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Approfondimenti: Rosy Barretta: Scorie nucleari? No all'occupazione del Sud



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Approfondimenti » 25/11/2003

Rosy Barretta: Scorie nucleari? No all'occupazione del Sud

Prosegue la protesta dei cittadini di Scanzano Jonico (Matera), luogo scelto dal Governo per realizzare un deposito nazionale di scorie nucleari, in concomitanza – come annunciato dal Presidente della Regione Basilicata, Bubbico, - con l’ approvazione di una legge regionale che vieta il transito e il trattamento di materiale nucleare – a parte quello ritenuto necessario, come per esempio quello per scopi sanitari - e un disegno di legge adottato dallo stesso Consiglio Regionale per la denuclearizzazione della Basilicata.
Saranno pertanto avviate procedure per impugnare davanti alla Corte Costituzionale il decreto del Governo approvato a sorpresa nella notte di mercoledì scorso (proprio quando il Presidente della Repubblica era fuori dall’Italia e tutto il Paese piangeva i soldati caduti a Nassiriya!) e che sembra anticipare la proposta della direttiva della Commissione Europea che suggerisce ai paesi membri di individuare all’interno dell’Unione uno o più siti geologici dove convogliare le scorie di più paesi: Scanzano diventerà il primo paese ad ospitare le scorie di tutta Europa?
In realtà non esistono affatto i presupposti di “straordinaria necessità ed urgenza” richiamati dal decreto, giacchè le scorie nucleari sono accumulate da decine di anni in centinaia di depositi ed è difficile immaginare un’improvvisa pericolosità di queste sistemazioni, tale da costringere il Governo ad adottare le disposizioni urgenti.
E’ altresì privo di alcuna giustificazione il breve cenno “alle caratteristiche geomorfologiche” del paese lucano, soprattutto ove si consideri che le caratteristiche geologiche di Scanzano Jonico sono simili a quelle di San Giuliano di Puglia, colpito, come tutti ricordano, l’anno scorso da un violento e disastroso terremoto, in cui persero la vita anche i trenta bambini che si trovavano nell’asilo del paese.
Sarebbe stato sicuro un deposito unico per le scorie nucleari a San Giuliano? Così non appare possa definirsi Scanzano Jonico “l’unico luogo sicuro in Italia”.
Il Governo inoltre non ha chiarito se sono state prese in considerazione le altre “caratteristiche” che pure devono sussistere nella materia del nucleare: sufficiente distanza da strade di comunicazione e da ferrovie, rarità di insediamenti produttivi e residenziali, presenze e dislocazioni di falde acquifere, assenza di faglie sismiche.
Non è forse la Basilicata e in particolare la zona di Scanzano Jonico da anni impegnata a valorizzare il proprio territorio naturalistico, con una evidente e forte vocazione turistica, oltre che agricola?
Peraltro, la miniera di salgemma individuata per il deposito di scorie nucleari, che ricopre faglie e sovrascorrimenti, è sufficiente a garantire , con assoluta certezza, la sicurezza della popolazione?
Risulterà ancora una volta pregiudicato il diritto dei cittadini alla salute, contemplato dall’art. 32 della Costituzione, considerata l’indiscussa nocività dei radionuclidi il cui tempo di decadimento è, in molti casi, di diverse migliaia di anni, con conseguente aumento di leucemie e del cancro. Le attuali conoscenze scientifiche non sono così avanzate e non si può prevedere con certezza la sicurezza completa delle scorie interessate: per esempio, vi potrebbe essere un rilascio di gas radioattivo, ovvero una contaminazione delle falde acquifere sotterranee, non escludendo esplosioni sotterranee. Provate a trovare una compagnia di assicurazione disposta ad assicurare il deposito cauzionale in caso di incidente! La negazione del diritto all’informazione, pur garantito dalla normativa nazionale e comunitaria, costituisce un ulteriore vizio di legittimità del decreto.
Invero, esso demanda l’attuazione degli interventi de quibus ad un “commissario straordinario”, ovvero ad un commissario plenipotenziario, che si avvarrà nella gestione dei suoi poteri della Sogin, società a cui il Ministero degli Affari Esteri ha incaricato di coordinare la partecipazione industriale italiana presso il Miniatom (Ministero dell’Energia Atomica della Federazione Russa). Tale società, inoltre, intende partecipare al programma “Global Partnership” lanciato nel 2001 dal G8 per la messa in sicurezza e il rilancio delle tecnologie e dell’impiantistica nucleare russa ed in cambio ottenere la possibilità di riprocessare e smaltire permanentemente in Russia il combustibile irraggiato delle centrali italiane. La Sogin sta scavando (e dove?) per realizzare altri depositi in altre miniere di salgemma (chissà se non vicino Crotone e in Toscana?).
La nostra opposizione dev’essere ferma e intransigente e deve vedere il centrosinistra unito in questa battaglia, per cui è importante partecipare numerosi e solidali alla manifestazione nazionale indetta da Legambiente per il 13 dicembre 2003 a Scanzano Jonico, così da portare il Governo Berlusconi ad annullare le proprie decisioni di smaltire in via definitiva le scorie nucleari in un sito geologico a Scanzano Jonico, risultando del tutto inadeguate le modifiche apportate. Il nostro Paese sarebbe il primo in Europa ad attuare questo illogico sistema: nè la Francia o la Gran Bretagna, come del resto nessun paese europeo che produce scorie nucleari, hanno impianti sotterranei adibiti allo smaltimento delle scorie; nessun paese al mondo, eccetto gli USA, ha individuato un sito finale per lo smaltimento di scorie nucleari.
Il rischio dell’impianto (cioè stoccare i rifiuti nucleari sotto terra) impedisce qualsiasi intervento delle future generazioni!. Attualmente la migliore teconologia disponibile per il contenimento dei rifiuti nucleari è lo stoccaggio secco in superficie, poiché consente un miglior monitoraggio e manutenzione dei contenitori quando necessario. Fra le forze politiche di Governo, la Lega Nord ha definito quella di Scanzano una scelta coraggiosa, vantando addirittura il merito della decisione! Esiste un federalismo italiano o un’occupazione del Sud?
La gente del Sud è stata sempre pronta ad emigrare al Nord, distruggendo le proprie famiglie, vivendo di stenti, svolgendo le mansioni più modeste, oppure offrendosi “volontaria” per combattere guerre , pur “in missioni umanitarie”, mostrando sempre però l’orgoglio di essere italiani.
Ma forse tutto questo in Italia oggi non ha più importanza, nonostante l’ultimo disastro nucleare sia avvenuto a Tokio nel 1999, solo quattro anni fa.

Rosy Barretta
Coordinatrice Comitato Brindisi per l’Ulivo


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