invisa – e di diventarlo in maggior misura – alla popolazione, sono per caso cambiati i principi comunicativi di un’azienda che vuole insediarsi in un certo territorio?
Per valutare positivamente questa nuova attenzione prestata dall’attuale governo è bene non dimenticare le porte che il passato governo ha invece sempre, ostinatamente e sistematicamente, chiuso come, ad esempio, fece l’ex ministro per l’Ambiente Matteoli quando promise pubblicamente di riaprire i fascicoli relativi alle autorizzazioni concesse al rigassificatore a condizione che il territorio si fosse espresso in tal senso.
L’allora ministro si sbilanciò in una siffatta promessa non immaginando neanche lontanamente quanto sarebbe successo di lì a poco e cioè che dapprima la Provincia seguita a ruota dal Comune e dalla Regione si sarebbero schierati contro la costruzione dell’impianto. Il ministro rinnegò la promessa annunciata con enfasi poiché non poteva permettere che il proprio governo facesse fare una figuraccia a Berlusconi ed incrinare la credibilità del leader maximo del centro-destra.
Ironia della sorte, da analoghe preoccupazioni è preso ora inopinatamente Francesco Boccia non sapendo, forse, che il suo leader, Romano Prodi, rispondendo personalmente alle preoccupazioni delle associazioni su alcune sue dichiarazioni ebbe a dire testualmente: “Cari amici, leggo le vostre note critiche circa la realizzazione del rigassificatore e desidero fare alcune precisazioni dopo l’incontro dell’altra sera a Bari. Per dirvi, innanzitutto, che mai ho inteso indicare la localizzazione dell’impianto in questione. E’ ovvio e credo di averlo dimostrato sempre, nelle mie scelte alla guida del governo e in quelle alla Presidenza della Commissione Europea, che quando ci sono in gioco scelte importanti e a rilevante impatto territoriale, ritengo indispensabile tenere conto delle indicazioni e degli orientamenti delle comunità locali”.

Giorgio Sciarra


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